Il Virus mondiale: il “paziente zero” è la globalizzazione
di Umberto Bianchi
Strombazzano. Annunciano. Avvisano. Le faccette serie e compunte, accompagnate ad un bombardamento mediatico senza precedenti, ci annunciano l’inaugurazione di una nuova fase del dominio globalista.
Una nuova fase del dominio globalista è stata inaugurata ed è caratterizzata dall’annichilimento di interi popoli e nazioni attraverso la diffusione di vere e proprie pandemie materiali e psicologiche, al fine di pervenire ad un controllo totale su questi ultimi, realizzato attraverso due fasi tra loro perfettamente complementari e sinergiche: si comincia con il diffondere in modo progressivo la notizia della diffusione di un pericolo collettivo (come nel caso del Coronavirus in esame…) a cui, si badi bene, viene conferito un carattere di ineluttabilità, di evento figlio di un meccanismo epocale, al quale non si può ovviare se non attraverso un processo di progressivo controllo e limitazione delle libertà individuali, che, nella militarizzazione dei territori, ha il proprio momento fondante.
A far da cassa di risonanza al tutto, l’improvviso coagularsi di tutte le forze politiche presenti nelle sedi istituzionali, nel nome di un rinnovato senso di solidarietà emergenziale che, invece, fa da cartina di tornasole alla vera natura di queste ultime, semplici marionette al servizio di un ben più ampio e letale, disegno globale. La vicenda del Coronavirus, rientra a pennello in questa casistica, ponendoci dinnanzi ad una serie di ineludibili considerazioni, di più vasto ordine.
A ben guardare le statistiche sanitarie, le pandemie di normale influenza, fan più morti e contagiati che il virus in oggetto. Solo quest’anno in Germania, l’influenza ha colpito ben 80.000 persone, con 13.000 ospedalizzazioni e 130 decessi… Certo, è vero, per la nostra “new entry” virale, non è stato ancora approntato un vaccino e poi si presenta a mò di fenomeno inizialmente caratterizzato da una lunga asintomaticità, la qual cosa, fa sospettare una struttura manipolata da mani imprudenti ed avventate, da apprendisti stregoni da strapazzo.
E, tanto per confermare, se mai ve ne fosse stato il bisogno, la quanto mai realistica natura dei sospetti qui esternati, il fatto che, in quel di Wuhan (Cina…), ha sede un laboratorio per ricerca e sperimentazione batteriologica, inaugurato 6 anni fa da Francia e Cina, sotto il patrocinio dell’OMS e quindi delle nazioni occidentali. Nel 2015, negli Usa è stato registrato da parte di un’agenzia del governo britannico, (il cui capitale è tra l’altro partecipato da Commissione Europea e dalla Bill Gates Foundation, sic!), una forma di Coronavirus attenuata, ovverosia depotenziata rispetto al più letale “originale”.
Ora, ad ascoltare le fonti più aggiornate, sembra anche che qualche anno fa, una partita di virus letali, sia stata dal Canada inoltrata, in gran segreto ai laboratori di Wuhan, per ulteriori ricerche ed esperimenti, ad insaputa, sembra dello stesso governo cinese che, alla notizia, avrebbe manifestato una certa insofferenza. Quanto vi sia di esatto in queste news, non è dato, al momento, sapere. Di certo, vi è la presenza, in quel di Wuhan, di un laboratorio di ricerche batteriologiche avanzate, a gestione congiunta Cina-Occidente.
Un esperimento andato male? O un deliberato intento destabilizzatorio nei riguardi di Cina ed Europa? Qualunque sia la risposta a questa domanda, ci troviamo di fronte ad una gestione quanto meno goffa e pasticciata dell’intera vicenda da parte di tutti i suoi protagonisti. In primis, da parte di quella Cina, il cui potere politico – mosso unicamente dalla fregola di condurre una sfrenata politica di crescita economica, da grandi numeri (sulla carta…) – non ha saputo né voluto agire con la necessaria prudenza e circospezione, permettendo l’insediamento di centri di ricerca legati a doppio filo al globalismo, rendendosi così corresponsabile di quanto si sta verificando a livello globale.
Secondo poi, tutti quei governi occidentali che, ad oggi, continuano a permettere ricerche scientifiche e, quel che è peggio, sperimentazioni che infrangendo qualunque limite etico, finiscono poi inevitabilmente con l’attentare alla salute ed alla sicurezza dei popoli tutti. Terzo, l’allucinante comportamento del nostrano governicchio, inizialmente animato da annunci trionfali e da una boria senza precedenti, per cui tutto era sotto controllo, grazie ad una lungimirante ed oculata prudenza… salvo poi farci risvegliare al terzo posto nella classifica dei contaminati dal Coronavirus, con tanto di quarantene per intere regioni e città.
Quarantene che, però, sembra non siano state minimamente prese in considerazione, nel caso degli arrivi dalla Cina, dalla quale i cittadini in festa per il capodanno lunare, partivano per una vacanza o da cui, i vari residenti nel Bel Paese, si apprestavano a far ritorno dopo il break delle nostrane feste natalizie. Si parla di qualche migliaio o più di anime, qui sbarcate ed entrate, senza che nessuno abbia avuto alcunché da ridire o approfondire. Ridicole ed irrilevanti poi, le cosiddette “autoquarantene”, a cui si sarebbero volontariamente sottoposte alcune famiglie cinesi qui residenti, con prole in età scolare. Senza risposta poi, il conto di quanti, asiatici o meno, siano entrati in Italia, attraverso le friabili frontiere di Schenghen, portandoci in dote l’ultimo prodotto del “made in China”. Ad aggravare ulteriormente il conto, i continui arrivi di barconi carichi di clandestini dal Nord Africa, fatti sbarcare senza seri ed approfonditi controlli e di cui non si conoscono esattamente le condizioni di salute. Il tutto, senza poi voler contare la piaga degli sbarchi clandestini sulle nostre coste, di cui non si conosce ancora l’esatta entità.
Invece, con occhiuta precisione, i controlli sono sì arrivati, ma per gli italiani, ora costretti e blindati, tra casa e strutture sanitarie protette e posti di blocco. Ora additati in tutto il mondo, come appestati da evitare ed isolare. Il tutto con il concorso ed il plauso delle forze politiche tutte, alla bella faccia di intenti e parole bellicose, prudentemente lasciate in disparte, per non urtare la suscettibilità dei potenti di turno. Così, nel nome di un imbecille ed autolesionista buonismo, il nostro governicchio giallo-rosso, ha buttato la salute degli italiani in braccia al Coronavirus.
Il tutto, non senza contraccolpi recessivi su una economia, quella italiana, già duramente provata da un decennio e più di crisi, a partire dal crack finanziario globale del 2009. Che questo virus sia o meno il risultato di un esperimento e che sia sfuggito o meno di mano a qualcuno, o che sia il risultato di una spontanea mutazione genetica, corroborata da abitudini alimentari non proprio ortodosse, rimane il fatto che Lor Signori, stavolta, l’hanno fatta “troppo grossa”.
Troppo grossa l’ha fatta la Cina, permettendo l’installazione in casa propria di un centro di ricerche, sovvenzionato da fondazioni ed istituzioni occidentali, alla bella faccia degli atteggiamenti strafottenti, da comunisti duri e puri. Dopo i morti, i contaminati, le città chiuse, i medici cacciati e denunciati per allarmismo, in Cina, nulla sarà come prima. Il contraccolpo economico, derivante da una generale sfiducia dei mercati e da quelle tensioni interne, non tarderà a manifestarsi. Una parte di quella popolazione stanca e depauperata da mesi di isolamento e forzosa inattività, alzerà il tiro delle pretese economiche, provocando un aumento del costo del lavoro, offuscando definitivamente la concorrenzialità di quel “made in China”, prodotto a costi sinora esigui, ed appesantendo irrimediabilmente la locomotiva cinese.
La dittatura capital-marxista cinese è arrivata al suo naturale capolinea. I suoi sistemi di controllo e repressione sulla popolazione, non saranno più sufficienti a contenere quelle istanze al cambiamento che, dopo quanto accaduto, si faranno via via sentire con sempre maggior forza. Ma se la Cina piange, l’Occidente non ride… Ed anche qui, l’ideologia liberal-globalista, sta arrivando al suo capolinea.
Il buonismo elevato a stile di vita, l’indiscriminata apertura di quelle frontiere che fungevano da barriera protettiva degli interessi dei popoli, la perdita di autorità degli stati nazionali in favore di alienanti istituzioni economiche e finanziarie sovranazionali, la perdurante insicurezza economica determinata dalla significativa riduzione degli ammortizzatori sociali, trovano in questa pandemia il giusto detonatore per far esplodere le contraddizioni di questo sistema.
E poi gli Usa… L’arroganza e la strafottenza di Trump, non sono più sufficienti a nascondere le gravi responsabilità degli Usa in questa vicenda. Responsabilità che emergono da quanto abbiamo già precedentemente accennato, a proposito di brevetti e centri di ricerca, che lasciano chiaramente trasparire una obiettiva responsabilità di questi bei signori.
Fuori dalla Cina, ad esser maggiormente colpiti sono stati Iran ed Italia (nelle sue regioni più industrializzate…) che, guarda un po’, agli States hanno dato qualche grattacapo, più politico-militare per quanto riguarda l’Iran, più economico per quanto riguarda l’Italia, con l’inaugurazione l’anno passato di quella “via della seta” che, a lor signori tanto dispiace. Il tutto, senza voler contare il fatto che, l’Italia ad oggi, rimane il più avanzato laboratorio politico europeo ( e forse anche mondiale…), per la realizzazione di una forma di populismo sovranista e identitario.
“Non tutto il male vien per nuocere”, recita un antico e mai dismesso proverbio popolare. E forse, il Coronavirus, potrebbe rappresentare l’occasione che tutti aspettavamo per far esplodere le contraddizioni di un Sistema, oramai arrivato al suo naturale e fisiologico capolinea.
Articolo di Umberto Bianchi
Fonte: https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-virus-mondiale-il-paziente-zero-e-la-globalizzazione
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