Come screditare tutto… ma proprio tutto!
di Daniel Drasin
Gli scientisti: la scienza non come processo di scoperta da condurre a mente aperta, ma come guerra santa contro sfrenate orde di “adepti della ciarlataneria”.
Ecco come si può incominciare a screditare un argomento… Attrezzatura necessaria: una poltrona. Assumete quindi la giusta espressione, curate di avere un’aria condiscendente che suggerisca che le vostre personali opinioni sono sostenute dalla completa fiducia e credito divino. Utilizzate termini vaghi, soggettivi e di discredito, come “ridicolo” o “banale” in un modo da suggerire che abbiano tutta la forza dell’autorità della scienza.
Dipingete la scienza non come un processo di scoperta da condurre a mente aperta, ma come una guerra santa contro sfrenate orde di infedeli, adepti della ciarlataneria. E poiché in guerra il fine giustifica i mezzi, potete falsare, travisare o violare il metodo scientifico, o persino ometterlo del tutto, nel nome della difesa proprio del medesimo metodo scientifico.
Mantenete i vostri argomenti quanto più astratti e teorici possibile. Ciò “manderà il messaggio” che le teorie accettate schiacciano ogni effettiva evidenza che possa sfidarle – e che perciò non vale la pena di esaminare nessuna evidenza di tal genere. Rafforzate l’errore comune secondo cui alcuni argomenti sono di per sé non scientifici. In altre parole, confondete deliberatamente il processo scientifico col prodotto della scienza. (Qualcuno potrebbe, naturalmente, obiettare che, essendo la scienza un metodo universale per la ricerca della verità, deve essere neutrale rispetto all’argomento, e che quindi soltanto il processo investigativo può essere scientificamente responsabile o irresponsabile. Se ciò accadesse, liquidate queste obiezioni utilizzando un metodo impiegato con successo da generazioni di politici: semplicemente rassicurate tutti che “non vi è alcuna contraddizione!”).
Organizzatevi in modo tale da far sì che il vostro messaggio abbia eco in personaggi autorevoli. Il livello fino a cui potete travisare la realtà è direttamente proporzionale al prestigio dell’araldo da voi scelto. Riferitevi sempre alle affermazioni non ortodosse dicendo “sostiene che”, “si dice”, e alle vostre asserzioni come “fatti”, che sono “stabiliti”. Evitate di esaminare la tangibile evidenza. Ciò vi permette di dire impunemente “Non ho visto assolutamente alcuna evidenza a supporto di queste ridicole voci!” (Si noti che questa tecnica ha retto alla prova del tempo, e risale almeno ai tempi di Galileo. Semplicemente rifiutando di guardare attraverso il telescopio, le autorità ecclesiastiche hanno condotto la Chiesa per tre secoli, con trasparenza, svincolata dalla necessità di dover negare!). Se diviene inevitabile esaminare l’evidenza, commentate di rimando: “non c’è niente di nuovo qui!”. Se venite messi di fronte ad un’inconfutabile prova che è sopravvissuta ai test più rigorosi, semplicemente liquidatela con un “troppo comodo”.
Identificate la necessaria componente scettica della scienza, con la totalità della scienza. Enfatizzate quegli elementi della scienza angusti, stringenti, di rigore e di critica, a detrimento di quelli connessi all’intuizione, all’ispirazione, all’esplorazione e all’integrazione. Se qualcuno ha delle obiezioni, accusatelo di vedere la scienza in termini esclusivamente indistinti, soggettivi o metafisici.
Insistete che il progresso della scienza dipende dalla capacità di spiegare l’ignoto in termini del noto. In altre parole, scienza è uguale a riduzionismo. Potete applicare l’approccio riduzionistico in ogni situazione, mettendo da parte via via sempre più evidenze, fino a che il poco che resta si può finalmente spiegare interamente in termini della conoscenza già sistematizzata. Minimizzate il fatto che la libera indagine e il legittimo disaccordo sono una parte normale della scienza.
Rendetevi disponibile per i produttori dei media che cercano “commenti bilanciati” su visioni non ortodosse. Comunque, acconsentite a partecipare soltanto a quelle presentazioni i cui limiti di tempo e i cui pregiudizi a priori, impediscano lussi come: discussioni, dibattiti e possibilità di replica.
Ad ogni opportunità, rafforzate la nozione che “ciò che è familiare è necessariamente razionale”. Il non familiare è dunque irrazionale e di conseguenza inammissibile quale evidenza. Affermate categoricamente che l’inconvenzionale deve essere rifiutato come, al massimo, un’onesta ma errata interpretazione del convenzionale.
Marchiate i vostri oppositori come “creduloni acritici”. Liquidate sommariamente la nozione che anche voler sfatare tutto rivela un credo acritico, sebbene nello status quo. Sostenete che nell’investigazione di fenomeni non convenzionali, una singola pecca invalida il tutto. Nei contesti convenzionali, però, potete saggiamente ricordare il detto secondo cui: “dopo tutto, le situazioni sono complesse e gli esseri umani imperfetti”.
Il “Rasoio di Occam”
Il “Rasoio di Occam” o “principio della parsimonia”, dice che la spiegazione corretta di un mistero coinvolgerà, di solito, principi fondamentali. Insistete, dunque, che la spiegazione standard è quella corretta, perché non implica assunzioni ulteriori! Denunciate con forza che il Rasoio di Occam non è semplicemente un metodo filosofico empirico, ma una legge immutabile.
Scoraggiate con forza ogni studio della storia che possa rivelare il dogma di oggi come l’eresia di ieri. Così pure, evitate di discutere i numerosi paralleli, storici, filosofici e spirituali, tra scienza e democrazia.
Poiché il pubblico tende a non avere chiara la distinzione tra prova ed evidenza, fate il vostro meglio per mantenervi in questa tenebra. Se manca una prova assoluta, affermate categoricamente che “non c’è evidenza!”. Se viene presentata evidenza sufficiente a garantire la necessità di ulteriori investigazioni di un fenomeno inusuale, sostenete che “l’evidenza da sola non prova nulla!”. Ignorate il fatto che nessuno suppone che l’evidenza preliminare debba provare qualcosa.
In ogni caso, insinuate che la prova precede l’evidenza. Questo eliminerà la possibilità di cominciare ogni processo significativo di investigazione – specie se non è stato già stabilito alcun criterio di prova per il fenomeno in questione. Insistete che i criteri di prova non possono in alcun modo essere stabiliti per i fenomeni che non esistono.
Sebbene si supponga che la scienza non debba tollerare standard vaghi o duplici, insistete sempre che i fenomeni non convenzionali devono essere giudicati da un separato, ancora non ben definito, insieme di regole scientifiche. Fate ciò dichiarando che “affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie” – ma attenzione a non definire mai dove termina “l’ordinario” e dove comincia “lo straordinario”. Questo vi permetterà di confezionare un orizzonte delle evidenze che regredisce ad infinito; cioè, di definire l’evidenza “straordinaria” come quella che giace esattamente fuori dalla portata, in ogni istante di tempo.
Allo stesso modo, insistete su classi di evidenze che sono impossibili da ottenere. Per esempio, dichiarate che i fenomeni aerei non identificati, possono essere considerati reali soltanto se li possiamo portare nei laboratori per colpirli con dei martelli e analizzare le loro proprietà fisiche. Ignorate le imprese delle scienze deduttive – l’astronomia, per esempio, che se la passa abbastanza bene senza dover portare esattamente i pianeti, le stelle, le galassie e i buchi neri nei laboratori per colpirli con dei martelli.
Praticate il discredito per associazione. Ammucchiate insieme tutti i fenomeni che sono comunemente considerati paranormali e suggerite che i loro sostenitori e ricercatori parlano con una sola voce. In questo modo potete trascinare indiscriminatamente materiale da un caso ad un altro, per supportare le vostre visioni così come vi necessita. Per esempio, se un’affermazione che ha qualche somiglianza superficiale con quella di cui si discute è risultata una frode (oppure è comunemente considerata così), citatela come se fosse un esempio appropriato. Poi assumete un sorriso gongolante, distendetevi sulla vostra poltrona e dite solo: “Sostengo la mia tesi”.
Usate la parola “immaginazione” come un epiteto che si applica soltanto quando si vede qualcosa che non c’è, e non anche quando si nega qualcosa che c’è. Se un numero significativo di persone concorda di aver osservato qualcosa che viola la normale percezione della realtà, semplicemente ascrivetela ad una “allucinazione di massa”. Evitate di considerare la possibilità che la normale percezione della realtà possa essa stessa costituire un’allucinazione di massa.
Il senso del ridicolo
Ridicolo, ridicolo, ridicolo. E’ assolutamente la più potente e scoraggiante arma nella guerra contro la scoperta e l’innovazione. Il senso del ridicolo ha lo straordinario potere di rendere le persone – che abbiano virtualmente ogni tipo di opinione – completamente inconsce in un attimo. Fallisce soltanto nello sviare quelle poche persone che sono di mente sufficientemente indipendente da non cascare in quella specie di consenso emozionale che il senso del ridicolo genera.
Con appropriate allusioni ed esempi, insinuate che il senso del ridicolo costituisce un elemento essenziale del metodo scientifico, che può aumentare il livello di obiettività e di imparzialità con cui ogni ricerca è condotta. Se siete incalzati rispetto alla vostra nuova interpretazione del metodo scientifico, dichiarate che “l’integrità intellettuale è un argomento sottile”.
Insinuate che gli investigatori dei fenomeni non ortodossi siano degli zeloti. Suggerite che allo scopo di investigare l’esistenza di qualcosa, ci si deve prima credere assolutamente. Poi pretendete che tutti questi “veri credenti” conoscano tutte le risposte alle loro domande più complesse in completo dettaglio già prima. Convincete gli altri della vostra personale sincerità,rassicurandoli che voi stesso “vorreste credere nei fenomeni fantastici”. Eludete accuratamente il fatto che la scienza non è una questione di credere o non credere, ma di scoprire.
Usate “fumo e specchietti”, cioè, annebbiamento ed illusione. Non dimenticate mai che una scivolosa mistura di fatti, opinioni, insinuazioni, informazioni fuori contesto e di nette bugie raggirerà la maggior parte della gente nella maggior parte dei casi. Una piccola frazione di una parte di fatti su dieci parti di ca***te basterà normalmente per il trucco. (Alcuni “discreditatori” veterani usano diluizioni omeopatiche di fatti con notevole successo!).
Coltivate l’arte di scivolare avanti e indietro tra fatto e finzione, in maniera così impercettibile che il più inconsistente fondamento di verità apparirà come una solidissima base per l’intero vostro edificio di opinioni.
Il metodo PTC
Utilizzate la “PTC”: Pseudo-confutazione Tecnicamente Corretta. Esempio: se qualcuno fa notare che tutte le grandi verità sono iniziate come affermazioni blasfeme, rispondete immediatamente che non tutte le affermazioni blasfeme sono diventate grandi verità. Essendo la vostra risposta tecnicamente corretta, nessuno noterà che non confuta realmente l’osservazione iniziale.
Banalizzate il singolo caso preso in considerazione, per banalizzare l’intero argomento in questione. Caratterizzate lo studio dei fenomeni ortodossi quale profondo e impegnativo, descrivendo invece lo studio dei fenomeni non ortodossi come così inconsistente da non richiedere nient’altro che uno sguardo ai giornali scandalistici. Se venite incalzato sull’argomento, dite semplicemente “ma lì non c’è niente da studiare!”.
Caratterizzate ogni serio ricercatore di argomenti non ortodossi come “buffo” o “bizzarro”, o come “sedicente” – le parole d’ordine favorite dai media per “falso”. Ricordate che la maggior parte delle persone non ha abbastanza tempo o competenza per un’attenta discriminazione, e tende ad accettare o rigettare tutto di una situazione non familiare. Quindi discreditate l’intera storia sforzandovi di discreditarne una parte. Ecco come: prendete un elemento del caso che sia completamente fuori contesto; quindi trovate qualcosa di banale che possa ipoteticamente spiegarlo; dichiarate che quell’elemento è stato spiegato; alla fine organizzate una conferenza stampa e annunciate al mondo che l’intero caso è stato spiegato!
Assumete un illusionista professionista che può imitare il fenomeno in questione: per esempio ESP (Extra Sensorial Perceptions, le cosiddette percezioni extrasensoriali, tra cui si trovano anche percezioni a distanza, telepatia, percezioni del futuro o del passato, ecc.), psicocinesi o levitazione. Ciò convincerà il pubblico che i testimoni originali di tali fenomeni devono essere stati a loro volta illusionisti di talento (o persone ingannate da essi) che si erano fatti beffe del fenomeno originale esattamente nello stesso modo.
Trovate un fenomeno banale che, ai profani, appaia identico al fenomeno descritto. Quindi suggerite che l’esistenza di riproduzioni dozzinali in qualche modo proibisce l’esistenza dell’oggetto originale. Per esempio, deducete che poiché la gente vede “facce” nelle rocce e nelle nuvole, l’enigmatica faccia su Marte deve essere un’illusione simile e che quindi non può in alcun modo essere artificiale.
Quando un fenomeno inspiegato mostra evidenza di un’intelligenza (come nel caso dei misteriosi cerchi nel grano) focalizzate l’attenzione esclusivamente sul meccanismo che potrebbe essere stato brandito dall’intelligenza piuttosto che sull’intelligenza che potrebbe aver brandito il meccanismo. Più attenzione dedicate al meccanismo, più facilmente potete distrarre la gente dalla possibilità dell’esistenza di un’intelligenza non ordinaria.
Accusate i ricercatori dei fenomeni inusuali di credere in “forze invisibili e realtà extrasensoriali”. Se dovessero far rilevare che le scienze fisiche hanno sempre avuto a che fare con forze invisibili e realtà extrasensoriali (gravità, elettromagnetismo…) rispondete, ridacchiando con condiscendenza, che questa è “un’ingenua interpretazione dei fatti”.
Insistete che la scienza occidentale è completamente oggettiva, e che non è basata su assunzioni non verificabili, credenze nascoste o interessi ideologici. Se accade che un fenomeno non familiare o inesplicabile viene considerato vero e/o utile da un’altra cultura non occidentale, potete rifiutarlo su due piedi come “errore dell’ignoranza”, “superstizione medievale” o “tradizione folcloristica”.
Etichettate ogni fenomeno non ben compreso come “occulto”, “marginale”, “paranormale”, “metafisico”, “mistico”, “soprannaturale”, o “new age”. Se siete fortunati, ciò ritarderà ogni ricerca responsabile su tale fenomeno per decenni!
Lo sosteniamo da anni
Ponete domande che sembrano contenere una conoscenza data per scontata che supporti il vostro punto di vista; per esempio, “perché i poliziotti, i piloti militari, i controllori del traffico aereo o gli psichiatri non parlano di avvistamenti UFO?” (Se qualcuno precisa che lo fanno, insistete che quelli che lo fanno devono essere mentalmente instabili.)
Ponete domande a cui non si può dare risposte perché sono basate su criteri arbitrari di prova. Per esempio, “se questa asserzione fosse vera, perché non l’abbiamo vista in TV?” oppure “in questa o quella rivista scientifica?”. Non dimenticate mai la madre di tutte le domande di questo tipo: “Se gli UFO sono extraterrestri, perché non sono atterrati sul prato della Casa Bianca?”.
Analogamente, rafforzate la favola comune secondo cui la conoscenza scientifica è completa e finita. Fatelo asserendo che “se questo e quello fossero veri, già lo sapremmo!”. Ricordate che potete facilmente far sembrare che state refutando le asserzioni di qualcuno, costruendo “uomini di paglia” da distruggere. Un modo di fare questo, è citarli in maniera sbagliata ma al tempo stesso mantenendo un grano di verità convincente. Un’altra strategia efficace, con una lunga storia di successi, è semplicemente riprodurre male i loro esperimenti – o evitare proprio di riprodurli sulla base del fatto che “farlo sarebbe ridicolo o inutile”. Per rendere l’intero procedimento perfino più semplice, non rispondete alle loro affermazioni vere ma alle affermazioni così come riportate dai media, o come sono diffuse nella tradizione comune.
Insistete che questa e quella affermazione non ortodossa non si può provare scientificamente, perché nessuna istituzione che si rispetti finanzierebbe degli esperimenti così ridicoli. Siate selettivi. Per esempio, se un metodo di cura non ortodosso non è riuscito ad indurre una totale remissione in un caso di malattia terminale, potete ritenerlo senza valore – evitando con cura di menzionare alcun difetto della medicina convenzionale.
Considerate gli autori delle affermazioni come se fossero i responsabili dell’etica aziendale e delle politiche editoriali di ogni mezzo di comunicazione che riporti le loro affermazioni. Se un evento inusuale o inesplicabile è riportato in maniera sensazionalistica, consideratela una prova che l’evento stesso deve essere senza alcuna sostanza o valore.
Quando un testimone afferma qualcosa in una maniera che è scientificamente imprecisa, consideratela come se fosse totalmente a-scientifica. Se la persona che fa l’affermazione non è uno scienziato con credenziali, deducete che le sue percezioni possono probabilmente non essere oggettive.
Se non siete in grado di screditare i fatti del caso in esame, screditate i partecipanti – o i giornalisti che hanno fatto la cronaca del caso. Argomenti ad hominem, o attacchi personali, sono tra i metodi più potenti per influenzare il pubblico ed evitare la discussione. Per esempio, se i ricercatori dei fenomeni non ortodossi hanno avuto profitti finanziari dalle attività connesse con le loro ricerche, accusateli di “trarre profitti finanziari dalle attività connesse alla loro ricerca!”. Se la loro ricerca, le pubblicazioni, le conferenze e così via, costituiscono la loro normale modalità di lavoro o il solo mezzo di sostentamento, considerate questo fatto come “la prova decisiva che il loro reddito è stato tratto da queste attività!”. Se hanno provato a raggiungere un pubblico riconoscimento del loro lavoro, potete senza correre alcun rischio caratterizzarli come persone “in cerca di notorietà”.
Fabbricate delle competenze che vi sostengano quanto è necessario, in modo da poter citare le opinioni di coloro i quali sono comunemente considerati possessori della necessaria preparazione. Per esempio, gli astronomi possono essere tirati fuori come esperti sulla questione UFO, sebbene i crediti ottenuti nei corsi in ufologia non sono mai stati un prerequisito per una laurea in astronomia.
Fabbricate confessioni. Se un fenomeno rifiuta ostinatamente di sparire, procuratevi una coppia di coloriti vecchietti eccentrici perché dicano che si tratta di una loro burla(*). La stampa ed il pubblico tenderà sempre a vedere una confessione come sinceramente motivata, e abbandonerà prontamente il proprio senso critico. Dopo tutto, nessuno vuole apparire senza compassione per dei peccatori che si autodenunciano.
Fabbricate sorgenti di disinformazione. Sostenete che “avete trovato la persona che ha diffuso la voce che questo fenomeno esiste!” Fabbricate interi progetti di ricerca. Dichiarate che “queste asserzioni sono state completamente discreditate dai maggiori esperti del campo!”. Fatelo sia se questi esperti hanno mai realmente studiato queste affermazioni, sia se non lo hanno fatto, oppure, per ciò che importa, anche se non esistono.
Nel caso dello scenario peggiore – in cui un fenomeno precedentemente considerato anomalo è improvvisamente accettato dalla comunità scientifica ordinaria – ricordate soltanto che il pubblico ha memoria corta. Semplicemente acclamatela come “una vittoria del metodo scientifico” e dite con disinteresse: “Bene, tutti sanno che si tratta di una questione di rilevanza monumentale. In verità, i miei colleghi ed io l’abbiamo detto da anni!”
(*)E’ un chiaro riferimento alla vexata quaestio dei cosiddetti “cerchi nel grano” (i famosi crop circles, come vengono chiamati in inglese), la cui presunta “spiegazione reale” che saltò fuori nel 1991 era di gran lunga la più assurda di tutte le altre mai proposte: due vecchietti (Doug Bower and David Chorley) “confessarono” di essere proprio loro i burloni che avevano realizzato i 2000 cerchi nel grano comparsi in Gran Bretagna tra il 1978 ed il 1991, avremmo cioè due vecchietti che fanno circa 143 cerchi nel grano all’anno costantemente per 14 anni, al ritmo di uno ogni due giorni e mezzo… Le organizzazioni “scettiche”, stranamente, accolsero questa incredibile “confessione” con grande entusiasmo e la più grande creduloneria possibile. Sulla strana ed intrigante tematica dei “cerchi nel grano”, per vederla affrontata in maniera seria e scientifica, si può leggere l’interessante saggio del fisico olandese Heltjo H. Haselhoff “La natura complessa dei cerchi nel grano – Ricerche scientifiche e leggende urbane”, Natrix editore.
Articolo di Daniel Drasin
Tradotto da Roberto Germano
Fonte: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=91896&typeb=0&come-screditare-proprio-tutto
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