Se fossi un Re…
di Andrea Pilati
Partiamo con una questione, che spesso viene alla luce: perché tanto accanimento contro gli esseri umani che pensano?
Credo che la domanda non abbia una risposta univoca e ciò conferma quanta poca focalizzazione del problema abbiamo e quanto siamo a rischio proprio per il fatto di non essere efficaci nelle nostre azioni, nelle decisioni e nelle direzioni da prendere. Provo allora a proporre una mia personale visione dell’argomento, una visione che a me funziona e fornisce una risposta logica e piuttosto stabile.
Durante la conferenza sulla moneta che si è tenuta a Gravellona Toce venerdì 19 novembre, e alla quale sono stato invitato come relatore, ho posto la domanda classica al pubblico in sala: “Ma secondo voi, perché mai si devono accanire contro di noi se i soldi, a Loro che li stampano, non interessano e già ci dominano?”.
Le risposte sono state molto variegate, proprio per il fatto che non contempliamo un punto di vista puramente interno a noi; spesso si sente ragionare sul fatto che “mangiamo ciò che siamo” ma molto raramente sul “provochiamo ciò che siamo”. Sarebbe una estrema presa di coscienza e un atto di grande responsabilità. Ma ciò comporterebbe anche un grande potere, sia costruttivo che distruttivo; dipende dal nostro vero intento.
Ma continuiamo sul filo precedente…Ecco, nella domanda posta al pubblico, è quel “…già ci dominano” che a Loro interessa… È un po’ come se fosse la Loro missione, il Loro ruolo in questo teatro, la tetra parte che devono svolgere quelli che reputiamo i “padroni del mondo”. Ma ci dominano per quale motivo? Perché mai trattenerci nei Loro giochi? Pare ci vogliano distrarre da qualche importante obbiettivo…
Se ragioniamo in modo da vedere l’aspetto evolutivo di questi fatti, tutto ciò che sta accadendo ha una sua logica; gli ostacoli che ci vengono posti lungo il cammino sono proporzionali al risultato che ogni essere umano, che vuole evolvere, deve ottenere. E se la sua più alta evoluzione lo deve portare ad essere sovrano di sé stesso, come solo un Re può essere, ecco allora che il peso di tutto la cronaca che ci assilla ogni giorno da quasi due anni, prende una piega addirittura positiva. Non vi può essere la consegna di un premio prezioso senza sforzi di pari misura; se poi il premio è la totale sovranità possiamo ben comprendere come tutta questa pressione psicologica abbia ragione di essere.
Facciamo ben attenzione ai termini però; per “sovranità individuale” non intendo un approccio come quello basato su Popolo Unico oppure OPPT, perché li ritengo focalizzati sul confronto con l’esterno, strada che ritengo troppo lunga, contorta e dispersiva. Per “Sovranità individuale” intendo proprio la capacità di confronto con sè stessi, di essere padroni delle proprie emotività, la capacità di stare sopra ai condizionamenti dettati dalle paure indotte dai Loro strumenti di comunicazione utilizzati dai Loro accoliti, consapevoli o meno di essere Loro complici.
Su questo fronte, in questi tempi, si possono vedere cadere molti colossi di argilla; molti di coloro che, nel passato, hanno millantato percorsi di spiritualità, oggi, nei fatti, dimostrano accondiscendenza, mista, a volte, a totale mancanza di dubbio circa la narrativa proposta e imposta dalla cronaca, propalata dai vari canali “ufficiali”.
Così capita tra i prelati, sudditi dei loro stessi dogmi, incapaci di prendersi sulle spalle la croce della responsabilità dei pastori di anime che si sono sempre proclamati, e si sono abbassati a crocifiggere (nuovamente e ogni giorno) il proprio e altrui spirito in nome del nuovo dio, approvato dal soglio pontificio, chiamato “Scienza senza dubbio”. Così capita tra i divulgatori di musica terapeutica che oggi hanno invece invertito la sintonia e promuovono musica solo ai salvati dal siero, rinnegando così ogni precedente legame con la libertà che tale arte ha sempre portato in seno.
E capita pure di vedere amici, che avevano rinnegato con tanta convinzione la narrativa su virus e suoi derivati, cadere nelle maglie dei tamponi di regime, in preda a psicosi da influenza stagionale perché “non si sa mai”, “per togliersi un dubbio”, e scoprirsi poi positivi e con quindici euro in meno, relegati in casa per giorni, schedati da quel Sistema che hanno sempre denigrato, non creduto, rinnegato… fino a prova contraria. Caduti, infine, nella Sua sagace ma ben poco raffinata rete, ora agli arresti domiciliari per propria volontà.
E come poter pretendere, quindi, di diventare sovrani, se non si è in grado di portare la corona della dignità e della regalità, di reggere lo scettro della volontà e della saggezza, se si cede di fronte a un malanno di stagione senza vedere oltre? Se ci si appoggia agli strumenti del Sistema è perché, di lui, ancora, in fondo, ci fidiamo, da lui non ci vogliamo staccare. E allora più onesto sarebbe ammettere: “Sì, a me va bene così. Se la nuova società richiederà tale capacità di emancipazione io non mi sento pronto/a“. Ecco, tale onesta presa di posizione sarebbe già di per sé prerogativa di un Reale. Altrimenti si farebbe la figura del giullare…
Per i cultori della saga Arturiana, la spada dalla roccia è possibile estrarla solo per coloro che hanno pure intenzioni e spirito temprato, un seme di regalità nel cuore, poca cedevolezza, il coraggio di un guerriero e la meraviglia di un bambino. Mettiamocela tutta per andare oltre il limite della paura; di là, oltre quel suo cancello arrugginito vi è un giardino stupendo, che attende solo di essere contemplato.
Articolo di Andrea Pilati
Fonte: https://traterraecielo.live/2021/11/22/se-fossi-un-re/
Bello..bello e bello!!! Hai anticipato il ventiduesimo Archetipo( che sto terminando proprio in questi giorni)!!!