Correlazioni evidenti tra alluminio nel cervello e morbo di Alzheimer
Conosciamo tutti che cos’è l’alluminio e gli usi che ne facciamo quotidianamente: pentole, pellicole, contenitori per bevande e alimenti, deodoranti ascellari, tabacco, infissi, farmaci prescritti, come adiuvanti nei vaccini… scie chimiche.
Un aspetto dell’alluminio, che molte persone non conoscono, è che è una neurotossina che può avere un effetto di deterioramento sul nostro cervello e sistema nervoso. Inoltre, gli esperti rivelano che può essere un importante fattore scatenante per l’insorgenza del morbo di Alzheimer.
Siamo costantemente esposti a questa neurotossina, possiamo fare qualcosa per proteggerci? Per cominciare, diciamo che ci sono una serie di estratti naturali di piante e sostanze nutritive che possono abbassare e prevenire la tossicità dell’alluminio a carico del cervello, in modo da proteggerlo da disturbi cognitivi.
Un team di neuroscienziati della Louisiana State University, guidati dal Dr.Walter Lukiw, Professore Ordinario di Neurologia, Neuroscienze e Oftalmologia, ha condotto uno studio sulla possibile tossicità dell’alluminio che porta alla comparsa, lo sviluppo e la progressione del morbo di Alzheimer. Il loro studio è stato riassunto in un articolo peer-reviewed pubblicato nei Frontiers in Aging Neuroscience e secondo le loro conclusioni: ”Il contributo dell’alluminio per la malattia di Alzheimer si basa su almeno sette osservazioni derivate in modo indipendente”.
In estrema sintesi, i risultati di questa e di altre ricerche sostengono che l’alluminio punta dritto al cervello. L’alluminio sta al sistema nervoso centrale, come il fumo di sigaretta sta ai polmoni. Gli scienziati dicono chiaramente che i metalli tossici danneggiano il tessuto cerebrale e portano a malattie degenerative producendo stress ossidativo, e l’alluminio è uno dei peggiori criminali in questo senso.
Con i tassi di Alzheimer alle stelle, i percorsi variegati odierni dell’esposizione all’alluminio sono una grande preoccupazione. Infatti, una volta che l’alluminio è nei nostri tessuti, il corpo ha difficoltà ad espellerlo. Questo metallo tossico non ha alcuno scopo biologico, per cui meno se ne ingerisce, meglio è.
Una volta nel corpo, si muove attraverso di esso con facilità, senza ostacoli, cavalcando il sistema di trasporto del ferro. Esso attraversa con facilità le barriere biologiche che normalmente tengono fuori altri tipi di tossine, come la barriera emato-encefalica. In questo modo, nel tempo, l’alluminio può accumularsi nel cervello e provocare gravi danni.
Come disintossicarsi dall’alluminio
Ci sono, per fortuna, una serie di potenti chelanti che è possibile utilizzare per disintossicarsi dall’alluminio. Chiaramente, il primo passo sarebbe evitare l’ulteriore esposizione all’alluminio. Questo significa evitare prodotti quali:
– dentifricio contenente ossi-idrossido di alluminio,
– antitraspiranti contenenti cloruro di alluminio, cloridrato di alluminio, o composti di alluminio-zirconio,
– contenitori di bevande laminati di alluminio,
– pentole di alluminio,
– macchine per caffè espresso in alluminio.
Per l’Alzheimer avanzato possono essere utili i seguenti agenti chelanti:
– Acqua ricca di silicio, come l’acqua Fiji, che contiene 83 mg di silicio per litro. Una ricerca pubblicata nel 2013, ha dimostrato che bere fino ad un litro di acqua minerale ricca di silicio al giorno per 12 settimane, elimina efficacemente l’alluminio per via urinaria, senza effetti nocivi sui metalli essenziali come ferro e rame. Ecco cosa dicono gli autori: “Abbiamo fornito prove preliminari che oltre 12 settimane di terapia di acqua minerale ricca di silicio fanno scendere il carico corporeo di alluminio nei soggetti con Alzheimer, e ci sono stati anche miglioramenti clinicamente rilevanti nella prestazione cognitiva di almeno 3 individui su 15”.
– Melatonina: Le ricerche dimostrano che la melatonina ha un ruolo nel vincolare i metalli ed è un integratore utile nel trattamento dei disturbi neurologici in cui è coinvolto lo stress ossidativo, compreso quindi l’Alzheimer. La melatonina può viaggiare liberamente attraverso tutte le barriere cellulari, facilitando la rimozione di metalli tossici come l’alluminio. Sembra anche capace di sopprimere l’attività ossidativa dell’alluminio nel cervello.
– Qualsiasi cosa che aumenta il glutatione. Il corpo sintetizza il glutatione da tre aminoacidi: cisteina, glutammato e glicina. Frutta e verdura crude (soprattutto avocado, asparagi, pompelmo, fragole, arancia, pomodoro, melone, broccoli, curcuma, pesche, zucchine, e spinaci) sono ricchi di precursori glutammato e glicina. Fonti alimentari di cisteina includono uova, carne (che però è meglio evitare per altri motivi), peperoni rossi, aglio, cipolle, cavoli di Bruxelles, proteine del siero del latte e germe di grano.
Altri trattamenti utili per il miglioramento del metabolismo del glutatione includono:
– Esercizio fisico: l’esercizio influisce sui livelli di trifosfato adenosina (ATP) necessari per aiutare a produrre glutatione.
– Ottimizzare i livelli di vitamina D attraverso l’esposizione al sole; ci sono alcune prove che la vitamina D aumenta i livelli intracellulari di glutatione.
– Bagni di sale inglese (“Epsom salt”)
– Integrazione con metilsulfonilmetano (MSM)
– L’integratore N-acetil L-cisteina (NAC) può anche essere utile. Il NAC è il nutriente per la formazione del glutatione antiossidante intracellulare.
– La curcumina: la ricerca suggerisce che la curcumina ha un effetto protettivo dai danni indotti dall’alluminio, modulando la portata dello stress ossidativo. Essa riduce anche le placche di beta-amiloide associate con l’Alzheimer, ritarda il degrado dei neuroni, chela i metalli, diminuisce la formazione di microglia, e ha un effetto anti-infiammatorio e antiossidante complessivo. Gli studi hanno dimostrato che la curcumina può aiutare a migliorare la memoria dei pazienti di Alzheimer. Vi sono, tuttavia, alcune controindicazioni all’uso della curcumina, in caso di ostruzione delle vie biliari (in quanto stimola la secrezione biliare), calcoli biliari, ittero ostruttivo, o colica biliare acuta.
In sintesi
Non si può più sostenere che l’alluminio non abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come Alzheimer; l’evidenza è molto chiara e crescente. In realtà, non dovrebbe sorprendere che le persone con tossicità da alluminio mostrino molti degli stessi sintomi di quelli con demenza, Parkinson, ADHD, autismo e altre malattie neurologiche, perché l’alluminio punta esattamente queste aree del cervello e del sistema nervoso.
Il modo migliore per proteggersi, è essere attenti alle scelte alimentari e ai prodotti della cura personale, e ridurre al minimo l’uso di vaccini e altri farmaci che vengono spesso contaminati con l’alluminio. Anche ottimizzare il tenore di zolfo nella dieta è essenziale, perché il corpo ha bisogno di zolfo per produrre la sua arma numero uno contro il sovraccarico di alluminio: il glutatione. Facendo queste poche cose per proteggersi, si minimizza l’esposizione e si massimizza la capacità del corpo di liberarsi di questo metallo tossico, che ci porterà ad una vita lunga e sana e agli anni d’argento.
È ancora presto per conclusioni definitive riguardo a questi argomenti, ma i ricercatori cercano di farsi alcune idee circa l’effetto dell’alluminio sul sistema neurologico dai test sugli animali. Sono riusciti finora a dimostrare con certezza che l’alluminio, anche nelle dosi più piccole, provoca disturbi di apprendimento, problemi comportamentali, il morbo di Alzheimer e problemi di memoria negli animali. Inoltre, hanno scoperto che i ratti che assumono alluminio attraverso il cibo, nelle stesse quantità in cui lo assumono mediamente gli americani, sperimentano un grave deterioramento cognitivo in età avanzata, molto simile al morbo di Alzheimer e tutti i sintomi di accompagnamento.
Uno dei motivi principali per cui questo accade, è perché l’alluminio viene accumulato in regioni specifiche del cervello che sono più sensibili ai danni nella malattia di Alzheimer. Molti studi hanno inoltre dimostrato che l’alluminio porta alla formazione anormale di placche beta-amiloide nel cervello dell’animale e alla formazione di grovigli neurofibrillari, collezioni anormali di fili ritorti di proteine nelle cellule nervose. Questi grovigli ostruiscono la comunicazione tra neuroni, manifestazione tipica del morbo di Alzheimer.
Fonti web:
http://www.healthyteam.com/
http://www.alzheimer-riese.it/index.php/contributi-dal-mondo/denuncia-a-advocacy/4401-il-legame-alzheimer-alluminio-non-puo-piu-essere-essere-ignorato
http://www.younetspiegalevele.info/
Fonte: http://fuoridimatrix.blogspot.it/2016/07/come-rimuovere-lalluminio-dal-cervello.html
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