Le Visioni sul letto di Morte
di Victor Zammit
Fin dal secolo scorso, sono stati pubblicati libri che illustrano in dettaglio le osservazioni fatte da medici e infermieri sui pazienti moribondi. Sebbene le visioni sul letto di morte siano menzionate nella letteratura e nella cultura popolare di ogni epoca, raramente sono state riportate nella letteratura scientifica fino alla fine del 1920, quando furono studiate da Sir William Barrett, Professore di Fisica al Royal College of Science di Dublino.
Egli iniziò ad interessarsi a questo argomento quando la moglie, chirurgo ostetrico, una sera, dopo esser tornata a casa gli raccontò di una donna che quel giorno era morta in ospedale a causa di una emorragia, dopo avere dato alla luce il suo bambino. Poco prima di morire la donna, Doris, si mise a sedere e apparve molto eccitata per il fatto di avere visto un paesaggio meraviglioso, e disse che suo padre era venuto ad accompagnarla per andare dall’altro lato.
Ciò che risultò più sbalorditivo per i Barrett fu il fatto che la donna si era improvvisamente sorpresa di vedere la sorella Vida insieme al padre. Sembra che la sorella di Doris fosse morta solo tre settimane prima. Tuttavia, dal momento che Doris era stata molto male, la morte della sua amata sorella le era stata tenuta segreta, affinché lei non ne venisse a conoscenza.
Questa storia fu per Barrett talmente edificante da spingerlo ad intraprendere uno studio sistematico delle visioni sul letto di morte. Il suo, fu il primo studio scientifico, che arrivò alla conclusione che la mente del paziente moribondo, in molte occasioni, è lucida e razionale. Egli riportò anche una serie di casi in cui il personale medico o i familiari presenti, avevano condiviso la visione del paziente moribondo.
Il suo libro, pubblicato nel 1926, fu intitolato “Deathbed Visions” (Visioni sul letto di morte). In esso Barrett fa notare che:
• Molte volte, al momento della morte, le persone vedono vicino al proprio letto un amico o un parente che crede essere vivente.
• In tutti i casi, a seguito di verifiche, la persona vista era morta prima di loro senza che essi ne fossero a conoscenza.
• I bambini moribondi si sono spesso mostrati sorpresi per il fatto che gli angeli che li aspettavano non avessero le ali.
Negli anni ’60 del Novecento, il Dott. Karlis Osis della American Society for Psychical Research (Società Americana per la Ricerca sul Paranormale) condusse uno studio pilota sulle visioni sul letto di morte, studio che in seguito venne confermato da altri condotti presso culture differenti. Le sue scoperte furono le seguenti:
- Il tipo più comune di visione riguardava persone che erano morte poco tempo prima.
- Le visioni sul letto di morte avevano solitamente breve durata, cinque minuti o anche meno.
- I pazienti moribondi affermavano che i visitatori erano venuti per portarli via.
- Il fatto di credere o meno nell’Aldilà non influisce sulla frequenza o sul tipo di apparizione.
- Alla maggioranza dei pazienti oggetto dello studio, non erano stati somministrati medicinali in grado di provocare allucinazioni.
Nel 1977, il Dott. Osis e il collega Dott. Erlenddur Haraldsson pubblicarono “At the Hour of Death” (Nell’ora della morte). Il libro ampliò lo studio originario, includendovi le relazioni di oltre 1000 dottori e infermieri indiani e statunitensi. In totale, erano riportati i decessi di oltre centomila persone. Si scoprì che tutti questi studi concordavano con il lavoro pionieristico condotto in Inghilterra dal Dott. Robert Crookall per oltre un trentennio e riportato nei suoi numerosi saggi. Di seguito alcune delle sue conclusioni:
- Soltanto il 10% delle persone era cosciente poco prima della morte.
- Di questo gruppo, da metà a due terzi, avevano avuto visioni sul letto di morte.
- Queste visioni avevano assunto la forma di visite o apparizioni di propri cari, di scorci dell’altro mondo e di stati d’animo euforici, inspiegabili sotto il profilo medico.
Il Dott. Melvin Morse, sostiene che lo storico francese Philippe Aries ha documentato che prima dell’anno 1000, i moribondi riferivano visioni di Dio e asserivano di vedere coloro che erano morti prima di loro. E si lamenta del fatto che oggi i pazienti che hanno visioni di questo genere, vengono trattati con narcotici o con Valium per combattere “l’ansia”, e che entrambi i tipi di medicinali cancellano la memoria a breve termine, impedendo ai pazienti di ricordare le visioni che potrebbero avere avuto. Morse sostiene anche che a circa il 90% delle persone che muoiono in ospedale, “vengono somministrate forti dosi di sedativi; il paziente viene rianimato e sottoposto a terapia incessantemente”, e che i dottori considerano le visioni sul letto di morte un problema da risolvere con le medicine.
Nel suo libro “Più Vicini alla Luce – Le commoventi Testimonianze di Bambini che hanno conosciuto l’Aldilà” (Closer to the Light – Learning from the Near-Death Experiences of Children), Morse esprime l’opinione che le visioni sul letto di morte sono “un aspetto dimenticato del processo misterioso della vita” e che possono essere di conforto e avere un effetto salutare sia sul paziente moribondo che sui suoi familiari. Egli riferisce diversi casi di bambini moribondi, che hanno iniziato ad avere visioni dell’Aldilà durante i loro ultimi giorni di vita. Descrivevano colori splendidi, posti bellissimi e familiari defunti di cui a volte non sapevano neppure l’esistenza.
Non sono allucinazioni
Lo stesso Dott. Osis inizialmente avanzò l’ipotesi che queste esperienze potessero essere delle semplici allucinazioni provocate dagli effetti biochimici del cervello agonizzante. Tuttavia, dopo avere indagato, si convinse che queste esperienze erano talmente straordinarie e convincenti, da non potere essere spiegate con le condizioni fisiche del paziente, o con i farmaci che gli venivano somministrati.
Negli archivi della British Society for Psychical Research (Società Britannica per la Ricerca sul Paranormale), ci sono molti casi in cui la visita dell’apparizione è stata testimoniata da altre persone, a volte da più persone simultaneamente, che si trovavano accanto al letto del moribondo.
- In un caso ben documentato un’apparizione sul letto di morte venne vista dalla moribonda, Harriet Pearson, e da tre familiari che si stavano prendendo cura di lei (Journal of the Society for Psychical Research, febbraio 1904: 185-187)
- In un altro caso riguardante un ragazzino moribondo, due testimoni, separatamente, videro accanto al letto del bambino, la madre morta di recente (Atti della Society for Psychical Research, Volume 6, pag. 20).
Le visioni sul letto di morte confermano e rafforzano le altre prove sull’esistenza dell’Aldilà. Tra coloro che sperimentano una morte cosciente, dal cinquanta al sessanta percento ha una visione dell’Aldilà.
L’importanza delle visioni sul letto di morte
- Nel suo libro “Visioni di congedo” (Parting Visions) del 1994, il pediatra Melvin Morse sostiene che:
- È noto che i familiari che vengono a conoscenza delle visioni dei moribondi passano più tempo accanto al letto della persona morente. Questo fattore allevia di molto il senso di colpa che essi possono provare dopo la morte del congiunto.
- Le visioni spirituali danno forza ai pazienti moribondi, facendoli rendere conto del fatto che hanno qualcosa da condividere con gli altri.
- Le visioni spirituali scacciano dal paziente la paura della morte e sono di enorme conforto per i suoi familiari.
- Possono prevenire il senso di fallimento provato dal personale medico.
- Se si presta loro attenzione, possono ridurre notevolmente l’accanimento terapeutico, spesso doloroso per il paziente. Il Dott. Morse sostiene che un ammontare compreso tra il 30% e il 60% degli stanziamenti per la sanità americana, viene speso negli ultimissimi giorni della vita di una persona e “la maggior parte di esso viene spesa in procedure irrazionali che non fanno nulla per prolungare la vita del paziente”.
Carla Wills-Brandon, Medico Psicologo, consulente e autrice di sei libri, ha cominciato a interessarsi delle visioni sul letto di morte, quando suo figlio ne ebbe una all’età di tre anni. Venne visitato da una creatura ultraterrena che gli confidò di essere venuta lì per portare via il nonno, e lo rassicurò dicendogli che il “nonnino” sarebbe stato bene. Nel suo libro “One Last Hug Before I Go: The Mystery and Meaning of Death Bed Visions” (Un ultimo abbraccio prima di andare via: Il mistero e il significato delle visioni sul letto di morte), la Wills-Brandon non solo esamina la ricerca di Barrett e Osis, ma prende in rassegna anche molte esperienze recenti. Le sue conclusioni sono le seguenti:
- La scienza non è in grado di spiegare questi fenomeni.
- Le visioni sul letto di morte ci sono sempre state.
- Queste esperienze prefigurano un’esistenza dopo la morte.
- Da esse abbiamo molto da imparare.
“Una nuova idea viene prima condannata come ridicola e quindi rifiutata perché banale, finché, poi, diventa ciò che tutti sanno”. William James
Tratto da: “Un Avvocato Presenta il Caso dell’Aldilà. Prove Oggettive Inconfutabili” di Victor Zammit
Fonte: http://www.victorzammit.com/book/italian/cap20italian.html
Spesso mi chiedo se è vero che se c’è una speranza di vita ultra terrena perché chi ci ha lascito in maniera tragica strappato dal amore dei suoi non possa ribellarsi a tanta cattiveria e crudeltà che ha ricevuto senza chiederlo da chi tira le redini del destino.È mai possibile che si accetti nel mondo (se esiste) ultraterreno tanta cattiveria senza chiedersi il perché .È mai possibile che nessuno reagisca a tanta crudeltà.
Ernesto Bozzano docet
Sono a conoscenza che alcune persone hanno avuto visioni sul letto di morte! Una mia cara amica mi ha raccontato che suo fratello due giorni prima del trapasso , ha visto la nonna deceduta diversi anni prima, che vedendolo stare male piangeva, mentre lui chiedeva a sua madre di darle un fazzoletto e la indicava senza che la madre potesse vedere anche lei…!!! Poi il giorno dopo sembrava stare meglio, e due giorni dopo se n’è andato lasciando la sua famiglia nella disperazione! Successivamente, più volte la mia amica lo ha sognato bene, come prima che si ammalasse, le ha detto che non dovevano stare male per lui , perché lui ora stava bene. Vorrei dire a Giocondo che non esiste la cattiveria nel mondo ultraterreno, so che è difficile da accettare (ho subito due perdite nella mia famiglia, di cui una era molto giovane). Credo che ci siano dei “disegni” che noi qui non siamo in grado di capire, e che possiamo semplicemente accettare per fede, lasciando andare i nostri cari con la Speranza che un giorno li ritroveremo…
mio padre stava in ospedale in una stanza a due posti,una notte mentre gli stavo vicino vidi il suo volto rasserenarsi e nella sua incoscienza mi disse che vedeva sua madre,suo padre e fratello che gli sorridevano dicendogli di non aver paura perchè loro erano li ad attenderlo ,ma la cosa più fuori dal comune fu che quella notte il signore che divideva la stessa camera e che anch’esso in rianimazione ,si alzò dal letto dicendomi che lui era stato fortunato perche era riuscito a tornare a casa ma il malato del letto accanto e mi descrisse senza conoscerlo tutto di mio padre .lavoro famiglia dove abitava, non ha avuto la sua stessa fortuna perchè morì due giorni dopo.dato che in rianimazione sono monitorati arrivarono gli infermieri e quel signore fu rimesso a letto senza che si ricordasse di ciò che aveva detto e fatto .io credo che quello che ho vissuto era un messaggio per prepararmi alla morte di mio padre .devo dire sinceramente che mi è stato d’aiuto