Ansia da disuguaglianza sociale: il legame fra disuguaglianze e salute mentale
traduzione di Sara Ligutti, articolo di Richard Wilkinson e Kate Pickett
Società più eguali sono segnate da una comunità forte, alti livelli di fiducia, una maggiore volontà di aiutare gli altri e livelli più bassi di violenza. Mentre se crescono le disuguaglianze, la tendenza s’inverte.
Il divario fra immagine e realtà è sempre più ampio. La nostra ricca società è piena di persone che sfoggiano facce sorridenti sia di persona che online, ma quando la Mental Health Foundation ha commissionato un grosso sondaggio l’anno scorso, ha scoperto che il 74% degli adulti erano così stressati che si sentivano sopraffatti o incapaci di gestire la loro vita. Quasi un terzo, aveva avuto pensieri suicidi e il 16% era ricorso all’autolesionismo. I numeri erano più alti per le donne che per gli uomini e decisamente più alti per i giovani che per gli altri gruppi di età. In sostanza, ansia e malattie mentali stanno aumentando nelle nostre ricche società occidentali.
Per una società che è convinta che la felicità sia il prodotto di redditi alti e ampi consumi, questi numeri sono sorprendenti. Alcuni studi hanno rivelato che le persone meno felici, le più insicure e quelle che spesso hanno anche problemi di salute mentale, sono proprio quelle maggiormente assorbite dalla nostra cultura consumista.
Ma quali sono gli effetti psicologici delle disuguaglianze? Nella nostra società, più ampie sono le differenze materiali, più lo status e i soldi diventano importanti. Sono, cioè, sempre più visti come un metro per misurare il valore di una persona. E, come mostrano le ricerche, il risultato è che più diseguale è una società, più le persone provano ansia per il loro status e per come vengono viste e giudicate. Questi effetti si manifestano in tutte le fasce di redditto […].
Le disuguaglianze aumentano le nostre insicurezze, si abbattono sulla nostra autostima, perché enfatizzano lo status e rafforzano l’idea che alcune persone valgano molto più di altre. […] Uno studio su come le persone percepiscono uno status sociale più basso in diversi paesi, ha scoperto, prevedibilmente, che le persone che appartenevano a ceti sociali bassi si sentivano delle fallite. Sentivano un grande senso di vergogna e incolpavano loro stesse per aver fallito. Sia che vivessero in paesi ricchi come il Regno Unito o la Norvegia, o poveri come Uganda e Pakistan, faceva poca differenza […]
Gli studi dimostrano come grandi consumi siano intensificati dalle disuguaglianze. Se vivi in un’area in cui le disuguaglianze sono maggiori, è più probabile che tu spenda soldi per una bella macchina o per altri oggetti, considerati status symbol. La forza di questo effetto sui consumi, può essere vista nella tendenza che hanno le disuguaglianze ad aumentare i livelli di debito personale, poiché le persone cercano di migliorare il proprio status.
Ma le disuguaglianze non aumentano solo l’ansia sociale. […] Aumentano anche quello che gli psicologici hanno chiamato la “minaccia socio-valutativa”, dove i contatti sociali diventano sempre più stressanti. Il risultato, per alcuni, è una bassa autostima e un collasso della fiducia in se stessi. Per queste persone, le situazioni sociali diventano un calvario da evitare. E ritirandosi dalla vita sociale, soffrono di livelli sempre più alti di ansia e depressione.
Altri reagiscono in maniera molto diversa alle minacce al loro ego […], cercando di migliorare l’impressione che danno agli altri. Invece di essere modesti in merito alle loro conquiste e alle loro abilità, le esagerano. Quindi, anche il narcisismo in aumento, è parte della crescente preoccupazione relativa alla gestione della propria immagine.
Ma il danno non si ferma qui. Ricerche di psicologia hanno mostrato che un numero considerevole di malattie mentali e di disturbi della personalità, sono collegati a problemi di dominanza e subordinazione, esacerbati dalle disuguaglianze sociali. Alcuni disturbi, come la depressione, sono collegati all’accettazione dell’inferiorità; altri al continuo tentativo di difesa dall’essere sminuiti o alla percezione di mancanza di rispetto. Altri nascono invece dalla convinzione di superiorità o dal continuo sforzo per sentirsi superiori. A conferma di ciò, i dati internazionali mostrano che non solo le malattie mentali, in generale, sono più comuni in società più diseguali, ma che nello specifico lo sono depressione, schizofrenia e psicosi.
La cosa più triste in tutto ciò, è che buone relazioni sociali e partecipazione alla vita sociale, hanno dimostrato di essere fattori determinanti per la salute e la felicità. Le disuguaglianze portano al declino della vita sociale, ad una riduzione della mobilità sociale, ad un aumento della segregazione abitativa e ad un minor numero di matrimoni inter-classe.
Società più eguali sono segnate da una forte comunità, alti livelli di fiducia, una maggiore volontà di aiutare gli altri e livelli più bassi di violenza. Mentre se crescono le disuguaglianze, la tendenza s’inverte. La vita sociale si atrofizza, le persone smettono di fidarsi le une delle altre e il tasso di omicidi aumenta. E con l’aumento delle disuguaglianze, una percentuale maggiore della forza lavoro del paese viene impiegata nei cosiddetti lavori di sorveglianza, che utilizziamo per proteggerci gli uni dagli altri.
Capire le disuguaglianze, significa quindi riconoscere che queste aumentano le sparatorie scolastiche, il bullismo, i livelli di ansia, le malattie mentali, il consumismo ecc., minacciando l’autostima delle persone.
Traduzione di Sara Ligutti, dell’articolo di Richard Wilkinson e Kate Pickett, pubblicato sul Guardian con il titolo “Inequality breeds stress and anxiety. No wonder so many Britons are suffering” (10 giugno 2018). Richard Wilkinson e Kate Pickett sono gli autori di “The Inner Level: How More Equal Societies Reduce Stress, Restore Sanity and Improve Everyone’s Wellbeing” (“Il livello interiore: Come società più eque riducono lo stress, ripristinano la salute e migliorano il benessere di tutti”).
Commenti
Ansia da disuguaglianza sociale: il legame fra disuguaglianze e salute mentale — Nessun commento