La Dipendenza è il Male del Secolo
di Carla Sale Musio
La paura che spinge ad assoggettarsi ai dettami del più forte, nasce dall’insegnamento alla sottomissione coltivato durante l’infanzia.
E si sviluppa in seguito ad una “pedagogia nera” (si chiama pedagogia nera uno stile educativo che utilizza punizioni e castighi nella convinzione che siano indispensabili per far crescere bene i bambini) che ignora le caratteristiche della psiche infantile, piegandola alla volontà degli adulti.
Adulti a loro volta cresciuti sotto l’imposizione degli stessi dettami educativi. Adulti ignari di tramandare una cultura della prepotenza. Adulti convinti di fare il bene dei loro figli come i loro genitori hanno fatto il loro bene. Esiste una catena che si tramanda da una generazione all’altra e incarcera la libertà nella paura.
Sulla paura, infatti, è fondata la pedagogia nera e si fondano tutte le dittature. La sottomissione è lo strumento cardine di questo stile educativo funzionale alla sopraffazione. Per diventare un principio indiscutibile (nella psiche e nella società), una istanza psicologica deve svilupparsi nell’infanzia e tramandarsi per almeno tre generazioni. Quanto più un bambino è piccolo tanto più è pronto a credere ciecamente a chi si prende cura di lui, assolvendo i bisogni primari indispensabili alla sopravvivenza (cibo, riparo, protezione).
Anche quando questi pretende in cambio sottomissione e reverenza. Anche quando umilia, maltratta, emargina e punisce utilizzando due pesi e due misure. Non conoscendo soluzioni di vita più favorevoli, i piccoli si convincono facilmente che la sofferenza e l’ingiustizia siano agite… per il loro bene. Ti punisco, ti ricatto, ti maltratto e ti umilio… Ma lo faccio per il tuo bene. Un giorno lo capirai e mi sarai grato.
Da questi presupposti prende forma la dittatura. Nel crogiolo della famiglia il dialogo, il confronto e la democrazia sono sacrificati sull’altare delle regole imposte dall’alto. E nei valori della prepotenza si allevano tanti bravi bambini: soldatini ubbidienti pronti a trasferire la loro fiducia dai genitori agli specialisti, ai politici e ai dittatori. Un esercito di persone acritiche e sottomesse è la base per sostenere la tirannia.
Per creare un mondo libero, è indispensabile prendere coscienza dell’ingiustizia e del dolore che consegue al tradimento della fiducia e dell’arrendevolezza, sia nell’infanzia sia nel presente. Subito dopo è necessario smettere di delegare.
Non serve credere ciecamente alla scienza, alla politica, a chi comanda o a chicchessia. Occorre informarsi, ascoltare voci diverse… fino a raggiungere un’opinione propria. Che non sarà definitiva ma in continuo cambiamento. L’evoluzione è fatta di trasformazioni e niente può rimanere uguale per sempre senza creare patologia e sofferenza.
Pensare con la propria testa e ascoltare la voce della propria coscienza sono le basi della salute e di un mondo sano. Il benessere e la realizzazione personale hanno bisogno di attenzione ai vissuti intimi. La libertà cammina a braccetto con la consapevolezza di sé. Per cambiare il mondo bisogna cambiare il nostro modo di trattare la debolezza, soprattutto quella dell’infanzia.
E per farlo è necessario partire da noi stessi. Dalla nostra fragilità, dalla nostra sofferenza, dalla nostra paura e dalla nostra autonomia. Uscire dalla dipendenza significa prendere in mano le redini della propria vita. E costruire un mondo umano. Finalmente.
Articolo di Carla Sale Musio – psicologa e psicoterapeuta
Fonte: https://www.carlasalemusio.it/
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