“Stra-fatti di Luce”
È stato scoperto che il DNA funziona come una spugna che assorbe la luce: il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev mise una molecola di DNA in una cuvetta di quartz e vide che assorbiva tutti i fotoni di luce, conservandoli poi sotto forma di una spirale!
Un ricercatore italiano “venuto dal futuro”, Pier Luigi Ighina (si dice assistente segreto di Guglielmo Marconi) negli anni ’70 creò una antenna particolare, E.R.I.M. (acronimo di “emettitore ritmico impulsivo magnetico”). Secondo le intenzioni dello scienziato, questo strumento interagisce con le onde elettromagnetiche della luce del Sole, conformandole in spirale e rendendole in questo modo benefiche, salutari, energizzanti per ogni essere vivente in un certo raggio di azione. E.R.I.M. quindi alimenterebbe il DNA del nostro corpo, che assorbe la luce. Sono stati effettuati parecchi test con l’antenna E.R.I.M. che ha centinaia di feedback positivi… certo nessun riscontro scientifico, solo osservazioni dirette ed empiriche.
Ma torniamo a Garjajev ed al suo esperimento con i fotoni di luce: quando egli tolse la molecola del DNA dal contenitore, si accorse che laddove fino a poco tempo prima essa si trovava, la luce continuava ad esistere sotto forma di spirale. Apparentemente non ci sono spiegazioni razionali e scientifiche a questo processo, l’unica potrebbe essere che esiste un campo di energia che si unisce al “DNA fantasma”, ad una copia eterica del DNA. Questo “fantasma” mantiene e conserva la luce.
Ad esempio, se in questo momento voi siete seduti sulla sedia leggendo queste righe, ma poi vi alzate e ve ne andate altrove, il vostro doppio energetico continua a comporre piccole spirali di luce laddove eravate seduti, entro trilioni di molecole di DNA, per almeno 30 giorni ancora. Il nostro “doppio energetico” rilascia dietro di sé invisibili spirali di luce lungo tutti i nostri percorsi.
Il nostro Corpo si nutre di Luce e la emana
Molto probabilmente siamo arrivati ad un bivio dove le scoperte sul DNA riveleranno presto scenari inediti, ipotesi sinora considerate azzardate. Concetti sino ad ora solo abbozzati stanno diventando realtà.
Fritz Popp, un eminente scienziato tedesco che da anni studia i “biofotoni”, ritiene addirittura che arrivi dalla luce del sole e non dal cibo il nostro principale apporto di energia fisica e mentale. Egli sostiene fra l’altro : “…Adesso sappiamo, per esempio, che la luce può generare o arrestare, delle reazioni a catena nelle cellule, e che il danno genetico cellulare può essere virtualmente riparato, nel giro di alcune ore, da deboli fasci di luce.”
A conferma dell’esistenza di un corpo di luce degli esseri viventi, nel giugno del 2005, a Bologna, venne effettuato un altro esperimento a cui parteciparono sei coppie di esseri umani, di queste una donna ed un uomo rivelarono speciali particolarità. Questa coppia, in realtà, non era formata da persone comuni, tra loro c’erano Umberto Di Grazia (noto sensitivo di fama internazionale) e Florentina Richeldi, i quali, al buio, ma ripresi da speciali macchine da presa in grado di amplificare di 50000 volte il segnale luminoso, emanavano fotoni di luce. Non solo, le riprese dimostrarono che le loro emanazioni luminose producevano bagliori all’unisono che partivano dalla zona della testa e del cuore. La luce emanata sembrava battere allo stesso ritmo. E.R.I.M. …ricordo, sta per “Emettitore, ritmico, impulsivo, magnetico”.
Ora presi separatamente i vari esperimenti, indicherebbero che è ora di perfezionare i libri di scienze, ma anche che non tutti hanno un’emissione di fotoni identica, probabilmente perché il nostro DNA non li assorbe in maniera uguale per tutti, il corpo di luce sembra cioè avere le sue ragioni che la ragione, ancora, non conosce. Potrebbe dipendere da quanto ognuno ne recepisce, oppure da quanto ognuno di noi ne ha a disposizione, a secondo della vita che conduce.
E.R.I.M. di Ighina è uno strumento in grado di concentrare l’energia solare, che si riflette sulla Terra, rendendola armonizzata e coerente con il nostro DNA? Se è questa la sua funzione finale non è mai stato sinora scritto, ma senz’altro l’ipotesi che l’oggetto interagisca addirittura con il DNA, la possibilità che un aumento di luminosità del corpo di luce migliori l’armonia personale e i rapporti con gli altri, spacca le convenzioni. Del resto, l’antico saluto indiano “Namastè” significa: “La luce che è in me saluta la luce che è in te”… sarà un caso?
Fonte: https://www.cambioilmondo.it/e-r-i-m-ighina-stra-fatti-di-luce/
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