Obsolescenza Genetica
di Francesco Cosimo Damiano Gesù
Guardando alla longevità dei patriarchi antidiluviani, i nostri progenitori, non si può che pensare che l’umanità sia andata incontro ad una sorta di “obsolescenza genetica”.
I semidei, che hanno governato l’Egitto dopo gli Dei e prima degli uomini, i primi sovrani di Sumer, i patriarchi biblici erano, infatti, tutti dotati di longevità straordinaria se comparata ai giorni nostri.
Obsolescenza è un termine relativamente nuovo, usato spesso per indicare la diminuzione progressiva del funzionamento di prodotti elettronici e meccanici, come PC, cellulari, elettrodomestici, automobili. L’obsolescenza viene programmata dalle case produttrici per far sì che il prodotto si rompa o si guasti dopo un determinato periodo d’uso, così da obbligare il consumatore all’acquisto di un nuovo prodotto.
I 10 Patriarchi Antidiluviani:
- Adamo visse 930 anni
- Set 912 anni
- Enos 905 anni
- Kenan 910 anni
- Malaleèl 895 anni
- Iared 962 anni
- Enoch 365 anni (Enoch non morì)
- Matusalemme 969 anni
- Lamech 777 anni
- Noè 950 anni
Sovrani di Sumer prima del Diluvio:
- Alulim di Eridu: 8 shar (28.800 anni)
- Alalgar di Eridu: 10 shar (36.000 anni)
- En-Men-Lu-Ana di Bad-tibira: 12 shar (43.200 anni)
- En-Men-Gal-Ana di Bad-tibira: 8 shar (28.800 anni)
- Dumuzi di Bad-tibira, il pastore: 10 shar (36.000 anni)
- En-Sipad-Zid-Ana di Larak: 8 shar (28.000 anni)
- En-Men-Dur-Ana di Sippar: 5 shar e 5 ners (21.000 anni)
- Ubara-Tutu di Shuruppak: 5 shar e 1 ner (18.600 anni)
- Zin-Suddu (Ziusudra) ricevette in dono la vita eterna
Dopo il diluvio, la regalità di Sumer passò nella città di Kish e la longevità dei sovrani diminuì sensibilmente. Gli ultimi sovrani a raggiungere età considerevoli furono i semidei. Ai giorni nostri, la longevità sembra attribuirsi solo al progresso scientifico, alla diagnostica, alla chirurgia e alle medicine “salva vita”. Mentre fino agli anni precedenti al progresso industriale, il segreto dei centenari era una corretta alimentazione biologica (senza pesticidi e conservanti), uno stile di vita sano, una migliore qualità dell’aria, meno stress. Ma cosa rendeva gli uomini del passato cosi longevi?
Ipotesi Alimentare
Nella Bibbia è scritto che Dio prescrive un’alimentazione vegana per l’uomo. Poi Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo”. Genesi 1,29
Ciò vale anche per gli animali (anche se i carnivori non sembrano contemplati nella creazione) “A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde”. Genesi 1,30
Dopo il diluvio, l’alimentazione diventa onnivora. È Dio stesso ad affermarlo. E’ facile ipotizzare che ciò sia avvenuto per necessità, la terra era allagata e le coltivazioni erano ormai perdute. L’unica fonte di sostentamento erano gli animali scampati al diluvio, anche se per un Dio onnipotente, sarebbe stato semplice ricreare di nuovo tutta la vegetazione in poco tempo.
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue”. Genesi 9,1-4
La diminuzione della longevità è dunque forse dovuta al cambio di alimentazione?
Ipotesi Genetica
L’uomo appena creato possedeva un patrimonio genetico “arricchito” da geni di entità che avevano una longevità maggiore, in quanto l’uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio o meglio degli Dei. Ciò si evince dai racconti biblici e sumeri della Creazione. Secondo gli studi di Sitchin, l’uomo è stato creato modificando il corredo genetico di una specie di homo poco evoluta. Teoria ripresa negli ultimi anni da Mauro Biglino, per spiegare la “creazione” biblica.
La longevità di questi “esseri” era data forse dai ritmi ciclici del loro pianeta d’origine e anche dalla loro particolare alimentazione, si fa accenno infatti al “pane e all’acqua della vita”, divenuto poi l’elisir di giovinezza delle tradizioni successive. Probabilmente, nel corso degli anni questo patrimonio genetico donatoci, si è corrotto attraverso gli incroci tra specie diverse di homo: pensiamo al Neanderthal e al Cro-Magnon spariti misteriosamente, presumibilmente inglobati all’homo sapiens per ibridazione. L’homo sapiens longevo si è mescolato a questi esseri geneticamente “inferiori” e ha, di conseguenza, perduto progressivamente la sua longevità.
Dio fissa la durata della vita umana in 120 anni. Nella Genesi 6,3 leggiamo: Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”. Da notare poi, che nel corso della storia ci sono testimonianze di persone che hanno superato tale soglia, anche dopo il diluvio. Il figlio di Noè, Sem, visse 600 anni, Eber 464 anni, Peleg 239 anni, Abramo 175 anni, e anche i sovrani di Sumer dopo il diluvio, vivevano più di 120 anni. Recenti studi scientifici suppongono che con i prossimi progressi sarà possibile in futuro superare tale soglia.
Ipotesi Geologica
Si ipotizza che in tempi antichi la terra avesse tempi di rotazione e rivoluzione diversi. Ciò potrebbe spiegare il conteggio degli anni in maniera differente. Oppure il ritmo circadiano diverso avrebbe potuto determinare longevità differente. Alcuni ricercatori affermano che la Luna non sia sempre stata il nostro satellite e che sia apparsa nel nostro cielo in tempi relativamente recenti. Altri ancora ipotizzano che la forza di gravità sulla terra sia stata minore in passato, e che ciò abbia permesso l’evoluzione dei grandi rettili del giurassico e dei giganti della mitologia e che abbia anche potuto comportare una longevità diversa.
Si ipotizza anche che le cicliche inversioni dei poli abbiano potuto indebolire il campo magnetico terrestre, favorendo l’esposizione a radiazioni dannose per il DNA. A questo proposito, interessanti sono gli studi di Velikovski, nei cui libri come ad esempio “Mondi in collisione”, oltre a descrivere Venere come una cometa espulsa da Giove e diventata poi un pianeta, ipotizza che i movimenti planetari avvengano sulla base di forze elettromagnetiche piuttosto che gravitazionali, descrivendo queste ultime come una manifestazione delle prime. Velikovsky afferma l’importanza dell’interazione elettromagnetica nel campo astronomico, in particolare in relazione ai passaggi ravvicinati fra corpi celesti.
Ipotesi Teologica
La perdita dell’immortalità secondo la teologia, è dovuta al “peccato originale”, la caduta dell’uomo, che ha reso l’intera umanità mortale e vittima della caducità del tempo. Il peccato quindi è causa dell’invecchiamento, della malattia e della morte. Nella Bibbia la longevità è vista come benedizione divina.
Ipotesi Temporale
Secondo questa ipotesi, il conteggio dell’anno nel passato avveniva in modo diverso dal nostro. Non possiamo dire con certezza in quale modo gli antichi conteggiassero gli anni e lo scorrere del tempo. Anche se i ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che già le prime civiltà possedevano enormi conoscenze in ambito astronomico e sul concetto di tempo e calcolassero l’anno come noi.
L’ossessione genetica
Le stirpi nobili della storia, sembrano essere state ossessionate dal lignaggio e dal patrimonio genetico dei loro avi. Per preservare questa purezza genetica, erano sempre preferibili i matrimoni intra-familiari. Nota era l’ossessione di sposare e avere una discendenza con la propria sorellastra. Probabilmente perché il DNA mitocondriale è più importante di quello nucleare. Ciò valeva sia per le Divinità e i semidei, che per i sovrani e capostipiti del passato, come per esempio Abramo che sposa la sua sorellastra Sara.
Nella Bibbia poi c’è la proibizione per gli ebrei di prendere come moglie una “straniera”. Ciò avveniva in tante culture del passato, e retaggi di questo tipo si possono trovare ancora oggi nei matrimoni indiani, tra appartenenti alla stessa casta. Nel corso dei secoli, anche i matrimoni delle case reali europee, avvenivano con altre famiglie nobili per motivi politici e alleanze militari, ma anche per mantenere una “purezza genetica”.
A tal proposito merita menzione la longevità dei sardi, che alcuni ritengono discendenti dai Pelasgi o popoli del mare, oppure dal popolo guerriero degli Shardana. La lingua dialettale sarda ha curiose analogie con la lingua sumera. Che tribù sumere emigrate abbiano portato sull’isola il loro corredo genetico forse “più puro” è plausibile. L’isolamento geografico, la qualità del cibo, il poco inquinamento e la “purezza genetica” mantenuta nei secoli ha fatto il resto.
Ai giorni nostri abbiamo una longevità maggiore ma fittizia, derivante da farmaci e tecnologie innovative, ma ci sono anche trentenni con una bassa vitalità e problemi di salute tipici degli anziani. Ciò è dovuto a vari fattori come stress, stili di vita errati, alimentazione non sana, inquinamento. Abbiamo perduto la longevità in passato, ora stiamo perdendo progressivamente anche quel poco di salute che ci resta.
Articolo di Francesco Cosimo Damiano Gesù
Fonte: http://lachiavedellapercezione.blogspot.com/search/label/sumeri
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