Piacere o Felicità… una grande differenza!
di Marco Cammilli
Qual è la differenza tra Piacere e Felicità? Spesso facciamo l’errore di confonderli. E troppe volte rincorriamo il piacere pensando che possa offrirci un’autentica felicità. Chiediti se questa inesorabile corsa abbia mai funzionato fino ad ora. La risposta la conosciamo entrambi: no!
Ho trascorso le ferie d’Agosto in campeggio con la mia famiglia, esattamente in un bungalow. Quella sera i miei figli erano già a letto, mentre io e mia moglie eravamo seduti in veranda. Lei intenta a leggere un libro mentre io osservavo il cielo stellato che si stagliava oltre il profilo degli alberi.
Un silenzio, a cui non sono abituato, sembrava aver sfiorato ogni persona e ogni oggetto all’interno del campeggio. Le stelle brillavano con vigore nonostante la luna piena ostentasse tutto il suo chiarore. Un uccello notturno riempiva ritmicamente e con delicatezza quel silenzio. Alcune immagini si rincorrevano nella mia testa: i miei figli che giocavano con mia moglie e subito dopo mio fratello con la sua famiglia. Sopra queste immagini vedevo distintamente i volti sorridenti dei miei genitori. Probabilmente è durato solo una frazione di secondo, difficile dirlo, ma in quel momento mi sono sentito davvero Felice. È stata proprio questa sensazione a portarmi a riflettere su alcuni aspetti delle nostre vite, sulla differenza tra Piacere e Felicità.
“Abbiamo costruito un sistema che ci persuade a spendere il denaro che non abbiamo, in cose di cui non abbiamo bisogno, per creare impressioni che non dureranno su persone che non ci interessano”. (Emile H. Gauvreay)
Come ti sembra questa frase? Tosta vero? Mi accorgo che troppo spesso, io in primis, facciamo l’errore d’inseguire il piacere confondendolo con la felicità. Ecco il più grosso sbaglio che possiamo commettere e purtroppo c’inciampiamo ogni volta.
Differenza tra Piacere e Felicità: Avere o Essere?
Comprare un vestito nuovo, indossare un nuovo paio di occhiali, comprare l’ultimo smartphone sono solo dei comportamenti che ci consentono di raggiungere un certo tipo di piacere. Ma questo non ha niente a che fare con la felicità. Pensa un attimo all’ultima volta in cui ti sei sentito/a davvero felice e parlo di quella felicità autentica, quella gioia profonda che nasce dentro e ti riempie. Sono convinto che quella sensazione non aveva niente a che fare con l’acquisto della macchina nuova, dell’ultimo modello di televisore o del nuovo portatile. Il piacere è solamente una gratificazione temporanea che soddisfa il bisogno di provare nuove emozioni dandoci una scarica di adrenalina e appagamento.
Il piacere non può essere duraturo, per sua natura ha infatti la tendenza a dissolversi molto velocemente. Cosa ne resta quindi una volta passato l’effetto temporaneo? Niente. Non fraintendermi, la ricerca del piacere è un comportamento assolutamente naturale ed è giusto afferrarlo, ma un conto è saperlo gestire, un altro paio di maniche è rincorrerlo, confondendolo con la felicità. Se stai inseguendo il solo piacere è infatti probabile che tu stia dissipando energie e tempo prezioso, stai camminando sulla strada sbagliata e ti stai allontanando sempre più da ciò che invece vorresti raggiungere: la Felicità.
Hai fatto caso che più ci allontaniamo dalla Felicità e più rincorriamo il Piacere per colmare quella sensazione di vuoto che si sviluppa dentro di noi? È capitato a tutti di cercare di compensare una delusione o un momento in cui ci sentivamo giù di morale con un acquisto un po’ pazzo. Prova a riportare alla mente l’ultima volta che è successo. Com’è andata? Quanto tempo è durata quella sensazione di euforia e appagamento? Lo sappiamo entrambi: poco, molto poco. Non solo, hai risolto il problema per cui ti sentivi triste? Ovviamente no.
La differenza tra Piacere e Felicità dovrebbe ora cominciare ad essere un po’ meno nebulosa, ma andiamo avanti in modo che sia tutto ben chiaro.
Differenza tra Piacere e Felicità: siamo una “stanza vuota”?
“Questa è un’epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra, per occultare il vuoto della stanza”. (Dalai Lama)
Prova a ricordare: l’ultima volta in cui ti sei sentito davvero felice non aveva niente a che fare con l’acquisto di un oggetto, riguardava qualcosa di più intimo come un’amicizia, il rapporto con il tuo partner o con i tuoi figli. Probabilmente aveva a che fare con la condivisione di uno specifico momento, di un viaggio o di una cena. Forse ancora riguardava quell’abbraccio o quel momento in cui “parlavi con gli occhi” a una persona amata. Oppure non riguardava niente e nessuno ma solo te stesso.
Perché allora rincorriamo continuamente il piacere anziché concentrarci sulla ricerca della Felicità? Perché il Piacere ha l’indubbio vantaggio dell’appagamento immediato: paghi e godi dell’acquisto, quale che sia. Passa qualche giorno però e il gioco ricomincia, si riparte alla ricerca di un nuovo piacere, perché l’ultimo ha già esaurito il suo effetto. Abbiamo, allora, bisogno di altro, di un nuovo acquisto per farci provare altra adrenalina e nuove sensazioni.
Puoi comprare ciò che ti gratifica… ma non fare l’errore di confondere tutto questo come la via per la felicità! Basta guardare nelle nostre case per osservare tantissimi oggetti che non ci suscitano più alcuna emozione da anni e di cui non sappiamo più neppure cosa farcene, nella migliore delle ipotesi finiscono in un ripostiglio già pieno di cose da buttare.
“La felicità non ha nulla a che vedere con il successo, nulla a che vedere con l’ambizione, con il denaro, il potere e il prestigio. La felicità è qualcosa che ha a che fare esclusivamente con il tuo atteggiamento verso la realtà”. (Osho Rajneesh)
La felicità si trova dentro di noi e non ne troverai mai traccia in alcun oggetto esterno, quale che sia il suo valore o il suo prestigio. Ecco una netta differenza tra piacere e felicità: il piacere è fisico, mentre la felicità è uno stato mentale. Il piacere, la gratificazione si consumano molto velocemente: oggi ci sono e domani non più.
Differenza tra Piacere e Felicità: dissetarsi con acqua salata
Hai mai fatto caso come le immagini mentali legate a un desiderio generino in noi sempre due distinte azioni. Possiamo decidere di reprimere quel desiderio generando però malumore e insoddisfazione, oppure possiamo ascoltare quel desiderio, assecondandolo. In effetti perché farsi tanti problemi? Perché reprimere un desiderio se posso assecondarlo? Allora cosa aspettiamo… così ogni problema svanirà. Come no…
Assecondare quel desiderio, in realtà, non sarà altro che una breve tregua, l’indomani saremo presi da altre pulsioni, da altri desideri e più li asseconderemo, più sentiremo il bisogno di seguirli. Si crea così un circolo vizioso, una sorta di droga che ci allontana sempre più dalla Felicità. È un po’ come se volessimo trovare conforto nel dissetarci con acqua salata. Più ne bevi e più avrai sete.
L’abitudine di appagare i nostri desideri diventa sempre più forte e, a quel punto, l’esperienza del desiderio non è neppure più di appagamento, ma diventa una vera e propria schiavitù. Perdiamo così il nostro bene più prezioso: la nostra libertà interiore.
“È come quando sentiamo prurito per una puntura di zanzara. Istintivamente cerchiamo sollievo grattandoci. Ma il sollievo dura poco, perché il prurito ritorna subito più intenso, e noi sfreghiamo la pelle fino a farla sanguinare. Abbiamo confuso sollievo e guarigione. Quando decidiamo di non grattarci più, anche se ne abbiamo una gran voglia, non è perché pensiamo che grattarci sia male, ma perché la nostra esperienza ci ha insegnato che scorticarci è ancora più doloroso, e che la tortura finirà presto se aspetteremo che il prurito si attenui da solo”. (tratto da: “Il gusto di essere felici” di Matthieu Ricard)
Ci sarà sempre qualcosa da desiderare, ci sarà sempre qualcosa che ci porta a correrle incontro. Permettimi di dire che se la tua Felicità è strettamente legata alle cose che ti circondano, è una felicità che vale poco, è cioè una parvenza di felicità, perché condizionata dal mondo esterno e, in quanto tale, non dipende da te. La Tua Felicità non sarà Mai Tua, ma in mano ad altri! Quando ci troviamo a un bivio, c’è una domanda semplice che può aiutarci a fare la scelta giusta: “Questa mia decisione mi garantirebbe una maggiore felicità oppure mi darà accesso solo a un nuovo, momentaneo piacere?”
Differenza tra Piacere e Felicità: la pura semplicità
La libertà interiore ci consente di apprezzare la pura semplicità del momento presente, svincolato quindi dai rimorsi del passato e dalle ansie del futuro. Liberiamoci dalle invasioni dei ricordi che ci assalgono e che attentano alla nostra serenità, liberiamoci dalle inutili preoccupazioni per il futuro, focalizziamoci solo sulle cose realmente importanti. Chiediamoci cosa possa davvero renderci felici, ponendo attenzione a non confondere questo stato di particolare benessere con altri surrogati.
Forse essere Felici significa amare incondizionatamente se stessi e gli altri, gestendo al meglio le nostre risorse interne, per affrontare anche gli eventi che attentano continuamente al nostro benessere.
Concludendo, l’ostacolo maggiore alla felicità è spesso proprio il fatto che non abbiamo chiarezza su cosa essa sia veramente. E fino a quando continueremo a confonderla con il piacere, la gratificazione o altri surrogati, risulterà assai improbabile raggiungerla.
Articolo di Marco Cammilli (titolo originale: Differenza tra piacere e felicità)
Fonte: http://www.upgradeyourmind.it/felicita/differenza-piacere-e-felicita/
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