Genitori narcisi
di Astra
In linea generale il narcisismo genera narcisismo, ma le dinamiche di crescita di un individuo sono soggette a variabili e circostanze differenti, prima tra tutte la primogenitura.
La cosa certa è che i narcisisti considerano e trattano i propri figli come estensioni di sé e strumenti di gratificazione personale, relegando l’amore a merce di scambio, a seconda di quanto la prole riesca a rispondere alle loro aspettative, ai loro sogni e desideri. Non tollerano né rispettano, in capo ai figli, la formazione di un valido sistema di difesa, fatto di sani principi e di solide barriere e finiscono con il condizionarne lo sviluppo della personalità. Ricorrono al ricatto emotivo come strumento di controllo e instillano nei figli sensi di colpa e di vergogna, rendendoli dipendenti a livello psicologico.
E’ attraverso la prole che il narcisista cerca di saldare i conti con il resto del mondo. Lo fa attraverso molteplici meccanismi di controllo e con dinamiche che portano alla luce il solito braccio di ferro emotivo che caratterizza la sua psiche, sempre combattuta tra il desiderio di veder realizzate le proprie ambizioni attraverso i figli e la sottostante e patologica invidia verso di loro e i traguardi che riescono a raggiungere.
Maestro nell’instillare sensi di colpa negli altri (“…ho sacrificato tutta la mia vita per te”), nel simulare e provocare dipendenza (“ho bisogno di te, non posso farcela senza di te”), nell’esprimere finta comunanza di obiettivi (“abbiamo un progetto comune che possiamo e dobbiamo raggiungere insieme”), nel creare complicità o psicosi condivisa (“tu e io contro il mondo”), il padre o la madre narcisista passerà facilmente anche alla minaccia esplicita (“se non ti allinei ai miei principi, credenze, ideologie, valori e se non obbedisci ai miei ordini ti punirò”).
Il senso di colpa indotto dal genitore narcisista, non è legato a un’azione specifica né tanto meno finalizzato a riabilitare il colpevole o a riparare la relazione in questione. E’ uno strumento di controllo e di manipolazione, diretto a suscitare nel figlio un senso di sudditanza psicologica, per il solo fatto di esistere e stare al mondo.
La funzione primaria dei figli sarà quella di somministrare energia narcisistica al genitore: il senso di assoluta dipendenza del bambino e l’accettazione incondizionata da parte di quest’ultimo della figura di riferimento, servono a mitigare l’ansia di abbandono del padre o della madre. Dipendenza e accettazione che il narcisista tenterà di perpetuare nel tempo, manifestando reazioni brusche e rivelatrici della sua vera personalità, nel caso i figli non rispondano al proprio dovere e smettano di erogare dosi costanti di attenzione e adulazione. Sarà proprio in quel momento, che usciranno fuori i veri colori della relazione patologica: i figli verranno completamente oggettualizzati e il mancato rispetto del tacito contratto, provocherà da parte del genitore patologico manifestazioni di rabbia, disprezzo, silenzio, violenza psicologica e addirittura fisica.
L’oscillazione costante tra la simbiosi idilliaca dietro alla quale, in realtà, si nasconde un ricatto emotivo e il disprezzo tipico della svalutazione – classica punizione che toccherà ai figli che non rigano dritto – contribuirà alla crescita di individui insicuri e dipendenti, convinti di doversi guadagnare ogni briciola di amore e timorosi di essere abbandonati, qualora non dovessero dimostrarsi all’altezza. Vivranno le future relazioni con il complesso di essere meno dotati, meno importanti, meno qualificati e meno meritevoli e con la convinzione che la loro funzione primaria, all’interno del rapporto, debba essere quella di prendersi cura dell’altro: marito, moglie, compagno o amica che sia.
Esiste il rischio che i figli di genitori narcisisti crescano disadattati, con una personalità rigida e marchiata da complicati schemi di difesa psicologica, che inevitabilmente riverseranno nelle relazioni dell’età adulta. Applicando i modelli appresi nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, tenderanno a dipendere dagli altri per la gratificazione personale e l’affermazione del proprio Ego. Avranno paura dell’abbandono, saranno bisognevoli e manifesteranno comportamenti immaturi nello sforzo di preservare la relazione dalla quale dipendono, indipendentemente dall’abuso subito.
Solo in pochi, i cosiddetti contro-dipendenti, come li definisce Sam Vaknin, svilupperanno i tratti e le caratteristiche dei genitori e diventeranno narcisisti a loro volta. Emozioni e bisogni di questi soggetti saranno soffocati da cicatrici formatesi in anni e anni di abusi e di violenze psicologiche. Il sentirsi grandi, la mancanza di empatia e la presuntuosa altezzosità, di solito, nascondono una profonda insicurezza di fondo e un’autostima artificiosa e disfunzionale.
I figli contro-dipendenti saranno fortemente egocentrici, controllanti, aggressivi. Respingeranno e sdegneranno qualsiasi forma di autorità, eviteranno l’intimità e la loro vita sarà caratterizzata da ripetuti cicli di idealizzazione/svalutazione e da una costante mancanza di impegno. Saranno lupi solitari e pessimi giocatori di squadra. Terrorizzati dalle proprie debolezze, cercheranno di superarle proiettando un’immagine di onnipotenza, onniscienza, successo, autosufficienza e superiorità.
Articolo di Astra
Fonte: https://relazionipericoloseblog.com/2016/04/17/genitori-narcisi/
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