Mantra e Guarigione
di Marco Stefanelli
Ci sono molte teorie relative al legame tra mantra e guarigione, ma solo con l’osservazione individuale e la crescente comprensione, ogni soggetto acquisirà intuizioni uniche.
Con la nostra mente limitata, che funziona soltanto su un piano spazio-temporale, non possiamo effettivamente abbracciare tutta la legge del Divino o la legge stessa della Natura, e neppure comprendere le cause complesse delle malattie. Tuttavia, cantando, o recitando dei mantra, concentrandoci con la mente, rinforzando tale concentrazione con l’azione e governando la volontà, la purificazione e la guarigione potrà avere luogo in maniera naturale dentro di noi.
I mantra possono esercitare un effetto risanante, liberando le emozioni e determinando uno stato di calma e di profondo rilassamento, tanto in chi li canta, quanto in chi li ascolti. Con la mente rilassata, la fonte della malattia e le radici nascoste del conflitto possono emergere alla superficie, dove è possibile elaborarli. È importante però sapere la motivazione, per quale motivo si vuole essere in salute, chiedersi come si intende impiegare il resto della propria vita nel caso che la salute venga ripristinata.
In una parola, si deve essere concentrati sul proprio desiderio. Sembra paradossale da dire, ma essere malati comporta talora dei vantaggi a cui il nostro ego non vuole rinunciare, anche se non lo ammettiamo a livello cosciente; rafforzando la nostra volontà e quella parte di noi che vuole stare bene, la polarità del desiderio mentale può essere sopraffatta, permettendo alla guarigione di verificarsi.
A parte il bisogno di attenzione dell’Io, che tende a perpetuare il malessere, e la mancanza di umiltà, che indica un atteggiamento sbagliato, ci sono molti altri fattori che potrebbero interferire con le pratiche spirituali che si mettono in atto per guarire. E’ possibile, ad esempio, che si debbano trarre dalla malattia delle lezioni spirituali e che quindi il risanamento non sia la cosa migliore per noi; oppure, è possibile che si stia seguendo un’alimentazione scorretta, che si sia esposti a un ambiente tossico o che si stiano violando certe leggi della Natura a cui è soggetto il nostro corpo.
Non dobbiamo inoltre chiedere la guarigione e neppure dire a Dio come, quando o con quanta rapidità realizzarla. Non sappiamo infatti quale debito karmico debba essere ripagato, o come sopra accennato, quali lezioni debbano essere apprese grazie alla malattia.
Risanare non è un’azione che occorre realizzare subito… o mai più, anche se così può valutare la percezione umana. La persona si dovrebbe abbandonare a Dio, alle forze curative del Cosmo, accertandosi di non avere nessuna opinione personale e di non formulare nessun giudizio.
Soltanto appellandosi a tutta la compassione di cui si è capaci, è possibile essere in grado di invocare in maniera diretta o di applicare il potere risanante del mantra. Il mantra può vincere qualsiasi ostacolo se la persona lo recita, o lo riceve come compenso di un debito karmico, con la fiducia nel perdono e la disponibilità a modificare la rotta della propria vita, dedicandola al servizio di Dio.
Quando si cantano i Santi Nomi Divini, il lavoro che si compie diventa più facile e più gioioso, non è più un dovere sgradevole, perché il mantra costantemente presente nella mente riporta l’attenzione su Dio e sul pensiero che Dio si sta esprimendo attraverso la nostra mente. Cantando o recitando, ad alta voce o in silenzio, si veicola la forza, il potere del mantra e questo potere sarà una benedizione ovunque si vada.
Articolo di Marco Stefanelli
Tratto da: “Mantra, Linguaggio e Guarigione” di Marco Stefanelli
Fonte: http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/mantra_e_guarigione.html
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