L’Onda Lunga
di Lorenzo Merlo
Nel gioco “unisci i puntini” compare una figura che mai si vede finché si guardano i singoli passaggi.
Si può credere che le autorevoli voci scientifiche, filosofiche e della società civile contrarie al vaccino come sola risoluzione del problema del Covid-19, sostenitrici delle cure domestiche, ipotizzanti di una regia extra sanitaria, intenta alla rivisitazione socioeconomica del mondo e alla riduzione della popolazione, non siano giunte al tavolo del Governo? Dei Governi? Tendenzialmente no…
C’è allora da presumere che i Governi che promuovono l’emergenza ad oltranza e l’attuato stato sociosanitario, siano marionette dirette a distanza da fili digitali dall’ignoto IP. C’è da domandarsi cosa sia stato promesso ai passacarte della Stampa per disporre della loro quasi bulgara sottomissione. È un’elementare premessa per arrivare a riconoscere che il problema inquinamento-ambiente-economia-demografia non poteva essere altrimenti risolto se non con strategia scacchistica.
Infatti, quale società avrebbe mai potuto mettere in atto le riforme utili per ridurre inquinamento e popolazione? Quale società avrebbe mai accettato di venire sterilizzata o consensualmente decimata? Ci voleva un’idea. Per il bene del pianeta e di tutti i rimasti. E a qualcuno è venuta. Sono gli stessi che hanno trafitto la Terra a morte e lo spirito degli uomini, e che ora si sono presi la responsabilità di porre rimedio al danno compiuto. Naturalmente in stile con la loro biografia predatoria. In ordine con l’intento di mantenere l’egemonia economica del mondo, quantomeno di non farsi fagocitare dalla Cina e suoi sodali.
Andare alla radice del problema non poteva non coinvolgere i quasi otto miliardi di persone che popolano la terra, oggi, vera fonte del problema ambientale. Forse più di quanto lo sia il capitalismo con la sua annessa produzione industriale e la quantità di emissioni urbane, private, sociali. Con cibo, risorse naturali e rifiuti si gioca alle tre carte, dove neanche il mazziere vince più. E lo sa.
Il progetto smaltitorio della moltitudine mondiale passa forse attraverso le nanotecnologie e le vaccinazioni. Da tempo la ricerca scientifica maneggiava i virus. Da tempo aveva fatto parlare chi era al corrente dei fatti in quanto fautore della ricerca stessa. Si trovano video datati di diversi anni addietro che riferiscono di futuri virus e pandemie. Si trovano affermazioni che sostengono che a questa pandemia ne seguiranno altre, più micidiali. Erano i prodromi dell’intento decimante, del quale stiamo assistendo alla “fase Uno”, nel quale siamo immersi. Fase necessaria per avviluppare di paura la maggioranza degli otto miliardi che siamo.
In preda al rischio di morte, l’esitazione nei confronti del vaccino sarebbe stata minima, nonostante il siero fosse in ammessa fase sperimentale dalle medesime case farmaceutiche, nonostante le autorevoli voci scientifiche contrarie e mai governativamente ascoltate. La maggioranza avrebbe ascoltato il coro globalista di Governi e Media d’informazione. E avrebbe dato dell’irresponsabile a chiunque avesse invece esitato, a chiunque si fosse posto qualche interrogativo in merito.
Tanta innocente adesione è un fatto apparentemente sopra la capacità di qualunque imbonitore, venditore o leader, ma del tutto comprensibile sapendo della forza economica dei pochi individui che detengono i Media sociali e d’informazione. Ulteriormente di facile evidenza se si considera che quella forza economica è pari a quella di Stati. Costituire lobby d’interesse, disporre di eserciti – cyber o d’altro tipo non cambia – formare reggimenti di individui uniformati e sparpagliare intelligence capaci di comporre elenchi di fonti di fake news solo perché esprimevano domande e posizioni differenti, è stata cosa che è andata da sé. Del resto, per Big Data e soci, non si tratta di democrazie parlamentari. Nessuna burocrazia le infesta, nessuna politica le inceppa. E come potrebbe: svuotata di tutto tranne che di talk show e progetti ad immediata scadenza, irrigidita dal politically correct, attenta a se stesse, miope sui problemi degli ultimi, e non solo.
Se, come già abbiamo visto, assisteremo ad attriti o peggio, a scontri sociali, non sarà che una strumentalizzazione, un diversivo per distrarre la maggioranza dai puntini, che collegati permettono di disegnare l’onda lunga sulla quale plana il Progetto. La modalità della guerra tra poveri, del divide et impera è imperitura e fiorente tra logiche egoiche, le sole che siamo attualmente in grado di generare.
Se nei prossimi mesi assisteremo ad un tasso cospicuo di mortalità, oltre all’onda lunga si potrà anche vedere la chiusura del cerchio. Del primo cerchio. La paura sterilizzerà la creatività necessaria a mantenersi lucidi, per seguitare a riconoscere la regia di questi tempi tristi. (Ma anche idonei alla diffusione di consapevolezze evolutive).
Il Grande reset globalistico-socioeconomico, la mitizzazione della tecnologia, l’apoteosi della digitalizzazione, la celebrazione del progresso nella corsa all’on line, la consacrazione della politica dell’accoglienza senza guardare al terreno identitario che essa decompone e manda al macero, non potevano essere raggiunti in tempi brevi. Nessuna politica sarebbe stata più veloce del virus, della malattia, della paura, della morte.
Intanto, marcia a pieno regime la formazione coatta della nuova intelligenza dei millenials. Vuota della cultura e della tradizione che hanno costituito le identità della precedente storia umana, ma piena di agilità individualistica. Quanto mai idonea a creare élite e paria, a riorganizzare la piramide sociale sotto l’egida della flessibilità, del lavoro da remoto, dell’automazione, della precarietà, del reddito di cittadinanza. Del distanziamento sociale come ulteriore separazione e distinzione dall’altro. E della moltiplicata dipendenza dalla tecnologia. Con la quale è facile l’illazione su quanto sarà facile dominare società, individui, sentimenti. Su quanto saremo ricattabili. La dipendenza è il regno opposto a quello della libertà.
Siamo forse perciò all’inizio di uno storico epilogo. La cui parabola ha tempi imprecisati anche per chi sta in regia. E noi, diversamente da loro, non abbiamo che cenci e malridotte zattere. Difficile superare l’onda tanto anomala quanto prevedibile che da qualche parte si sta formando. Salvo cessare di dedicarsi ai diversivi ai quali, come sardine per i delfini nell’acquario, di solito dedichiamo passione e rabbia, energia e tempo.
Articolo di Lorenzo Merlo
Fonte: https://www.inchiostronero.it/londa-lunga/
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.

Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
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