L’assurda sessualità del futuro: accoppiarsi coi Robot
di Enrica Perucchietti
Digisessualità e ibridazione uomo-macchina: siamo sull’orlo di una nuova trasformazione culturale e antropologica, una vera e propria rivoluzione che intende snaturare l’Uomo della e dalla propria umanità, per renderlo una “macchina”.
“Siamo nel 2034. La bambole meccaniche di Cartier, della serie “Eva Futura”, rappresentano l’oggetto più desiderato dai nuovi ricchi della Rivoluzione informatica: sono state costruite per soddisfare ogni piacere e perversione maschile. Queste robot-schiave, dotate di intelligenza artificiale, hanno però il difetto di infettare, e di conseguenza modificare, il DNA umano: contagiano gli uomini che, a loro volta, contagiano le mogli facendole diventare “ginoidi”, bambole meccaniche. I figli che nasceranno saranno degli ibridi: l’umanità sembra condannata all’estinzione a meno che non si riesca a circoscrivere l’epidemia…”
È la trama di “Virus ginoide” (“Dead Girls”), il romanzo cyberpunk di Richard Calder, pubblicato nel 1993. Il racconto è ricco di diversi spunti: dal tema della costante reificazione femminile (la donna che diventa mero oggetto del piacere maschile), alla sempre più attuale automazione e ibridazione uomo-macchina.
Perché ne parlo? Quando l’avevo letto una decina d’anni fa, non avevo pensato alle possibili implicazioni pratiche del racconto. Devo ricredermi. Dopo aver concordato col direttore di scrivere un pezzo sulla “digisessualità”, ho intercettato per caso un articolo in inglese il cui titolo in italiano può essere reso come: “Uomini e robot possono avere figli creando una nuova specie di ibridi”, pubblicato sul sito del Daily Star (1). Esso espone le ricerche nel campo dell’Intelligenza Artificiale del dr. David Levy, già autore del saggio “Love and Sex with Robots”, secondo cui nel prossimo futuro sarà possibile “creare” degli ibridi, manipolando il dna umano con cromosomi robot. Il riferimento a Calder è stato immediato.
Levy ritiene, inoltre, che la legislazione dovrà adattarsi ai mutevoli rapporti con la tecnologia e che i cambiamenti arriveranno più velocemente di quanto possiamo immaginare, auspicando persino il matrimonio tra uomini e robot: “Man mano che sempre più persone accetteranno il concetto di amore e sesso condiviso con i robot, la società dovrà sviluppare leggi per regolare i rapporti robot/essere umano. Cadranno le restrizioni, proprio come è successo con il matrimonio interrazziale negli anni ’60 e il matrimonio omosessuale dell’ultimo decennio” (2).
Non meravigliatevi: è la nuova tendenza. Se non vi eravate ancora abituati al “poliamore”, eccovi serviti la digisessualità. Chi sono quindi i “digisexual”? Sono coloro che scelgono di fare sesso solo con i robot dalle sembianze umane senza, quindi, avere rapporti con persone “vere”.
Sembra, lo ripeto, un’esagerazione, la trama di un racconto cyberpunk o di qualche serie tv americana, invece, le derive post-umane si stanno concretizzando sempre di più, semplicemente ne siamo all’oscuro. Da “Blade Runner” a “Her”, da “Ex Machina” a “Westworld”, il cinema, le serie tv e la letteratura ci hanno infatti “abituato” a questo scenario distopico. Solo che immaginare che possa avere un risvolto “reale” è straniante. Invece, le future relazioni tra esseri umani e robot, potrebbero avere questo risvolto imprevisto, ma il cui impatto potrebbe essere significativo quanto quello in altri ambiti (lavorativo, per esempio).
Se n’era già parlato, infatti, in un rapporto pubblicato in Gran Bretagna, dalla “Fondazione per la Robotica Responsabile”, intitolato “Il nostro futuro sessuale con i robot” e ripreso anche dalla rivista “Nature” sul suo sito. Il rapporto intende aprire il dibattito sugli scenari che potrebbero presentarsi già nei prossimi 10 o 15 anni in Occidente, alla luce di quanto sta già accadendo in Asia, con la diffusione di bambole-robot fatte a immagine delle donne e destinate al sesso.
Che cosa sta accadendo soprattutto in Giappone? Ce lo spiega un articolo del 7 luglio 2017, de “La Stampa”, in cui si afferma, che secondo le ultime statistiche, le complicazioni dei rapporti sentimentali e sessuali di un numero sempre crescente di giapponesi, hanno portato alla crescita della percentuale di vergini quasi quarantenni. Inoltre, le coppie sposate tra i 35 e i 50 anni, hanno pochissimi amplessi.
Per ovviare ai rapporti umani e alle loro “complicazioni”, spopolano le “waifu”, mogli virtuali dei “nerd” che vivono incollati allo schermo. Aumentano anche le storie di mariti che convivono (spesso in triangolo) assieme ai manichini, mentre le donne in carriera che lavorano, dopo aver fatto figli sono condannate dall’opinione pubblica maschilista, spingendo il 70 per cento delle neo-mamme a non tornare al lavoro.
Nell’immaginario di un numero crescente di maschi, le bambole robot hanno poi l’immagine dell’eroina manga adolescente, maliziosa ma meno aggressiva e impegnativa di qualunque donna adulta “reale”… questa la dice lunga sull’uomo contemporaneo e sull’apparente emancipazione femminile. Meglio i manichini o i fumetti e a breve i robot che possono soddisfare qualunque desiderio e possono poi essere spenti con un click, come le bambole di “Eva Futura” di “Virus ginoide”.
Le ricerche scientifiche che indagano le implicazioni sociali, legali e morali delle relazioni con i robot sono pochissime, secondo la rivista “Nature”, perché ritenute volgari e sensazionalistiche dal mondo accademico. Quindi, mentre in Asia la tecnologia corre e i costumi cambiano, da noi si tende a nascondere la polvere sotto il tappeto e a far finta di nulla, come se il problema non esistesse.
Come se non bastasse la digisessualità, ecco che con il dr. Levy e colleghi si aprono gli scenari per proporre apertamente l’ibridazione uomo-macchina e la creazione di una genia di ibridi. Non scandalizzatevi, dovreste avere ormai imparato che qualunque idea, anche la più strampalata, ha una finestra di opportunità per essere discussa e divenire realtà, come insegna la “Finestra di Overton”. Ci pensa Hollywood a inondare di messaggi ben calibrati le masse, abituandole “per gradi” agli scenari che si vogliono imporre.
Siamo sull’orlo di una nuova trasformazione culturale e antropologica, una vera e propria rivoluzione che intende snaturare l’Uomo, della e dalla propria umanità, per renderlo una “macchina”, un automa spersonalizzato, facilmente controllabile e “programmabile”.
Sulle ceneri del vecchio mondo in agonia, sorgerà un mondo nuovo che offrirà paradisi artificiali in cui rifugiarsi, “pane e circensi, miracoli e misteri” sempre più virtuali. Quindi, non solo sono destinati a sparire i vecchi lavori, i vecchi ruoli, i vecchi “generi”, i vecchi valori, ma lo stesso uomo come lo conosciamo.
Articolo di Enrica Perucchietti
Riferimenti:
(1) https://www.dailystar.co.uk/news/latest-news/667906/Human-robot-baby-cyborg-hybrid-species-AI-artificial-intelligence-Dr-David-Levy-love-sex
(2) https://focustech.it/sex-robot-digisexuals-preferiscono-le-bambole-sessuali-personalizzabili-163326
Fonte: https://www.interessenazionale.net/blog/lassurda-sessualita-del-futuro-accoppiarsi-coi-robot
Bè, almeno per quello che mi riguarda, peccato che non potrò vedere questa era vedendola un po futuristica. I rapporti personali non sono roba per tutti, molti di noi uomini dobbiamo ricorrere o all’ autoerotismo o al sesso a pagamento in quanto le donne si orientano verso uno stereotipo maschile diverso da quello che è in larga misura un uomo; Chi non è di bell’ aspetto ha difficoltà nel primo approccio e questa difficoltà si fa via via sempre piu marcando, appunto, dal definirsi quel modello uomo difficilmente raggiungibile ricorrendo ai soli mezzi di madre natura. E poi il rapporto coniugale, qui posso ben parlare anche per esperienza personale, se si vogliono rapporti occasionali bisogna sposarsi… E se il partner (moglie in questo caso) perde il desiderio sessuale verso il proprio marito? E se quel marito per rispetto della moglie e della famiglia non cerca sesso altrove? Se a casa trova una persona ben disposta magari al dialogo, alla famiglia, ma non alla sessualità? Meglio una bambola che la solitudine e la tristezza dell’ autoerotismo sulla tazza del water mentre tutti dormono!
E poi parliamoci chiaro, il sesso spesso viene usato dalla donna come arma di ricatto: “se fai il bravo (forse) te la faccio vedere”. Ogni atto sessuale sottointende un numero di fattori pre e post, prima bisogna accenderle il desiderio e poi bisogna coccolarla, mentre con un amante il sesso fugace è ammesso.
Bambole sessuali? Benvenuto futuro, almeno per i maschietti, ma sono sicuro che anche le femminucce non disdegneranno qualche “Ken” con accessori da usare al capriccio del momento 😉