Demonizziamo di meno e Ragioniamo di Più
di Valdo Vaccaro
Il cereale, soprattutto se troppo cotto, soprattutto se preso in abbondanza e in proporzione esagerata rispetto alle componenti sane ed innocenti dell’alimentazione umana (frutta e verdure crude), provoca in effetti alcuni leggeri fenomeni di acidificazione e quindi di muco.
Questo fatto non è però sufficiente a demonizzare un prodotto della natura che è stato, ed è tuttora in grado di dare sostentamento a popolazioni di interi continenti in ogni epoca storica.
Il riso per l’Asia, il mais per l’America Latina, il grano saraceno per il Medioriente, il frumento, l’orzo e l’avena per l’Europa, hanno da sempre rappresentato un’ancora di salvezza, soprattutto nelle lunghe stagioni invernali, avendo i semi dei cereali la possibilità di mantenere le proprie caratteristiche nutritive a lungo nel tempo.
I semi di frumento ritrovati nelle tombe dei faraoni, tanto per fare un esempio, sono stati capaci di germogliare tremila anni dopo. I legionari romani, come poi anche i cartaginesi, trovavano nell’orzo abbrustolito e nel grano saraceno, abbrustoliti alla buona, una delle basi più importanti della loro nutrizione, durante le lunghe e faticose campagne belliche di Roma Imperiale.
Accoppiando abbondante nutrizione acquosa, vitaminica e zuccherina (frutta) e abbondante nutrizione acquosa-minerale (verdure crude), i cereali vengono assimilati magnificamente, ed ogni eventuale formazione di muco rimane entro i limiti di tolleranza prevista dal nostro sistema immunitario, per cui non scattano grossi fenomeni di leucocitosi, come invece avviene per le carni, né avvengono allarmanti processi di acidificazione, tipici delle proteine animali in genere.
Per i legumi vale più o meno lo stesso discorso. È vero che la compresenza di proteine li rende a volte di difficile digestione, ma è sempre una questione di quantità e di freschezza.
Se per tegoline e piselli freschi non esistono problemi, e se per ceci, fave, lenticchie, soia e fagioli freschi basta contenersi nei quantitativi, per i legumi induriti e stagionati occorre sicuramente qualche accorgimento in più.
La regola è precisa. Cottura al minimo, anticipazione con piatto di verdura fresca, quantitativi limitati, limitazione di mescole con altri cibi, niente bevande a tavola.
Un piatto di cereali e legumi risulta molto nutriente, e non va assolutamente innaffiato col vino o altre bevande, e non va nemmeno seguito da frutta o da dolci. Sia i cereali che i legumi si prestano poi alla germinazione, che ne moltiplica i poteri nutritivi.
Le farine integrali dei cereali servono inoltre a confezionare ottimi pani, pizze, paste e focacce, tutti prodotti da prendere però con le pinzette, trattandosi di amidi cotti e quindi devitalizzati, privi cioè di ogni enzima, di ogni vitamina e di ogni minerale organicato, e pertanto carichi di effetti collaterali in termini di difficoltà digestive-assimilative-evacuative.
Anche in questo caso, non occorre essere fanatici ed estremisti, e sarà sufficiente limitarli, e farli precedere a tavola dalle solite insalatine crude.
Dobbiamo ricordarci che siamo sempre nell’ambito di sostanze semplici, naturali e vegetali, armonizzate sostanzialmente col nostro apparato gastrointestinale.
Chiaro che la frutta sta in un altro pianeta, in quanto ci offre la potenza radiante massima dell’infrarosso e dei 9-10000 Angstrom, seguita dalle verdure crude che stanno sul rosso dei 7500 A., lascando carni, proteine animali, cibi stracotti, cibi zuccherati, cibi salati, cibi sintetizzati, vitamine sintetiche e integratori sotto i disperanti livelli del colore grigio e dei raggi X, corrispondenti a onde inferiori ai 3000 A., dove i cibi ci danno calorie e ci rubano nel contempo nutrienti interni, saccheggiando, debilitando e mortificando il nostro organismo.
Articolo di Valdo Vaccaro
Fonte: https://www.valdovaccaro.com/ehret-cereali-legumi-e-foglie-velenose/
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