Era mio padre ed è morto da bambino
di Marcello Veneziani
Mio padre aveva gli occhi azzurri e guardava la vita con tenerezza celeste. Non reggeva la sua durezza, ne fuggiva le asprezze e si rifugiava nel mare, nel sole, nella scuola e nelle letture. Curava i suoi libri come si curano le piante, faceva “giardinaggio filosofico”.
Animo gentile prima che gentiluomo, amava dimettersi e pagava in anticipo per non avere mai debiti. Rimase per una vita nel paese natio, non conobbe paesi stranieri, metropoli, traffico e affanni. Barattò il proprio tempo per il proprio luogo, preferì Socrate all’automobile. Gli bastava Kant per conoscere il cielo stellato, senza mai salire su un aereo.
In età grave non sopportava più la vita che si era fatta buia, sorda e pesante, e lui aveva la leggerezza degli spiriti delicati…