Attacchi di Panico… quando manca la terra sotto i piedi
di Christiane Casazza
“Persino le mie ansie hanno l’ansia…” Charlie Brown
In un’epoca di profonde insicurezze e timori, sempre più persone tendono a soffrire di attacchi di panico. Si tratta di un disagio che si concretizza attraverso diverse reazioni inconsce e nel risultare un fenomeno crescente, con ogni probabilità riflette la situazione odierna della nostra civiltà.
Questi attacchi che si intensificano in pochi minuti ci possono capitare ovunque… per strada o all’aperto, ma anche mentre siamo tranquilli in una sala d’attesa. In genere, derivano da conflitti interiori irrisolti che in determinate situazioni rievocano sensazioni di minaccia… il respiro si blocca, il sudore sale, iniziano palpitazioni, nausea, vertigini, brividi e tremori, mentre percezioni come paura, soffocamento e la sensazione di morire prendono il sopravvento, scatenando un forte desiderio di fuga.
Questa patologia, con una incidenza maggiore tra le donne, si presenta generalmente in adolescenza e in età più matura ed essendo connessa all’ansia, rimane facile collegarla a quando ci vengono meno le modalità che ci procurano sicurezza e stabilità, come casa, lavoro e denaro. Pertanto, a causa di incomprensioni e rapporti litigiosi con altri membri della famiglia, o preoccupanti riparazioni domestiche potremmo non sentirci a casa. Mentre fare un lavoro che non ci piace, perderlo o non riuscire a trovarlo, sentirsi non valutati o sottopagati riguarderebbe la relazione professionale. Infine, sostenuta dalla attuale crisi economica, la difficoltà cronica del procurarsi denaro, comporta inevitabilmente profonde insicurezze economiche.
Oltre, a questi citati stress emotivi, gli attacchi d’ansia possono anche dipendere da malattie organiche come l’ipertiroidismo o dall’abuso o astinenza di droghe e alcool, che se protratti nel tempo, possono provocare danni a livello psicologico. Vivendo la nostra esistenza all’insegna di queste angosce, nutriamo molte probabilità di scatenare questo tipo di crisi, in quanto potrebbe essere usato dal nostro corpo come un segnale per farci rivedere il nostro stile di vita…
È importante ricordare però, che una certa apprensione, svolgendo una funzione fondamentale per la sopravvivenza, resta un processo adattivo ai pericoli dell’ambiente, la capacità di prevederli e poter programmare in anticipo come affrontarli. Quindi, solo quando diventa disfunzionale e controproducente, va considerata un disturbo o una patologia.
A volte, quando ci sentiamo sotto stress, nell’associare i nostri pensieri ad una situazione, rischiamo di commettere alcuni errori, che possono scatenare una sorta di cortocircuito tra ciò che pensiamo e ciò che proviamo… esagerazioni, catastrofismi, assenza di positività. Questi conflitti interni tra coscienza e inconscio, compaiono nel momento in cui abbiamo censurato e rimosso dalla nostra coscienza desideri, emozioni o sentimenti.
Freud parlava di un conflitto dell’Io (coscienza) che camuffa e rimuove i desideri sessuali o aggressivi provenienti dal’Es (inconscio), per timore di una punizione da parte del Super Io (parte critica che giudica e censura).** Di fatto anche se condanniamo alcuni dei nostri desideri o pensieri, la loro carica energetica resta attiva e cerca un nuovo canale di fuoriuscita (sintomi ansiosi).
Essendone inconsapevoli è molto difficile, se non impossibile, riconoscere cosa provoca questo fastidioso disturbo, in quanto potrebbe essere esistito nel passato (disturbo post-traumatico) o potremmo immaginare che possa accadere nel futuro (ansia anticipatoria). Però se osserviamo le varie situazioni in cui l’ansia si manifesta, come quando può avvisarci di un pericolo imminente o prevedere le conseguenze delle nostre azioni o cercare di non farci provare sentimenti, notiamo un elemento in comune: il controllo. Infatti…l’eccessivo tentativo di controllo si traduce inevitabilmente nella sua perdita.
Un primo passo per abbassare il livello di ansia è quindi quello di accettare l’idea che le cose il più delle volte non sono sotto il nostro controllo e che la flessibilità e non la rigidità è la nostra migliore arma di difesa e risoluzione. La paura di perdere il controllo risulta quindi una componente importante negli attacchi di panico, oltre ad essere una fra le inquietudini più frequenti e diffuse, ma quando la sperimentiamo in realtà non siamo noi a provarla, bensì il nostro ego (inteso come l’Io) che verifica quell’emozione. Quindi identificandoci continuamente con la mente e con l’ego, ci immedesimiamo automaticamente anche con la paura che l’ego percepisce e allo stesso modo lo sosteniamo, nonostante sia solo una parte di noi ad avere una propria esistenza indipendente.
“Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì”. Rita Levi Montalcini
Per raggiungere il benessere mentale, è fondamentale non prenderci cura solo della risoluzione dei sintomi ma inquadrare i conflitti che lo hanno generato. Dobbiamo prendere coscienza che attraverso i pensieri, le emozioni e le intenzioni di sfiducia, di cui spesso non siamo nemmeno consapevoli, alimentiamo tutta una serie di risonanze disarmoniche che creano delle forme-pensiero negative, che essendo delle entità energetiche a loro volta, risuonano con tutto ciò che intorno a noi ha una vibrazione simile.
Quando intraprendiamo un percorso meditativo, iniziamo a elevare queste frequenze e nel prendere coscienza delle nostre debolezze possiamo eliminarle definitivamente. Sono tecniche economiche e senza effetti collaterali, che se usate come addestramento quotidiano, ci insegnano ad osservare i meccanismi della nostra mente e col tempo a riconoscerli e gestirli.
La meditazione è come un amico fidato che individua e dissolve il circolo vizioso che dall’ansia genera altra ansia, facendoci diventare immuni alle interferenze esteriori. Infatti, facendoci radicare nel “qui e ora” ci scollega dalla realtà mentale e possiamo quindi cominciare a percepirla in maniera più armonica e col tempo anche come sostegno alla nostra esistenza.
Inoltre, possiamo utilizzare come formula di pronto soccorso, il rilassamento che recepiamo durante la pratica meditativa perché permette alle nostre risorse fisiologiche di potenziarsi e agire… Solo l’esperienza di essere capaci di affrontare le situazioni che ci fanno paura, disinnescherà la spirale cognitiva e comportamentale tra pensieri ed emozioni. Quindi, non ci resta che affrontare tutte le prove che ci vengono incontro, con lo stesso coraggio e la stessa tenacia di un eroe in combattimento…
“L’ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi”. Charles H. Spurgeon
Mentre ricerchiamo le vere cause nell’osservazione del nostro vissuto, possiamo utilizzare come alternativa agli usuali ansiolitici, dei rimedi che utilizzano sostanze derivanti dal mondo vegetale* e non trascuriamo che possiamo gestire l’ansia anticipatoria con le tecniche respiratorie, e per eliminare la sensazione di soffocamento, soffiare in un sacchetto di carta.
I fiori di Bach indicati per gli attacchi di panico sono:
– Rock Rose: aiuta a mantenere la calma e infonde coraggio risolutezza, perseveranza.
– Rock Water: aiuta a riscoprire il lato piacevole della vita e lasciarsi andare.
– Aspen: aiuta a trovare coraggio e a superare l’angoscia e le paure.
– Cherry plum: aiuta ad accettare i lati negativi del nostro carattere e a superare la paura che essi prendano il sopravvento.
– Rescue Remedy: effetto calmante istantaneo in ogni situazione di stress, o quando si ha bisogno di aiuto, se sopraffatti da una varietà di emozioni negative, tra cui l’attacco di panico.
**Per approfondire l’argomento:
“ENTITÀ A CONFRONTO”…ego e super ego, pag.209 del libro “Il coraggio delle farfalle”
“COME SIAMO FATTI”…le tre istanze psiche, pag.133 del libro “Il linguaggio delle farfalle”
Articolo di Christiane Casazza
Fonte: www.christianeinside.com
Christiane Casazza
Scrivo… per fare in modo che le persone possano entrare nel mondo attraverso un altro ingresso… e non tornare più indietro.
Ho scelto l’Africa per ritornare in questa dimensione approfittando di un’avventurosa, conflittuale e romantica storia d’amore tra un paracadutista della legione straniera e una studentessa, figlia di un generale dell’aeronautica francese e di una rinomata pittrice e attrice di teatro.A fare da sfondo non poteva mancare l’inizio delle prime guerriglie per l’indipendenza dalla colonizzazione francese in Algeria.
Certe partenze denotano inevitabilmente un preciso procedere nella vita e solo una volta raggiunta una certa saggezza ho potuto ringraziare per la disciplina, la determinazione, la resistenza e il coraggio trasmessi dal mio padre/guerriero e per la spiccata e contrastante sensibilità artistica ereditata dalla famiglia di mia madre.
Avendo vissuto un’infanzia non convenzionale, non c’è da stupirsi se i miei compagni di giochi furono disegni e poesia intercalati da prove di competizione e resistenza e racconti di guerra. A quest’aura quasi fiabesca non poteva mancare un diario segreto…come sorta di bozzolo protettivo e impenetrabile.
Inevitabilmente per completare l’innata vocazione e sensibilità per la bellezza scelsi il liceo artistico, dove mi innamorai del design ma in seguito nel proseguire gli studi in storia dell’arte fatalmente mi ritrovai tra schizzi e tessuti a fare parte del meraviglioso, effimero e affascinante mondo della moda…Negli anni a venire, mentre la passione per la moda e il design s’influenzavano l’uno con l’altro, emerse in me una certa inquietudine che mi portò a esplorare la mia parte non riscontrabile…
Oltre lo yoga iniziai a frequentare molti seminari e corsi centrati sui meccanismi di funzionamento della mente umana fino a diventare recentemente operatrice reiki.
Articolo molto interessante . Condivido pienamente quello che è stato detto. Proverò I fiori di Bach. Grazie ancora .
Christiane puntuale e profonda come sempre ci aiuta a trovare dentro di noi la via per migliorare. Grazie!
Sei sempre incredibilmente esaustiva, con eleganza e delicatezza arrivi al cuore. Grazie mille Christiane