Come il cibo influenza corpo, mente e spirito
Le reazioni ossidative innescate dai processi metabolici, lasciano nel corpo umano dei residui chiamati radicali liberi, ovvero dei frammenti di molecole con uno o più elettroni spaiati.
Ogni giorno se ne producono moltissimi. A causa di tale squilibrio, i radicali liberi causano nell’organismo reazioni negative, come alterazione del DNA, invecchiamento precoce, abbassamento delle difese immunitarie, Alzheimer e Parkinson, patologie cardiovascolari, tumori, artrite reumatoide, diabete, sclerosi laterale atrofica, ansia, depressione, calo di energia, formazione di rughe e macchie sulla pelle.
Lo stress ossidativo può essere misurato con un esame ematico. I fattori scatenanti possono essere svariati: farmaci, droghe, fumo, alcol, inquinamento, raggi UV, campi elettromagnetici, microonde, malattie infettive, vaccini, depressione, ansia, stress cronico, dieta scorretta. Gli enzimi antiossidanti della frutta e della verdura, come il glutadione, la melatonina e la catalasi, sono in grado di arginare i danni prodotti dai radicali liberi. Al contrario, un eccesso di grassi animali, compresi i pesci grassi, favorisce il processo ossidativo; non bisogna eccedere neppure con gli oli vegetali e con la frutta secca, perché gli oli per loro natura tendono ad alterarsi, a irrancidire anche nel nostro organismo, formando radicali liberi. Inoltre, bisogna ricordarsi che la cottura tende a distruggere gli antiossidanti benefici della frutta e della verdura. Mentre la presenza di vitamina E rappresenta una valida protezione nei confronti dei radicali liberi. Da non trascurare poi gli eccessi calorici, maggiore è la produzione di calorie, più ossigeno si brucia, più si formano i radicali liberi.
La verità è che la salute non rende, mentre la malattia crea dipendenza medica e quindi guadagni per le case farmaceutiche e le strutture ospedaliere. I mezzi d’informazione inoltre non fanno nulla per aumentare la consapevolezza delle persone, e dare informazioni corrette riguardo a queste tematiche. Si può quindi tranquillamente affermare che questa mancanza di informazione sia voluta e incentivata, allo scopo di tenere la gente all’oscuro e nell’ignoranza.
La necessità di pascoli per gli animali d’allevamento e il conseguente consumo di carne generano aggressività e conflitti armati; è anche causa della fame nel mondo, perché l’allevamento costa molto in termini di risorse utilizzate e terreni impiegati, mentre l’alimentazione vegetariana, proporzionalmente, sfamerebbe molte più persone. Se tutti i terreni coltivabili fossero utilizzati per produrre prodotti vegetali, si potrebbe sfamare una popolazione molte volte superiore all’attuale.
Il 70% delle malattie umane è correlato all’alimentazione animale e il 75% della spesa sanitaria è assorbito dalle cure per neutralizzare gli effetti di questa cattiva alimentazione; l’industria della carne è quella che produce maggiore inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. La desertificazione è in gran parte dovuta alla distruzione delle terre fertili e delle foreste abbattute per adibirle a pascolo, il che causa anche l’estinzione di specie animali e vegetali. Nel mondo, oltre un miliardo di persone non usufruisce di acqua potabile, mentre il quantitativo necessario di acqua per produrre un solo chilo di carne di manzo va da 50.000 a 100.000 litri; l’industria della carne assorbe un terzo dell’energia disponibile in Occidente.
L’alimentazione vegana è idonea al nostro organismo e oltre a dare all’individuo buona salute corporea, favorisce lucidità di pensiero e l’armonia generale; il termine “vegetariano” deriva dalla radice sanscrita “Vag”, che significa gagliardo, da cui deriva il sostantivo latino Vigor, che significa vigore, salute, e l’aggettivo Vegetus, che significa sano, pieno di vita. Il termine vegetarianesimo fu coniato nel 1847 in Inghilterra dalla Vegetarian Society, fondata da William Cowherd; nel 1920 nacque il fruttarismo, mentre nel 1944 fu coniato il termine vegan da Donald Watron, che fondò a Londra la Vegan Society.
Ci sono popoli sulla terra che vivono solo di vegetali, come gli Hunza del Kashmir e i Vilcabamba del Perù, che vivono oltre 100 anni, godendo di ottima salute; gli indigeni del Monte Hagen, nella Nuova Guinea, che godono anch’essi di ottima salute e compiono notevoli sforzi fisici; i Carani Guarani dell’America del Sud, che vivono con gioia e letizia, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda (India) e gli indios dello Yucatan nel centro America. Questi popoli hanno in comune un’esistenza all’aria aperta, aria pura, un’intensa attività fisica, sufficienti ore di sonno, un’alimentazione frugale, cioè povera in calorie, proteine e grassi, con largo consumo di frutta, verdure crude e cibi integrali; non assumono farmaci e non soffrono di stress particolari.
Come confermano gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati dal dott. Giuseppe Jerace, il nostro comportamento sarebbe significativamente influenzato dal tipo e dalla qualità della nutrizione; una dieta vegetariana favorirebbe forme comportamentali più armonicamente socializzanti, come risultato di un migliore equilibrio degli aminoacidi e delle vitamine apportate dal regime vegetariano.
La malattia si genera dall’intossicazione dell’organismo, cioè dall’avvelenamento progressivo del corpo. Quando le tossine accumulate superano le capacità dell’organismo di smaltirle e di neutralizzare i loro effetti negativi, la parte geneticamente più debole è colpita e insorge la malattia, con uno stato d’intossicazione cronica che avvelena non solo il corpo ma anche la mente.
Le proteine causano aumento di cortisolo nel sangue, con conseguente calo della memoria; il celebre studioso Tennis J. Selkoe afferma che quando nell’encefalo si accumulano quantità eccessive di proteina amiloide, può insorgere la malattia di Alzheimer. Il cervello ha un enorme effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi, delle ghiandole e sul DNA, e può far ammalare o guarire. Il glucosio è un carburante essenziale per il nostro cervello, che ne consuma circa 200 gr al giorno per dare l’energia necessaria alla circa 200 miliardi di cellule con cui è formato. Questo combustibile è ricavato solo ed esclusivamente dagli alimenti di origine vegetale.
Tra i più importanti neurotrasmettitori che agiscono sulla cellula nervosa, vi sono il triptofano, la dopamina, la serotonina e altri. Il Dottor Pier Luigi Rossi, specialista in scienza dell’alimentazione, afferma che il triptofano, la cui presenza nel cervello è legata al tipo di dieta seguita, genera la serotonina, il neurotrasmettitore della gioia, della serenità e del gioco. Gli alimenti vegetali influenzano la concentrazione di triptofano nel cervello, aumentandone la disponibilità a essere trasformato in serotonina. Invece con le proteine animali si è colpiti da influenze, raffreddori, dolori articolari e altro, perché le difese immunitarie sono messe a dura prova da alimenti considerati dal nostro sistema immunitario degli aggressori.
L’alimentazione vegetale aumenta la basicità del sangue e la resistenza allo sforzo fisico, e infatti gli animali più forti e più pacifici sono vegetariani. Eminenti scienziati, ricercatori e medici come H. Shelton, B. Benner, Ehret, E. Diamond, L. Kervran, M. Schneider, L. R. Brown, A. Mosserì, Collier J., A. D’Elia affermano che l’uomo non è strutturato per mangiare proteine animali, ma dovrebbe alimentarsi di vegetali, frutta e semi, come conferma l’anatomia comparata, soprattutto la struttura dei denti e dell’apparato digerente.
Coloro che seguono la dieta vegetariana, non solo non hanno carenze nutrizionali, ma hanno una salute migliore degli onnivori. Come accertato dai più accreditati istituti scientifici di ricerca del mondo, come l’American Dietetics Association, la dieta vegetariana e quella vegana sono appropriate a qualunque fase della vita, compresa l’infanzia.
La carne fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello di dopamina e adrenalina, che sono i due neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori. Coloro che se ne nutrono, sono più inclini all’aggressività e alla violenza; per contro, l’alimentazione vegetariana fa aumentare il ritmo delle onde alfa connesse con il rilassamento neuromuscolare, favorendo nell’individuo un senso di pace, di socievolezza e di gioia. Le popolazioni vegetariane sono più inclini alla mitezza, vivono più a lungo e sono immuni dalle peggiori malattie che flagellano il mondo occidentale.
Le singole malattie si combattono quando stanno bene il corpo e la mente. L’uomo è ciò che mangia e, in conformità a ciò che mangia, pensa e si comporta; ciò che entra nel nostro organismo attraverso l’alimentazione, l’acqua e l’aria, costruisce il nostro organismo. L’equilibrio tra le parti del corpo tiene in vita il corpo, senza armonia tra le parti nulla di costruttivo può esistere; la disarmonia porta alla distruzione e all’estinzione. Gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati dal dr. Giuseppe Jerace confermano che il nostro comportamento è influenzato dalla qualità della nutrizione; anche la mente e il pensiero hanno effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi e delle ghiandole, i pensieri possono far ammalare o guarire, influenzando anche il DNA.
E’ possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali, introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore degli altri. Il cervello nutrito con sostanze pure acquista caratteristiche positive, il pensiero si fa più lucido e penetrante, la mente si dilata, aumenta la capacità di autocontrollo; si sviluppa un più alto livello di consapevolezza, si ha maggiore resistenza nel lavoro mentale e fisico, scompare lo stress e si riduce l’aggressività, con rilassamento neuromuscolare del soggetto. Modificando la dieta, s’influisce anche sul comportamento della persona.
La scelta degli alimenti influenza i comportamenti e le emozioni quotidiane, la dottoressa Maria Cristina Polidori, del Dipartimento di Geriatrica dell’Università di Bochum, afferma che le cattive abitudini alimentari aumentano il rischio di un impoverimento cognitivo e tendono a causare demenza e malattie degenerative dell’età.
L’alimentazione vegetariana è l’unica che consente la purificazione del corpo, indispensabile alla salute fisica e al progresso morale. La carne è il nutrimento più grossolano ed è in grado di ottundere la sensibilità dell’individuo; da notare che i sensitivi infatti sono tutti vegetariani. Cibarsi di carne, impedisce la meditazione, perciò tutti i grandi yogi indiani si astenevano e si astengono dalla carne. Secondo la concezione yoga, il corpo deve puntare alla purezza, perché la condizione dello spirito dipende da quella del fisico.
Il quantitativo proteico necessario ad assicurare il ricambio cellulare è molto inferiore a quello che comunemente si crede. Nel 1963, un comitato di esperti della Fao e dell’Oms stabilì il quantitativo necessario in 35 grammi il giorno. Però le scuole igieniste ANHS affermano che è sufficiente un livello proteico di 11-25 grammi giornalieri, ricavabili dai vegetali. Oltre i 25 grammi, di fatto ha inizio il micidiale fenomeno dell’acidificazione del sangue, foriero di tutte le malattie.
Proteine complete ad alto valore biologico sono quelle dei semi e dei legumi. Esse contengono i 9 aminoacidi essenziali per il corpo. I vegetariani traggono quindi le proteine di cui hanno bisogno dai prodotti vegetali che, tra l’altro, contengono sostanze capaci di ripulire le arterie dai grassi. L’eccellente salute dei vegani è la prova della validità di tale scelta alimentare.
Cereali e legumi forniscono tutti gli aminoacidi necessari, i legumi sono ricchi in lisina, ma scarsi di triptofano e metionina, invece i cereali sono scarsi in lisina ma ricchi di triptofano e metionina. Un pasto di riso e fagioli, pertanto, fornisce una proteina completa, la proporzione ideale è due terzi di cereali e un terzo di legumi.
L’organismo non riesce a metabolizzare tutte le proteine della carne, ma riesce a utilizzare dalle patate una quantità di proteine 7 volte maggiore di quella dalla carne, la percentuale proteica utilizzata dalla frutta è addirittura del 100%, anche se essa ne è più povera dei legumi. Le diete con alta quantità di proteine possono fornire eccessive quantità degli aminoacidi solforati metionina e cisteina, per lo più concentrati nei cibi animali, la loro demolizione causa acidificazione e favorisce l’escrezione di calcio, cioè la decalcificazione ossea; accade anche con l’eccesso di consumo di zucchero e di latte.
Le scorie prodotte dal consumo eccessivo di proteine, affaticano il fegato e i reni e producono malanni, al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti e la pelle non soccorre con la sudorazione, l’organismo resta intossicato e, per purificarsi, lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari, che diventano più spesse oppure forma depositi di grasso.
Al contrario delle proteine di origine vegetale, le proteine animali producono placche all’interno delle arterie; per compensare questa situazione, l’organismo aumenta la pressione arteriosa e aumenta nel sangue la quantità di calcio, che è un tampone antiacido, questo meccanismo genera osteoporosi. Le proteine animali danno come prodotto finale l’acido urico, che nei carnivori, è eliminato mediante l’enzima uricasi; poiché l’uomo non possiede questo enzima, l’acido urico si deposita nelle articolazioni sotto forma di urato di sodio, provocando artrite, artrosi e la gotta; anche il consumo di latte, per carenza dell’enzima lattasi dei lattanti, favorisce la decalcificazione ossea e le allergie.
Bisogna avere più paura dell’eccesso di proteine che della loro mancanza, che è molto difficile da ottenere: le popolazioni del mondo industrializzato infatti sono flagellate da patologie dovute all’eccesso di proteine. In sei mesi dalla nascita, il bambino raddoppia il peso corporeo e il volume del suo cervello, nutrendosi solo con il latte materno, che ha una percentuale proteica intorno all’uno per cento. La carne ha un contenuto proteico 20 volte superiore a quello del latte della donna, una bomba proteica che affatica e compromette gli organi depuratori. Solo la frutta e la verdura, soprattutto crudi, hanno la medesima composizione chimico-biologica del latte materno, anche in termini di proteine, e quindi risultano essere gli alimenti più confacenti al bambino nella fase della crescita; è da tenere presente inoltre che l’uomo è attratto dall’odore dei fiori, della frutta e dei campi, mentre i carnivori sono attratti dall’odore del sangue.
Se carne, pesci e derivati animali non sono necessari per la salute degli adulti, tanto meno lo sono per i bambini; il bambino che è iniziato dai genitori alla dieta vegana, cioè vegetariana integrale, è predestinato alla buona salute, sarà un bambino sensibile, intelligente, emotivamente equilibrato e soprattutto sano. Gli alimenti deputati a sostituire il latte materno sono la frutta e la verdura e più tardi i cereali integrali, le patate, i legumi ed i semi in genere.
Nessun animale ha necessità di mangiare di tutto, anzi in genere il pasto degli animali allo stato naturale è fatto di una sola sostanza, inoltre, gli animali non mangiano cibi cotti e non bevono latte da adulti, ed è per questo che sono più sani dell’uomo. Il carnivoro mangia solo carne, l’erbivoro solo erba, il frugivoro solo frutta; invece l’uomo ha la cattiva abitudine di mangiare di tutto, mischiando anche i cibi e rendendo con ciò più difficile la loro digestione e loro assimilazione; persino gli animali onnivori come gli orsi non mischiano i cibi tra loro.
Le malattie di cui sono soggetti i bambini derivano da errori alimentari, da allattamento artificiale, da alimentazione industriale, da zuccheri semplici, da proteine animali; i vegetali contengono tutti i nutrienti, cioè calcio, ferro, proteine, carboidrati, vitamine, enzimi, oli Omega 3, fibra, sali minerali organici o oligoelementi e acqua biologica. Nessun mammifero, tranne l’uomo, consuma il latte di un’altra specie e, in generale, non consuma latte da adulto; inoltre, il latte vaccino è totalmente inadatto alla specie umana, per la sostanziale differenza dei principi nutritivi tra il latte materno umano e quello vaccino.
Nessuno avrebbe immaginato che nel giro di pochi decenni i vegetariani in Italia sarebbero arrivati alla considerevole cifra di 7 milioni; gli animalisti, oltre a contestare il cibo animale, sono anche contro vivisezione e sperimentazione animale, contro la caccia, contro i mattatoi, contro le corride, contro l’allevamento di animali da pelliccia, contro le lotte tra animali e contro gli zoo. E’ una nuova coscienza umana che va emergendo, è una rivoluzione culturale, sociale e spirituale che, superando la visione antropocentrica, estende il diritto alla vita, dall’uomo agli altri esseri viventi.
Oggi occorre liberare gli animali dalla tirannia umana. Generalmente, ognuno di noi, prima di essere stato vegetariano-animalista, è stato un mangiatore di animali o usava prodotti sperimentati sugli animali, però la coscienza collettiva si sta evolvendo ormai in senso animalista, e questo determinerà la creazione di una nuova etica universale della “non violenza”: gli animali non devono essere a uso e consumo dell’uomo.
Non è possibile raggiungere le vette della spiritualità, se il corpo è nutrito con alimenti inadatti per la salute umana e intrisi di dolore e di violenza; se l’anima, nel suo percorso evolutivo, ha bisogno di una coscienza compassionevole, il cibo non deve essere prodotto a danno di un altro essere vivente. Gesù, nel Vangelo Esseno della Pace, ha detto: “Non uccidete gli animali innocenti e non mangiate la loro carne, mangiate solo i frutti degli alberi, il grano e le erbe dei campi, ogni altro alimento proviene da Satana e porta al peccato, alla malattia, alla morte”. Tutte le scuole di occultismo, per preservare la purezza del corpo, bandiscono la carne, che ostacola la sensibilità e le percezioni extrasensoriali. Cibarsi di carne ostacola anche la meditazione, perché la carne degli animali uccisi impedisce l’armonia con l’universo. Gli inquinanti e le tossine, derivanti dal cibo animale, oltre ad essere dannosi per l’organismo, rendono più difficile il raccordo con l’universo; la carne degli animali uccisi emana radiazioni di terrore che fanno male all’uomo.
Lo sviluppo della parte spirituale dell’uomo si attua attraverso lo sviluppo di un ideale superiore di armonia, salute, gioia e rispetto della vita. L’elemento spirituale dell’uomo s’identifica con la ricerca della felicità totale, nel credere in un ideale di amore e di giustizia universale, nel lottare per il bene dell’altro essere vivente. L’importanza dell’astinenza della carne, come condizione necessaria per raggiungere le vette della spiritualità, è stata fin dai tempi più antichi raccomandata da grandi illuminati, mistici e santi di ogni tempo e paese.
Su questa strada erano gli antichi Veda, Egizi, l’Induismo, Krishna, Brahmani, Buddismo, Orfismo, Misteri Eleusini, Pitagorici, Stoici, Neoplatonici, Zoroastrismo, Taoismo, Jainismo, Esseni, Sufi dell’Islamismo; così tanti Padri della Chiesa, molte sette spirituali e comunità monastiche. L’idea era condivisa nel pensiero dei più grandi filosofi e uomini di scienza, da sempre considerati i pilastri della saggezza, della morale e della spiritualità umana. Purtroppo oggi la chiesa ha accantonato questo insegnamento. Come si può invocare la pace su un’ecatombe di animali assassinati, com’è possibile pregare Dio affinché ci salvi dall’ingiustizia e dalla violenza, e poi cenare con le membra di un animale innocente; se sperimenti il tuo sadismo su animali innocenti, non puoi sperare nell’elevazione spirituale, non può progredire moralmente chi versa sangue innocente.
San Girolamo affermava che, dopo la venuta di Cristo non è più consentito mangiare carne; l’asceta Nilo scriveva che l’alimentazione carnea caratterizza l’uomo decaduto; San Clemente Alessandrino affermava che la carne ottenebra l’anima e che dobbiamo cibarci come Adamo prima della caduta, quando l’uomo era vegetariano e non come Noè dopo il peccato; San Giovanni Crisostomo affermava di non mangiare carne per misericordia verso gli animali e perché mangiare la carne è innaturale e impuro. Purtroppo la chiesa ha smarrito questo insegnamento.
San Pietro affermava che il consumo di carne è innaturale e contaminante come l’adorazione del demonio; in Genesi 1,29 è scritto: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e ogni albero in cui è frutto e saranno il vostro cibo”. Le proteste dei profeti Amos, Isaia, Geremia, contro i milioni di animali innocenti che sono sacrificati dall’egoismo umano, restano ancora inascoltate; l’amore e la compassione dell’uomo verso gli animali dà maggiore grandezza all’essere umano e lo rende più giusto e sensibile anche nei confronti degli uomini.
L’uomo ha il dovere di custodire la natura e di proteggere le creature più deboli, non deve sfruttarle e ucciderle. Il rispetto del prossimo non deve limitarsi ad abolire la schiavitù umana, ma dovrebbe estendersi anche al rispetto degli animali, con i quali l’uomo divide la Terra. Non vi è luogo della Terra in cui gli animali non soffrano e muoiano a causa dell’uomo. Malgrado le voci dei padri della chiesa, oggi la chiesa cattolica non condanna l’abitudine carnivora, non manda messaggi morali in materia, non vuole risparmiare dolore a morte a tante creature innocenti.
Come possiamo accettare che il messaggio evangelico limiti la compassione ai soli esseri umani, invece di ampliarla a tutte le creature; uccidere gli animali è un fatto crudele, rende insensibili e reprime il senso della compassione, bisogna amare e rispettare gli esseri umani e le altre creature. Ci sono cristiani che si allontanano dal cattolicesimo per rifugiarsi in religioni dove è maggiormente sentita la compassione per gli animali. Come diceva il filosofo Orazio, la violenza sugli animali è il tirocinio per ogni violenza verso gli uomini, infatti, come potrebbe l’essere umano nuocere al suo simile se fosse educato alla dolcezza verso ogni essere vivente?
Diversi santi hanno raccomandato l’astensione dalla carne, tra essi: Benedetto da Norcia (480-547), Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), Caterina da Siena (1347-1380), Filippo Neri (1515-1595), Francesco di Paola (1416-1507), Giacomo Minore, Giuseppe Cottolengo (1786-1842), Gregorio da Nazianzeno (329-389); l’evangelista Matteo, Nilo (910-1004), Paconio (292-346), San Pietro, Pietro d’Alcantara (1499-1562), Pio V (1504-1572), Tommaso d’Aquino (1220-1274). San Francesco sentiva compassione per tutti gli animali e Gertrude di Helfta pregava per qualsiasi creatura sofferente. Quanto ricordato vale per credenti e non credenti.
Il vegetarismo o vegetarianesimo è l’espressione più profonda e matura dell’intelligenza protesa verso il bene, la verità, la vita, è l’evoluzione integrale dell’uomo, in armonia con tutti gli esseri viventi. Il vegetarismo, affonda le sue radici nei lontani millenni della storia, traendo il suo insegnamento dal pensiero dei più grandi sapienti, scienziati, santi e filosofi della terra. Fulcro fondamentale della visione vegetariana è, oltre la ricerca della salute, il rifiuto della violenza. Il vegetarismo rende l’uomo artefice del proprio destino fisico, morale e mentale; superando le disarmonie, si prevengono le malattie e si ripristina l’equilibrio energetico dell’individuo, rafforzando le sue difese immunitarie.
Quello che succede negli allevamenti intensivi è abominevole. Gli animali, nati per essere liberi e per brucare l’erba verde dei prati, sono stipati in gabbie metalliche, senza possibilità di movimento, immersi nei loro stessi escrementi, privati di qualunque diritto naturale, come quello di giocare da cuccioli, di avere il contatto con la madre, di accoppiarsi, di correre. Quando hanno raggiunto il peso adatto a essere macellati, subiscono la pena del trasporto in fetidi carri piombati, dove, stipati all’inverosimile, senz’acqua, né cibo, compiono un lunghissimo e infernale viaggio.
Quelli che arrivano vivi al macello sono in uno stato pietoso, urlanti, tremanti e tramortiti, con le zampe spezzate, strangolati dalle corte cavezze, con i musi schiacciati contro le anguste prese d’aria, soffocati sotto il peso dei compagni morti o agonizzanti, ridotti a miseri esseri viventi, disidratati dal caldo rovente delle lamiere. Alle dogane, i vagoni piombati della morte, restano sotto il sole e gli animali impazziscono di sete e di dolore.
Arrivano ai mattatoi in giorni d’ininterrotto calvario e sono scaricati come pietre, gli uni sugli altri, facendoli scivolare dagli autocarri reclinabili, a colpi di mazze ferrate, colpiti sugli occhi, sui testicoli e sulle parti più sensibili, per farli muovere più in fredda. Al mattatoio gli animali sono spinti uno dopo l’altro: è piantato nella loro fronte un proiettile che li fa stramazzare, ma nella maggior parte dei casi, sono ancora vivi. Con un uncino sono appesi a testa in giù, poi, con seghe metalliche e coltellacci, il boia umano incomincia a sezionarli, spesso ancora in vita. È aperta la pancia dell’animale e tutte le interiora fuoriescono, cadendo a terra in un lago di sangue. La civiltà imporrebbe un trattamento umano dei condannati, però la colpa principale non è dei macellai ma di quelli che si riempiono la bocca di termini come amore, giustizia, pace e libertà.
L’alimentazione carnea, non solo incide negativamente sulla condizione fisica e mentale, ma c’è una diretta correlazione tra i problemi più scottanti del mondo e questo tipo di alimentazione, come i conflitti armati e la violenza umana. La fame nel mondo uccide molte persone perché le popolazioni dei paesi poveri sono costrette a coltivare nelle loro terre alimenti per gli animali dei paesi ricchi: ogni mucca consuma derrate vegetali quanto 12 persone.
Il 70% delle malattie umane è correlato al consumo di proteine animali, che negli Usa hanno causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso; metà dell’inquinamento totale dell’aria, della terra e dell’acqua è dovuto alle industrie zootecniche e foraggiere; le foreste sono abbattute per essere adibite a pascolo di animali. A causa della mancanza di acqua potabile, muoiono ogni giorno 30.000 persone, tuttavia per produrre un solo chilo di carne di manzo, vengono utilizzati 50.000 litri di acqua; l’industria zootecnica e foraggiera in occidente assorbe un terzo dell’intera energia disponibile.
La coscienza umana deve avere la capacità di condividere la sofferenza del prossimo, per farlo, occorre rendere migliore l’animo umano, cioè più compassionevole. Questo è il solo modo per rendere migliore il mondo e consentire che l’evoluzione morale compia il suo naturale, benefico e salvifico corso.
Fonti: www.viruslibertario.it (Nunzio Miccoli, numicco@tin.it.)
www.alimentazioneegliilluminati.blogspot.it
Non so più di cosa fidarmi… se ne leggono così tante… da dove attingere la verità?
Grazie a Voi per la diffusione di informazioni preziosissime. Dico a Marzia che un buon sistema per conoscere la verità è sforzarsi di capire chi è che guadagna dai comportamenti scorretti che rileviamo, ormai una valanga, in questa Società malata
Bello: grazie
Ho appena terminato di leggere e giuro ho le lacrime al cuore.Mi sento colpevole di tutto ciò! Chiaramente mangio carne e quando lo si fa non si pensa minimamente a tutto quello scritto.Ma perché? Perché sono nato con la carne, ciato da mia mamma spiegandomi che era la cosa migliore x crescere forti..Ma ora sono adulto,sono un uomo e credo di essere abbastanza intelligente.Invece no! Non lo sono per niente! Perché ora per l’attività pesistica mi viene ancora una volta inculcato il fatto che servono proteine animali….che ignorante che sono!!!e ho aspettato oggi per capire questo?? Mi sará giá capitato altre volte ma leggendo giusto così,tanto per…Questa è pura debolezza e io in fondo non lo sono! Beh che dirti.Grazie Grazie Grazie col cuore di questa lezione di vita! Ho una famiglia e cercherò piano piano anche x loro di cambiare!! A diventare più uomini!!!!!
Grazie Fabio della tua testimonianza, che cosa ti posso dire… GRANDE!!! Un abbraccio, Mauro
Ah tranquilli, per la verità basta provare.
Ovviamente un’alimentazione vegetariana o meglio ancora vegana non è da intendersi come burger di soia, patatine fritte e coca cola.
Grazie per l’articolo che riprende uno delle tematiche più importanti per tutti coloro che sono in un cammino evolutivo. Infatti è facile comprendere che non nutrirsi di animali è indispensabile per continuare ad evolvere ma l’impegno necessario per farlo è lo scoglio immediato che mostra a se stessi quanto siamo disposti a fare concretamente.
Posso solo confermare i benefici descritti per averli sperimentati personalmente.
Aggiungerei soltanto la valenza sociale e ambientale del veganesimo, oltre a quelle ben descritte. Infatti non molti sanno che il consumo di carne è responsabile della distruzione dell’Amazzonia, della fame in Africa e conseguente processo d’emigrazione, della incredibile scomparsa della vita negli oceani, (anche i pesci sono esseri senzienti) del riscalmento del pianeta: i processi digestivi e il consumo energetico per la filiera agroanimale producono il 70% di metano ed oltre il 50% di CO2 delle attività umane complessive.
Continuare a consumare carne dopo aver verificato queste informazioni significa non avere la forza di volontà necessaria a chi vuole intraprendere seriamente un percorso evolutivo.