Atlantide e “Le Cronache dell’Akasha”
Parlando di Atlantide è quasi impossibile non fare riferimento alla “Società Teosofica” e ad uno dei suoi esponenti più famosi, Rudolf Steiner.
Possiamo affermare che esistono due storie di Atlantide, il “continente perduto”, non contraddittorie tra loro ma parallele. Da una parte c’è quella descritta da Ignatius Donnelly, che cercò prove “tangibili” dell’esistenza in epoche remote di una “civiltà-madre” da cui sarebbero derivate tutte le altre. Dall’altra c’è la storia tracciata dai Teosofi che, come affermava Edgar Cayce, erano convinti che tutto ciò che era accaduto in Atlantide, così come tutto ciò che è stato, che è e che sarà, sia “scritto” nei cosiddetti “Registri akashici”. Ma di cosa si tratta con esattezza? Cerchiamo di scoprirlo.
“Le Cronache dell’Akasha”: la Memoria dell’Universo
Paradossalmente, è molto più facile per noi, oggi, comprendere il concetto di “Akasha” di quanto non lo fosse per i contemporanei dei teosofisti o teosofi (la “Società teosofica” fu fondata a New York nel 1875, per la diffusione della teosofia). Cominciamo con la sua etimologia.
“Akasha” è una parola in sanscrito e viene usata nell’induismo per indicare una materia che permea e circonda tutte le cose. Nella cultura occidentale il suo equivalente è “etere”, o “quintessenza”. Si tratta di qualcosa di invisibile. La sua invisibilità, tuttavia, non gli toglie concretezza. Potremmo definire l’Akasha come il “fango primordiale”, ciò che ha dato forma a tutto ma che, di per sé, forma non ha. Se i quattro elementi primi della materia (fuoco, aria, terra, acqua) sussistono nel mondo reale, l’Akasha è nel mondo immateriale.
La sua prerogativa principale è di conservare l’impronta della memoria del mondo. Qualcuno lo paragona ad un disco in vinile, su cui vengono registrati i solchi. Noi possiamo, per farcene un’idea grossolana, con facilità assimilarlo ad un “cervello elettronico”, capace di conservare una quantità smisurata di dati.
I Registri dell’Akasha
Ecco allora che si parla di “Registri dell’Akasha” o “Cronache dell’Akasha”. Tutto ciò che è immagazzinato in questo enorme computer quantico può quindi essere attinto, estrapolato e analizzato. Naturalmente sono solo pochi gli esseri umani che hanno la capacità di farlo: sono richieste infatti delle capacità psichiche eccezionali.
Edgar Cayce era in grado di farlo, e come lui tutti coloro che si definiscono “chiaroveggenti”. In base ad alcune teorie elaborate riguardo all’Akasha, quando dormiamo profondamente, in quella fase del sonno definita R.E.M. – di cui non ricordiamo nulla al risveglio – il nostro corpo astrale passeggia nell’Akasha. Qualcuno è in grado di compiere tale incredibile viaggio anche da sveglio, o in stato di ipnosi, come faceva Cayce.
Cosa si può dunque vedere nell’Akasha? Non si tratta infatti solo di un generico “prevedere il futuro”. L’Akasha mostra tutta la memoria molecolare, è in grado, ad esempio, di illustrare la vera evoluzione umana, che non è quella solo ed esclusivamente fisica che va dai primati all’Homo Sapiens. La vera evoluzione umana è spirituale, ma non è, in quanto tale, lineare. Nell’Akasha si può andare avanti e indietro, osservare il presente nella sua vera essenza e attingere alla vera comprensione. Un individuo può attingere alla sua storia personale, ricordando le proprie vite passate, proprio come faceva Cayce.
Rudolf Steiner e “Le Cronache dell’Akasha”
Tutti i teosofisti credevano nell’esistenza dell’Akasha, ma uno in particolare ne parlò in modo approfondito in un libro intitolato, appunto “Cronache dell’Akasha”. Parliamo di Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore di molte correnti di pensiero che riguardano l’istruzione infantile, l’architettura biodinamica e la medicina, in voga ancora oggi.
Steiner fu un seguace della Teosofia, da cui però si distaccò in una certa fase della sua vita fondando un’altra filosofia (lui non volle mai definirla “religione”) chiamata “Antroposofia”. Steiner era molto vicino ai concetti cristiani, ritenendo il Cristo il vero fulcro della storia dell’Uomo. I Teosofisti invece si avvicinavano di più alle teorie orientali, alle filosofie induiste e buddiste del karma e della reincarnazione.
Quello che ci interessa qui, è che nel suo libro sull’Akasha, Steiner parla diffusamente di Atlantide e della sua gente. In modo molto chiaro, egli afferma che non sono i reperti archeologici che ci possono consentire di ricostruire quella storia remota, perché l’uomo moderno ha perduto la capacità intellettuale di capire quella civiltà così lontana.
Ad Atlantide non contavano il calcolo e il computo, come accade nella società contemporanea. Erano invece importanti la memoria e l’immagine. Grazie a questo modo peculiare di apprendere, gli atlantidei potevano attingere alla forza vitale che è presente nell’Universo e servirsene.
Ci si potrebbe chiedere come Steiner (personaggio assolutamente straordinario) potesse conoscere tante cose su una civiltà così remota. Lo aveva certamente letto nell’etere, nell’Akasha, nel grande registro di memoria che gli atlantidei hanno lasciato con il loro passaggio. Dalla loro esperienza sono nate altre razze umane, le attuali, destinate a proseguire nel percorso che conduce alla vera evoluzione umana.
Come comprendere Atlantide
I concetti elaborati e propugnati dalla Teosofia e dall’Antroposofia possono sembrare astrusi e anche un po’ stravaganti, ma quello che ci insegnano è a pensare in un altro modo, a liberarci dei nostri preconcetti e delle sovrastrutture che la nostra mente si è costruita nel passare dei secoli.
Il concetto base da ricordare è che, se si vuole trovare la “strada” per Atlantide, non ci si deve perdere nei dettagli ma si deve osservare l’insieme. Dai piccoli indizi si deduce una storia più grande di quella che ci viene comunemente raccontata. Questa storia è scritta nei registri akashici, che purtroppo per noi sono inattingibili.
Ma se lasciamo che il nostro intelletto sia sgombro da pregiudizi, se come facevano gli atlantidei ci facciamo guidare più dalle immagini e dalle suggestioni che dal mero e freddo intelletto, magari le cronache dell’Akasha sveleranno i loro segreti anche a noi… almeno in parte.
Fonte: https://www.saggiasibilla.com/2019/02/11/le-cronache-dellakasha-per-riscrivere-la-storia-delluomo/
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