Siamo ciò che mangiamo
Ippocrate, padre della medicina, affermò nel lontano 430 a.C.: “Lasciate che il Cibo sia la vostra Medicina e la Medicina il vostro Cibo”.
Basterebbe il comune buon senso per capire che il cibo deve nutrire, costruire il corpo e contribuire al benessere fisico e mentale giornaliero. Sia che si necessiti di perdere o mantenere il peso, sia che si voglia tonificare il fisico o raggiungere uno stato di benessere ottimale, abitudini alimentari inadeguate possono pregiudicare qualunque sforzo.
Fin dall’antichità, il cibo ha sempre avuto un valore superiore al semplice gesto del mangiare; l’uomo antico, nel cibo, intravedeva la VITA e la fecondità della madre terra che genera e nutre; il cucinare era accompagnato da gesti simbolici e religiosi, ed il mangiare faceva nascere profondi sentimenti di gratitudine che diventavano autentica preghiera (valori che si sono persi nell’era attuale).
Nel XX secolo, il mondo del business ha corrotto tutta la nostra realtà agricola ed alimentare, incentivando l’uso di sementi e specie selezionate (leggasi OGM) e di prodotti chimici nella coltivazione (pesticidi, concimi, etc.), incentivando una lavorazione e raffinazione industriale del cibo, che ha permesso ai consumatori di avere a disposizione una notevole varietà di cibi tutto l’anno, a prezzi contenuti.
Il tutto però con un impatto disastroso sull’ambiente, sulla qualità del cibo che mangiamo e sulla salute; infatti, vari studi dimostrano che la moderna alimentazione industrializzata ha determinato la comparsa di molteplici disturbi di salute (arteriosclerosi, artrosi, carie, diabete, difficoltà digestive, diverticolosi, gotta, ipercolesterolemia, ipertensione, obesità, sovrappeso, stipsi, etc.). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che l’80% di queste problematiche derivano da una cattiva alimentazione. Milioni di persone si sono rovinate o si stanno rovinando la salute a causa del cibo Fast-Food, degli Energy-drink, delle bevande gassate e di altri tipi di intrugli alimentari.
La potente industria alimentare bombarda giornalmente il consumatore con messaggi mirati a fargli apprezzare il peggior cibo del mondo, fa in modo che il cliente finale diventi dipendente ad un determinato cibo, aggiungendo sostanze che creano dipendenza (es. glutammato, aspartame, acesulfame K ed altri dolcificanti artificiali).
Sbirciando nel carrello della spesa di una famiglia media, si nota subito come i principi di una alimentazione sana siano drasticamente ignorati, a favore di ciò che costa meno ed è più facile da preparare e conservare, senza che ci si ponga il minimo problema sulla qualità e sulla genuinità del cibo.
Molti di noi si sovralimentano con cibi industriali scadenti, i cui processi di lavorazione comportano la perdita di importanti fattori nutrizionali. Inoltre, la coltivazione e l’allevamento intensivo tengono in considerazione solo la quantità di cibo prodotto piuttosto che la qualità; come se non bastasse, la maggior parte degli alimenti e delle bevande che ingeriamo, giunge sulla nostra tavola contaminata da sostanze tossiche per l’organismo (conservanti, coloranti, edulcoranti, regolatori del sapore, pesticidi) che sono pericolosi per la nostra salute. Molte persone seguono una alimentazione sbilanciata (diete dimagranti, fast-food, cibi pronti, cibi precotti), rinunciando ad una o più categorie di cibi (si pensi a molti bambini che non mangiano frutta o verdura o pasta, ma si abbuffano di pizzette, merendine, snack).
Ogni giorno, compaiono articoli o notizie sui mass media, riguardanti varie truffe alimentari (vedi pollo alla diossina, mucca pazza, pomodori alla varechina, formaggi fatti senza latte, crema fatta senza uova, mozzarella blu, etc.). Insomma al benessere dei consumatori viene data veramente ben poca importanza. Se vogliamo quindi evitare che i veleni alimentari facciano più vittime delle guerre, dobbiamo intervenire correggendo i comportamenti alimentari, soprattutto quelli dei bambini. Non ci stancheremo mai di ripetere che i cibi destinati ai nostri ragazzi sono cibi spazzatura, troppo sofisticati, elaborati, ipercalorici, e sono persino in grado di modificarne il comportamento, rendendoli più aggressivi e violenti (leggasi ADHD, Iperattività).
Non dimentichiamoci che il bambino sano di oggi, sarà l’adulto sano di domani e l’anziano in buona salute del futuro. La scelta di un’alimentazione sana ed equilibrata deve diventare un atto di responsabilità nei confronti di se stessi e del proprio Benessere Psico-Fisico, se si aspira ad una vita qualitativamente buona ed esente da malattie.
Allergie ed Intolleranze alimentari: facciamo il punto della situazione
Dire che si è Allergici o Intolleranti ad un cibo è un’approssimazione scientifica inaccettabile, infatti non è mai l’alimento che può causare una sensibilizzazione, ma una molecola contenuta in esso (es. non si è intolleranti al frumento, ma al glutine). Gli alimenti contengono un elevato numero di molecole con potere di antigeni (oltre 6000 veleni), ma fortunatamente solo in alcuni individui queste inducono una sensibilizzazione. Infatti, in condizioni normali il sistema immunitario associato alle mucose (MALT), l’acidità del succo gastrico, gli enzimi del pancreas e dell’intestino, la motilità intestinale e la flora batterica enterica, evitano che molecole alimentari immunologicamente attive attraversino la parete intestinale, oltrepassino il fegato ed entrino in circolo.
Quando però questa barriera immunitaria perde la sua integrità, si possono manifestare Allergie ed Intolleranze Alimentari; mentre i sintomi di una allergia si manifestano rapidamente dopo l’ingestione del cibo, nelle intolleranze i sintomi sono dose-ipendenti e compaiono dopo un certo periodo di tempo e sono conseguenti a disturbi della digestione o ad accumulo di molecole (tossine) presenti nel cibo che l’organismo TOLLERA solo fino a quando non viene superato un certo limite.
Purtroppo, fin dagli anni 70, molte varietà ortofrutticole e cerealicole sono state esposte a irrorazione con sostanze chimiche (pesticidi) o radioattive (onde provocarne una mutazione genetica – OGM) per ottenere raccolti più resistenti alle intemperie e quindi più produzione; contemporaneamente sono iniziati ad aumentare i casi di sensibilizzazione ai prodotti alimentari, fino all’esplosione delle Allergie ed Intolleranze alimentari (soprattutto al glutine e lattosio). Tutto questo perché le sostanze chimiche vengono veicolate da sostanze proteiche (gliadina, proteine del latte, etc..), che vengono così modificate e non riconosciute dal nostro sistema immunitario che le attacca, creando i presupposti per le malattie autoimmunitarie (celiachia, morbo di Crohn, etc).
Il professor Luciano Pecchiai (ex primario ematologo dell’ospedale Buzzi di Milano), fin dagli anni 80 afferma: “Sembra fondata l’ipotesi che le modificazioni genetiche indotte sul frumento, siano correlate alla modificazione della sua proteina (gliadina), alla quale è dovuta l’enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento intestinale che si riscontra nella Celiachia”.
Invece di dare la colpa ai cibi (eliminandoli dalla dieta), occorre cercare di studiare le eventuali molecole modificate che possono causare il problema e soprattutto ricorrere a cibi che non abbiano subito trattamenti o modificazioni. La crescente richiesta di prodotti di qualità, che di pari passo segue la sempre maggiore consapevolezza del legame esistente fra i problemi di salute e l’alimentazione, ha avviato in Europa la crescita esponenziale del numero dei produttori agricoli ecocompatibili e delle strutture di trasformazione e commercializzazione ad esso associati.
Agricoltura ecocompatibile
L’agricoltura ecocompatibile è un metodo di produzione agricolo basato sul rispetto di ogni forma vivente presente sul pianeta Terra (minerale, vegetale, animale, uomo), nella convinzione che solo così potranno essere garantite la sopravvivenza e la prosperità del genere umano e della Terra stessa. L’agricoltura ecocompatibile rappresenta la risposta alla necessità di salvaguardia dell’ambiente e del diffuso bisogno di maggiore sicurezza alimentare, dopo che numerosi incidenti (mucca pazza, polli alla diossina, ecc.) hanno toccato la salute di milioni di cittadini.
Cosa si intende per Alimentazione Naturale Integrale?
Si intende un modo di nutrirsi che utilizzi cibi integrali naturali (non raffinati) ottenuti con metodologie di coltivazione e trasformazione ecocompatibili, che permettano la salvaguardia dell’ambiente, delle risorse naturali, delle varietà autoctone e del loro valore nutrizionale. Le coltivazioni di vegetali o gli allevamenti animali (che sarebbe comunque bene evitare del tutto per porre fine alle barbarie sugli animali) non devono essere intensivi e soprattutto non devono utilizzare pesticidi o concimi chimici, ormoni, antibiotici, micotossine, OGM.
Perché mangiare cibi integrali naturali?
Non certo per moda o status symbol, ma perché fanno veramente bene alla nostra salute. Attualmente i popoli più longevi della terra sono quelli che ancora prediligono mangiare cereali integrali autoctoni non modificati, frutta e verdura fresca, legumi, latte crudo intero non pastorizzato.
Questi alimenti hanno un elevato valore nutritivo, sono facilmente digeribili, hanno un aspetto gradevole (anche se possono presentare qualche ammaccatura o punzecchiatura) e soprattutto sono gustosi.
Possiamo fidarci dei Cibi Biologici?
Dipende dai produttori e dalle zone di produzione. Non basta scrivere sulle confezione “Prodotto Biologico” o “da Agricoltura biologica” (e neanche “genuino” o “tipico”) o la certificazione di un Organismo di Controllo del Biologico o slogan pubblicitari del tipo “mangia sano, torna alla Natura” per avere alimenti sani e di qualità.
Spesso succede che:
a) molti terreni convertiti al biologico, abbiano per anni subito trattamenti chimici di ogni tipo o siano localizzati in zone dove l’inquinamento è comunque alto (da questi terreni non possono derivare prodotti sani, anche se si seguono le direttive della produzione biologica senza concimi e pesticidi);
b) molti prodotti biologici contengono additivi alimentari pericolosi;
c) prodotti biologici (farine, pasta, pane, biscotti) derivati dal grano, dal mais, dal riso, dalla soia, possono comunque provenire spesso da una materia prima modificata geneticamente (OGM);
d) un PRODOTTO BIOLOGICO NON È SEMPRE INTEGRALE; infatti molti cereali (grano, frumento, orzo, riso, etc) vengono coltivati con metodo biologico (ovvero senza sostanze chimiche), ma poi vengono raffinati dalle industrie, perdendo completamente qualsiasi valore nutrizionale e salutistico.
I Prodotti Ecocompatibili vengono invece coltivati (senza uso di sostanze chimiche) in zone Parco o Preparco dove l’inquinamento è scarso, ma soprattutto non vengono raffinati e sono autoctoni, ovvero sono grani antichi che non hanno subito modifiche genetiche.
Cos’è un cereale integrale?
Un chicco di cereale rappresenta il seme completo della pianta, scomponibile nelle sue parti costituenti (crusca, endosperma, germe), ricco di fattori nutrizionali e salutari:
• La crusca è il rivestimento esterno del chicco, ricca di fibre, minerali (ferro, magnesio, rame, zinco), antiossidanti e vitamine del gruppo B;
• L’endosperma è lo strato intermedio nonché la porzione più estesa del chicco, ricca di proteine, carboidrati, alcune vitamine e minerali;
• Il germe è la parte interna del seme, una vera e propria miniera di vitamine (gruppo B, E), minerali, antiossidanti, grassi insaturi (buoni), sostanze benefiche per la salute.
Purtroppo le moderne procedure di raffinazione dei cereali privano le farine di germe e crusca: il risultato è un alimento povero di sostanze benefiche, con perdita di fibre e nutrienti importanti (es. la perdita del valore proteico è del 25%), che molti produttori favoriscono solamente perché si conservano più a lungo.
Ironia della sorte o potere delle industrie alimentari, oggi i cereali raffinati vengono arricchiti di altri nutrienti che però non compensano la grande perdita perpetuata, senza considerare che è la sinergia dei componenti presenti nel cereale integrale originario, che determina l’azione benefica.
Perché consumare cereali integrali
La ricerca scientifica dimostra che il consumo di cereali integrali è correlato ad un miglioramento generale delle condizioni di salute e a livelli di mortalità ridotta; in particolare:
a) contribuiscono a far perdere peso con risultati duraturi nel tempo, grazie all’elevato contenuto di fibre (che riducono la sensazione di fame e l’assorbimento di zuccheri, con conseguente bassa secrezione di insulina responsabile del sovrappeso), al ridotto indice glicemico (IG) ed alla ridotta densità calorica;
b) riducono del 20-40% il rischio di tumori al pancreas, al colon, allo stomaco, alla mammella, all’utero, alle ovaia, grazie all’elevato contenuto di fibre ed alle proprietà antiossidanti;
c) riducono il rischio di malattie cardiocircolatorie (principale causa di morte nei paesi industrializzati), poiché agiscono riducendo la pressione sanguigna e la formazione di colesterolo cattivo, aumentando al contempo la formazione di colesterolo buono;
d) riducono il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, oltre a rappresentare una parte importante dell’alimentazione dei diabetici;
e) migliorano la funzionalità del sistema gastrointestinale, con riduzione dei disturbi (stipsi, meteorismo, emorroidi, intolleranze alimentari) e delle infiammazioni intestinali, che sono all’origine di disturbi invalidanti quali Celiachia e Morbo di Crohn.
Fonte: www.euronaturgroup.com
Ottimo contributo…buon cibo anche per la mente!