di Stefano Marini
Tiziano Terzani è una figura tra le più conosciute del nostro tempo, non solo nel nostro Paese. Famoso per il suo lavoro di giornalista e per il suo cammino di scoperta della vita spirituale.
Molto noti sono i suoi libri quali: “Un indovino mi disse”, “Un altro giro di giostra” o “Lettere contro la guerra”, solo per citarne alcuni ed è al contempo famoso per il suo mestiere di giornalista che, come ci ricorda, fece sempre con “rigore e sensibilità”. “Non pretendendo mai di essere imparziale ed oggettivo, perché ciò risulta impossibile”. Era un corrispondente di guerra, “ha sentito la Storia” muoversi sotto i suoi piedi, tra gli scatti della sua inseparabile macchina fotografica, nelle parole che faceva pervenire a noi, qui, lontani.
Tiziano Terzani è anche conosciuto, forse meno, per il suo cammino tutto particolare – come del resto quello di ognuno di noi – di riscoperta della vita spirituale, di una nuova identità e di un nuovo orizzonte da perseguire e osservare, cioè il “togliersi i propri abiti vecchi e gettarli alle ortiche come un qualcosa che sta stretto”, aprendo la propria misera umana esistenza ad un “piano superiore”…
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