Astrazione
di Lorenzo Merlo
Considerazioni per riconoscere la natura della storia e quella della vita.
Tutto è Piatto
L’interesse personale ci impone la separazione e la diversità dall’altro, nonché la somiglianza, se questa ci eleva. L’interesse personale è un prodotto dell’identificazione di noi stessi con il nostro io. Questo è una incastellatura che gli ambienti culturali di cui risentiamo hanno montato e montano con silente pazienza. Così pensiamo di essere realmente il nome che portiamo, il titolo che abbiamo, il ruolo che svolgiamo nei luoghi privati e sociali che frequentiamo.
Ne scaturisce una dimensione effimera della realtà. Ovvero la sua presunta oggettività. Nonché l’idea che il sapere cognitivo, lo studio, l’erudizione, la scienza possano portarci a scoprire verità come, per esempio, “la più piccola parte della materia”. Effimera, in quanto lo spirito che tutto genera, rimane sopito sotto il peso greve della concezione materialistica della vita e del cosmo. In quanto non ci avvediamo di essere noi stessi, con il nostro sterile pensiero, ad aver creato ciò che riteniamo di osservare neutralmente. Sterile, poiché abbiamo generato un criterio di conoscenza esaurito nella misurazione, soggiogato dalla disgraziata idea che il nostro pensiero abbia il diritto assoluto e definitivo di porsi sul trono della conoscenza.
Non vediamo l’autoreferenzialità delle affermazioni che esprimiamo, loro argomentazioni a sostegno incluse. Non riconosciamo in esse un imperativo categorico dell’io, obbligato a ciò per alimentare la sua struttura e il suo dominio su noi. Un frutto a cui cediamo tutta la nostra energia al fine della sua sopravvivenza, nonché della sua difesa. Se necessario, fino al conflitto o all’adeguamento o alla frustrazione, qualora un’affermazione opposta dovesse avere la meglio sulla nostra. Un gioco delle tre carte dal quale usciamo sempre perdenti. Nel quale si trova la sede della sofferenza e delle malattie.
Quantomeno, fino alla scoperta del proprio sé. Fino all’emancipazione dall’io e dal suo potere, momento nel quale potremo disporre dell’energia, prima regalata, a vantaggio della vita ora nostra e creativa. Non più ordinata e dipendente da cliché altrui, né dal pensiero debole e uniformato o dall’apparenza.
Senza quell’emancipazione, non vediamo che la burrasca di malessere/benessere dipende dall’io. Se soddisfatto ci beiamo; se insoddisfatto, alienato, violentato, umiliato, ne soffriamo.
Tutto è in Noi
Nonostante la pesca a strascico che la rete dell’attuale cultura raschia sui fondali delle nostre vite, qualcuno si trova nelle circostanze adatte per prendere coscienza che un altro ordine delle cose sia possibile. Che quello che ci viene inconsapevolmente imposto non è il solo, come ci ripetono e costringono a farci credere. Che ha un limite oltre il quale si inceppa, come cadesse oltre il profilo della sua piatta terra. Si tratta della presa di coscienza della artificiosa ed effimera natura dell’io. Un passo che, contemporaneamente, comporta il riconoscimento del proprio sé. Quello che Jung ha chiamato individuazione. Quel luogo in cui troviamo noi stessi. Quello che fanfare e gran pavesi culturali, scientisti, razionalisti, etici, irresponsabili fautori del mito della conoscenza cognitiva, quale sola e rispettabile, ci impediscono di vedere. Costi quel che costi.
Ed ecco, allora, i giovani suicidi perché tenuti fuori da gruppi social. Persone che, per eccellenza, rappresentano l’ultimo campione di una concezione di sé, del mondo, della vita, che dire superficiale non basta, in quanto anche autodistruttiva, esiziale.
Chi ha l’opportunità di vivere certe consapevolezze, di vedere più in profondità ciò che ci muove, riconosce senza sforzo le ragioni storiche del mondo che abbiamo e le legittima. Ma, contestualmente, si avvede della dimensione spirituale che in esse manca. E la auspica. Ha chiaro ciò che è effimero e impermanente e, viceversa, ciò che è imperituro e sostanziale. Ciò che ci distingue e ciò che rende identici.
Riconosce cioè la struttura dell’io. Non se ne libera, in quanto la vita nella storia non lo permette, ma se ne emancipa. Non si fa più dominare e inconsapevolmente succhiare energie da ciò che sa e che deve, ma si muove secondo quanto sente.
Tutto Cambia
Per gli interessati a questi temi è necessario precisare che il culmine del discorso non indica, né comporta, buttare a mare tutto e votarsi a mistica santità. Tutt’altro. Significa adottare scelte e pensieri corrispondenti alla nostra natura e talento, i soli idonei alla nostra realizzazione e felicità. Ideali per rischiare di realizzare al meglio le progressioni che ci stanno a cuore. Significa anche adeguarsi, ma senza più alienazione, frustrazione, mortificazione e prevaricazione del brutto e del cattivo nella nostra esistenza. Nonché alzare al massimo il rischio di realizzare una cultura e, quindi, una società diversamente ordinata da quella creata dai pensieri egoici che ci avviluppano.
Non si tratta, perciò, in nessun modo, di reprimere le passioni e l’implicita identificazione col fare e progettare, ma di elevare al massimo l’invulnerabilità e il mantenimento della capacità di riconoscimento e accettazione di posizioni differenti.
Significa conoscenza empatica, educazione all’ascolto, riconoscimento di noi nell’altro, consapevolezza della creazione del mondo, dell’identicità degli uomini, della circolarità del tempo, della sua variabilità in funzione del sentimento e dello stato di benessere/malessere. Tutti aspetti oggi misconosciuti, quando non derisi. Significa tolleranza autentica, capacità di legittimazione, consacrazione del principio di reciprocità, assegnazione di pari dignità a quella che chiediamo all’altro per noi stessi.
E, anche forza sufficiente per rifiutare l’ipocrisia e la menzogna come ordinari elementi del nostro dire nelle relazioni e nella vita. Significa accettazione di sé e, dunque, disponibilità del necessario per migliorarci, per non nasconderci più dietro quelle bugie, finzioni, simulazioni e dissimulazioni.
Significa saper esprimere i nostri sentimenti e non negare le nostre emozioni. Significa sapere cosa è adatto a noi e cosa è opportuno tenere alla larga; e sarà una discriminazione energetica. Perché di energia cosmica è costituito il nostro sé. Significa astrazione, perché le forme fanno la storia ma la vita è una soltanto.
Articolo di Lorenzo Merlo
Fonte: fisicaquantistica.it
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.

Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
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