Propositi per una propria Sovranità… psichica e mentale
di Cristina Bassi
Abbiamo varcato in questi giorni la soglia dell’illusione del tempo lineare. Chiamasi Nuovo Anno.
Questa mattina, ho sentito l’AMSA (nettezza urbana di Milano) passare facendo gran fracasso, prelevando quintalate di bottiglie, da cui la deduzione e traduzione: er popolo ha festeggiato come da ordini sociali, tutto a posto. In aggiunta, The President, come di prassi, ieri ci ha ipnotizzato con i suoi auguri di Fine Anno (che peccato me li sono persi…).
Nelle grandi città le solite feste musicali con quelli “che contano” nello show business. Boom boom di fuochi artificiali, cani storditi e scappati, aspettando le news sui feriti dai botti… Alias come diventare veggenti con poco, sul tema “usanze” (quelle che dicono ci accomunano nelle nostre “tradizioni”). Nel “normale” di cui sopra… va anche di moda, da tempo, parlare di “propositi per il nuovo anno” (le “resolutions”, detto nell’anglo-style…) e qui vorrei passare un paio di ispirazioni…
Ispirazione 1: La propria energia va autoalimentata. Non rubare energia ad altri
La modalità grandemente diffusa, in assenza di vera consapevolezza e presenza, è quella del “furto energetico”, sia soggettivo che collettivo, ovvero invadere lo spazio dell’altro e risucchiargli energia. È il modus operandi di vampiri e scrocconi, che vanno parassitando a destra e a manca.
Psicologicamente, nella cultura mainstream, tematiche simili confluiscono nella voce “dipendenza”; ma anche se essa ha la sua ragion del vero, tuttavia, la psicologia è solo un livello del problema… come il sintomo per la malattia. Vale anche la riflessione che, colui che è tanto incline a parassitare l’altro, probabilmente a monte è molto parassitato e non conosce che quella modalità: “o prendo energia da un altro o me la faccio prendere”, oppure “poiché la prendono a me, io ‘devo’ prenderla ad un altro per sopravvivere”.
Ma questa non è certo una giustificazione, quanto piuttosto la descrizione di un primitivo stato di coscienza e di un notevole blocco nella percezione della realtà. Chi ne soffre, dovrebbe, assolutamente, trovare i mezzi per interrompere questa modalità deleteria. Le conseguenze di questo modus operandi, spero non passino inosservate nella società, nella politica ed economia: furti di risorse altrui per gli scopi delle cosiddette Elites, che di media identifichiamo sempre e solo con qualche esponente di vertice, visibile sul piano fisico…
Anni fa, James Redfield scrisse un racconto che rimase impresso a molti, “La Profezia di Celestino”, in cui si narra che per “illuminarsi” occorre anche rendersi conto di questo meccanismo di “predazione/risucchio” energetico. E’ vero: fu pubblicato in piena epoca d’oro della devastante new age, ma possiamo riconoscergli il merito di aver fatto conoscere certe tematiche, le quali poco ortodosse e “intellettuali”, diversamente resterebbero pratica e conoscenza solo di quelli che pur negandole da una lato, dall’altro le usano al meglio e occultamente per i propri fini, tutt’altro che benefici…
Rispettare il proprio campo energetico, la propria aura. Proteggerla e quindi difenderla.
Emozioni mature significano anche maggiore difesa. Anche le emozioni, infatti, come i pensieri e il corpo, devono crescere e diventare mature. In questo modo, migliorano i nostri meccanismi di difesa. Deliberare la propria “autonomia psichica ed energetica”, è infatti un’ottima prevenzione ai parassitaggi; perseguire la consapevolezza di se stessi, trovare, sentire la propria mission, imparare a stare bene con se stessi, ritirarsi ogni tanto, o farlo almeno mentalmente, non è indifferenza al prossimo, come invece racconta la filastrocca “social-religios-buonista”. Nulla, infatti, possiamo offrire all’altro che non abbiamo già raggiunto in noi. Ma possiamo essere per lui prede energetiche perfette, quando restiamo aperti al furto, come case senza porte e finestre, nella totale inconsapevolezza di chi siamo e di cosa è la realtà.
Evitare l’identificazione di sé con il proprio corpo, le proprie emozioni, i propri pensieri. Andare oltre la lotta e l’antagonismo, tanto cari a questo “paradigma terminale” (neoliberista) in cui siamo.
Dalla “Psicosintesi” di Roberto Assagioli, ricordo:
“Io ho un corpo, ma NON sono il mio corpo,
Io ho delle emozioni, ma NON sono le mie emozioni,
Io ho una mente, ma NON sono la mia mente.
Sono un punto di pura coscienza”.
Michael Tsarion afferma: “L’uomo che ha ucciso il proprio vero sé, diventa un predatore che vive per consumare ciò che gli altri creano. La persona che ha ucciso se stessa, è la minaccia più grande nel mondo. È violenta e distruttiva sia verso se stessa che verso tutti quelli che incontra. Può occupare posizione di poca importanza o di grande importanza. Può distruggere una singola vita o quella del mondo. Non gli importa nulla della scia di distruzione e rovina che lascia dietro di sé. Si preoccupa solo di saziare i suoi insaziabili appetiti. Cerca te e tutto quello che è tuo“.
Quasi impossibile, leggendo quanto sopra, non pensare a politici di casa e fuori casa, ai grandi finanzieri e falsi filantropi, di cui tante anime fintamente belle sono appassionate sostenitrici… eserciti senza sé che devastano altri esseri umani.
Sebbene il vampirismo psichico sia la causa di molte malattie psichiche e di stress emozionali, è un fenomeno ancora non riconosciuto da clinici e psicologi. E per una buona ragione…
Ispirazione 2: Vita e società non sono la stessa cosa. Scegliere chi servire
Siamo nell’era della legittimazione dell’ipocrisia, non più solo quella bigotta, ma anche quella “sociale”. È diventato d’obbligo essere “politically correct”, per essere come gli altri e quindi accettati in società. Questo condizionamento è cosi radicato, da non essere quasi più intercettato, né considerato un valore negativo su cui non fondare la propria vita.
Sono programmi di massa. Non serve “sentirsi in colpa” per questo; i condizionamenti sono continui e non viviamo in compartimenti stagni, tutto è vibrazione e frequenza, siamo immersi in questi campi. Per questo serve sviluppare “Presenza”, non astratta perfezione, illusoria tenuta stagna, illusorio “scudo totale”. Semmai dobbiamo preoccuparci di sviluppare centratura, arti e risorse da impiegare quando cadiamo, per poterci e saperci risollevare e continuare il viaggio.
Il viaggio del “conosci te stesso” è da sempre lungo e periglioso e storicamente mai intrapreso dalle moltitudini… È pura illusione quindi continuare a sperare ed attendere che “i molti” lo facciano, o infuriarsi perché non lo fanno.
Preoccuparsi delle proprie scelte e agirle…
È sempre più corta la coperta per la persona che vuole essere libera (nella mente e nello spirito non nei costumi sociali)… mentre ci sono chilometri di coperta, per chi cerca e accetta omologazione, “normalità”, stereotipi. La conquista della libertà profonda, pare essere il sale del nostro viaggio terreno. In un percorso di anni fa con un lama tibetano della tradizione Tso-Chen, appresi un bellissima preghiera che recitava: “provo compassione per quelli che credono che la vita fisica sia immortale” e in cui si ricordava come tutte le ricchezze e i poteri di questo mondo, non ritardino di un solo secondo la nostra dipartita da questo mondo fisico.
Ci deve essere perciò un altro senso per questo viaggio… che dite? La Vita è troppo intelligente per accontentarsi di lusso sfrenato e mercanzie temporanee e materiali di questa tridimensionalità terrena. L’astrolopsicologia Huber, nella sua “Progressione dell’Età”, invita a considerare la fase di età dai 42 ai 48 anni come il “grande check” della propria vita, sui valori su cui vogliamo allinearci e seguire. È il tempo in cui il confronto con ciò che la società chiede, le sue regole, i suoi status symbols, le sue appartenenze, potrebbe stridere enormemente con istanze che sentiamo provenire dal nostro profondo. È il momento di una grande crisi esistenziale.
Bisogna, allora, scegliere, se essere turisti perfetti o autentici viaggiatori in questo mondo, ma… senza appartenervi.
Articolo di Cristina Bassi
Fonte: https://www.thelivingspirits.net/propositi-per-una-propria-sovranita-psichica-e-mentale/
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