“Meditazione Saivite” – Una Meditazione per i Tuoi Obiettivi e per questa Era Duale
di Fabio Bucca
I tempi di assoluta dualità nei quale viviamo, hanno posto l’essere umano a dover compiere un vero e proprio sforzo per il recupero e il dominio della propria consapevolezza. Il non farlo significa cedersi completamente all’ipnotizzazione di massa. Una meditazione come la “Saivite”, può essere un grimaldello capace di smontare questo meccanismo.
Nel corso dei vari approcci e studi sulla meditazione, a volte ci si imbatte in filosofie meditative che coinvolgono. Una di queste discipline meditative è senza dubbio la “Meditazione Saivite”. A volte durante il percorso si dubita che una disciplina meditativa possa essere realmente pratica ed utile nella vita di tutti i giorni. Spesso l’entusiasmo dopo un po’ cede il passo ai pensieri reconditi del subconscio, e ci trasciniamo di nuovo ad essere pilotati proprio dal subconscio che, invece di essere un nostro alleato, diventa un condizionatore costante di vincoli.
La Meditazione Saivite pare essere molto chiara fin dal principio, se si ascoltano le parole dei suoi principali maestri e divulgatori. Immediatamente dopo i primi passi, mossi sovente dalla curiosità nel comprendere i fondamenti della pratica, si viene messi in guardia dal fatto che qualora questa meditazione non diventasse un vero e proprio stile di vita, è molto probabile che si stia perdendo tempo. Infatti, quello che accade è che verrà indicata solo la strada, in seguito il lavoro sarà solo una propria responsabilità, compresi i risultati.
Il primo impatto, come accennato, non è comune, in quanto per prima cosa si deve divenire consapevoli e spostare la consapevolezza al proprio comando e solo poi si arriva ad essere in grado finalmente di meditare. Esattamente il contrario di quello che molte tecniche di meditazione raccontano e cioè che meditando poi si ottiene più controllo della propria consapevolezza. Questo, a dire il vero, è stato il motivo che ha spinto tante persone ad approfondire e praticare la Meditazione Saivite.
Le origini di questa meditazione sono un po’ oscure, in quanto ha una profonda e chiara radice induista, infatti diversi monaci induisti la praticano, ma è molto diffusa in alcuni monasteri induisti locati sulle isole Hawaii. Questo particolare lo si coglie chiaramente perché questa meditazione è davvero pregna di Ho-oponopono. Il rappresentante più noto di quest’arte meditativa è l’ex monaco induista Dandapani, personaggio molto noto in nord-america e nord-europa, il quale spiega spesso nei suoi video (solo in lingua inglese e senza sottotitoli tradotti) o nei suoi corsi on-line, i princìpi di questa meditazione, che sono tutt’altro che scontati per chi si aspetta di entrare nel mondo della meditazione solo attraverso il cogliersi nel presente, controllare il respiro e restare immobili.
Un primo aspetto che potrebbe far drizzare la antenne, è la necessità di coltivare l’arte della concentrazione come pre-requisito minimo per poter meditare. “Si impara ad essere concentrati per poter meditare e non s’impara a meditare per poi essere concentrati” dicono i maestri. In questa contraddizione è facile, a dir il vero, inciampare, confondendo tecniche di recupero della concentrazione, come la tecnica del mandarino o alcuni approcci usati nei vari corsi di mindfulness (realmente tecniche con benefici se fatte con criterio, ma comunque non durature nel tempo), come una conferma del saper essere concentrato al proprio comando. L’illusione di avere sotto controllo la propria consapevolezza crolla subito davanti all’apprendimento dei fondamenti della mente.
Attraverso l’incontro con la Meditazione Saivite si intende la concentrazione come una filosofia di vita, da allenare costantemente e senza sosta, anche (e soprattutto) nei piccoli gesti quotidiani. I primi passi consistono nel fare una cosa per volta ma dandogli la massima attenzione. Esempi: Ascoltare davvero il tuo interlocutore durante la conversazione senza fare altre cose contemporaneamente dandogli la tua massima attenzione e presenza (che sia dal vivo o al telefono o in videoconferenza). Guidare per un tratto di strada fino alla destinazione pensando solo alla guida, col cellulare chiuso dentro il cruscotto, la radio spenta e concentrarsi solo ed esclusivamente sulla guida, esattamente come ci concentravamo con tutto noi stessi quando stavamo imparando a guidare e cercando di controllare lo stress prima, e il veicolo poi.
Altro esempio è provare a pensare solo al gesto che stiamo facendo. Come ci capita più volte al giorno l’occasione di lavarci i denti, mentre procediamo con questa banale operazione di igiene orale quotidiano, dovremmo focalizzarci solo su quello. Sentire le setole che strofinano sulle gengive, il gusto fresco del dentifricio e l’acqua in bocca che ci sciacqua, senza cedere nel far viaggiare la consapevolezza ovunque come una pallina impazzita stile flipper anni ’70. Prova! Vedrai che appena prendi lo spazzolino in mano, la tua mente/consapevolezza (ma solo perché ha imparato questo) inizia ad allontanarsi alla velocità della luce dal tuo controllo e vagare.
Una focalizzazione incrollabile con un allenamento costante e contemporaneo della forza di volontà (per creare abitudini costruttive), pone colui che pratica questa meditazione, in una condizione energetica molto più elevata ed adatta a poter raggiungere i propri obiettivi nella vita.
Fondamentale è l’aspetto dell’utilizzo della “visualizzazione”, vero e proprio strumento della forza della mente che ci accompagna per tutta la meditazione. Le visualizzazioni vengono praticate costantemente e davvero questo è uno degli aspetti che maggiormente si corre il rischio di sottovalutare, interpretandola negativamente come una pratica di basso livello new-age e non dando molto credito a questo strumento che si rivela invece, spesso con sorpresa, la parte che più ha impatto durante la seduta meditativa.
Altra caratteristica della Meditazione Saivite, è quello di avere chiari i processi da seguire in un ordine preciso e stabilito. Per la vita normale quotidiana, noi abbiamo dei processi semplici ma ben precisi e stabiliti dettati dal buon senso. Ognuno di noi per farsi la doccia per prima cosa si toglie i vestiti di dosso, poi apre l’acqua, regola la temperatura, si bagna, poi usa shampoo e sapone se lo passa addosso, si strofina via lo sporco e poi si sciacqua per bene, chiude la doccia, si asciuga, magari si asciuga anche i capelli e poi si veste con abiti puliti. A nessuno verrebbe in mente di mischiare questo processo invertendo i passaggi. Ecco, nella Meditazione Saivite esiste un tipo di sequenza da perseguire in modo dettagliato.
Questo percorso step by step aiuta molto anche i neofiti a comprendere meglio cosa serve per poter aumentare i benefici stessi della meditazione. Non ultimo l’aspetto del comprendere come “gestire” la propria energia, sia per se stessi (a volte davvero distribuiamo male le forze che abbiamo, che esse siano fisiche o mentali) o nei confronti degli altri, ai quali a volte “concediamo” l’accesso alla nostra energia in modo troppo disinvolto. Una cosa che si impara subito è che “dove va la consapevolezza, lì fluisce l’energia”. Sorprende, o forse no, come anche il noto medico e ricercatore di fama internazionale Joe Dispenza affermi lo stesso concetto con parole leggermente diverse, ovvero “Dove metti l’attenzione è dove metti l’energia”.
Dulcis in fundo, la meditazione Saivite è una meditazione in grado di porre il quesito su quale obiettivo ci si voglia concentrare nella meditazione stessa, permettendo di scoprire il principio del controllo dell’energia la quale deve avere un suo scopo preciso per poi essere distribuita. Eh già, sembra quasi che sia inutile meditare senza un chiaro obiettivo dichiarato. È infatti singolare scoprire che una meditazione, la quale si dica sia molto antica (almeno nei suoi aspetti principali), pone nella condizione di far comprendere quale sia il vero obiettivo che si voglia perseguire, esattamente come approcci più contemporanei fanno aiutandosi col marketing moderno (penso alle leggi dell’attrazione, alle varie offerte sulla mindfulness, al vasto mondo della crescita personale). Ovviamente l’obiettivo una volta raggiunto, è normale che ne trascini subito un secondo ed un terzo, continuando quel percorso che ognuno compie nella sua vita.
Altra piacevole scoperta della Meditazione Saivite, è scoprire che l’approccio meditativo è davvero possibile a tutti (se adeguatamente motivati), ma da un certo momento in poi, il modo in cui ci si immerge nella pratica nel quotidiano, deve essere necessariamente immerso in quella che è la propria filosofia di vita e di come si intende il mondo, e quindi anche legato alle proprie credenze o non credenze religiose.
La meditazione non fa distinzione di religioni o di credenze, ma di certo il proprio scopo di vita ne è coinvolto, e quindi l’obiettivo sul quale ci si sofferma in meditazione, avrà senz’altro una matrice legata alla propria identità culturale e questo accade perché il subconscio lavora incessantemente anche se non ne siamo consapevoli. Tale aspetto è un dettaglio di una enormità consistente. Non c’è bisogno infatti di affrontare argomenti sul Karma, ad esempio, se la propria fede è Cristiana o Cattolica, o se si è atei o Musulmani.
Bisogna trovare il proprio approccio usando la meditazione Saivite come strumento attraverso la propria filosofia di vita nel quale si è cresciuti. La chiara origine induista di questa meditazione, offre comunque più elementi facilmente distinguibili per coloro che hanno una fede e cultura induista per l’appunto, o trova più affinità con le pratiche buddhiste piuttosto che con il Cristianesimo. Questa prima difficoltà per chi non avesse conoscenze al di fuori della propria cultura Cristiana-Cattolica, non deve essere un freno o un limite per non concedere una crescita alla propria spiritualità.
Questa chiarezza di intenti della meditazione Saivite, lascia a chi la pratica un senso di profondo rispetto per se stessi e per gli altri, ma anche un principio assoluto di responsabilità delle proprie scelte e di come si vive in questo universo, in grado di portare ad una scoperta sempre più profonda dentro la propria consapevolezza, aiutando a recuperare o saldare l’autostima, la compassione per se stessi e offrire maggiore chiarezza per il proprio viaggio in questa vita.
I tempi di assoluta dualità nei quale viviamo, dove le nostre singole consapevolezze vengono trascinate in calderoni di egregor per generare coscienze collettive in opposizione a contro-coscienze collettive (così da sostenersi a vicenda e crescere nella loro fittizia contrapposizione), hanno posto l’essere umano a dover compiere un vero e proprio sforzo per il recupero e il dominio della propria consapevolezza. Il non farlo significa cedersi completamente all’ipnotizzazione di massa ed essere dei pupazzi che esistono (senza vivere) un tipo di esistenza che non gli appartiene. Una meditazione come la Saivite, può essere un grimaldello capace di smontare questo meccanismo.
Articolo di Fabio Bucca
Fonte: fisicaquantistica.it
Fabio Bucca
Pratico la Meditazione Saivite da qualche tempo ormai. Una pratica utile a comprendere gli strumenti fondamentali per bilanciare la propria vita sfruttando la focalizzazione e concentrazione, una incrollabile forza di volontà ed un utilizzo saggio della propria energia.
Negli incontri che organizzo, ci si immerge in una pratica che può davvero mostrarti il mondo in altra forma. Entrare a conoscere senza sosta sé stessi, aumentare la propria consapevolezza e accrescere la capacità di osservazione, è un regalo che ognuno ha il dovere di fare alla propria anima. Solo vibrando alla giusta frequenza si può cercare di raggiungere la massima autorealizzazione.
Fabio Bucca, fabiobucca1981@gmail.com
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