Lontani dal Mondo
di Lorenzo Merlo
Viviamo su un piano di realtà inclinato, vertiginosamente ripido. Salvo imprevisti, ci porterà alla morte. E sarà una buona sorte, almeno dal punto di vista della rinascita.
Qualche riga manichea che salta molti grigi della realtà, con il solo intento di riferirsi alle tendenze di fondo.
Forse vivo o vengo da un altro mondo. In questi ultimi due anni sono accadute cose che ci avrebbero fatto perdere la casa e qualunque patrimonio, se ci avessero proposto di scommettere su una simile distopia.
Eppure, a cose fatte, la maggioranza ha accettato con indifferenza – al massimo con malesseri individualistici – la sua realizzazione. Anche la sovranità individuale è stata delegata, il guinzaglio attaccato e i canini mostrati ai propri simili meno disponibili ad alienare sé stessi.
Abbiamo assistito a cambi di versione di verità, a minacce, a dichiarazioni di persecuzione, a preghiere di morte e di esclusione dallo stato sociale, a elicotteri a caccia di solitari in riva al mare, a cambi di definizione del concetto di pandemia; abbiamo saputo dell’obbligo contrattuale di irresponsabilità delle case farmaceutiche del siero e sapevamo della sua eterodossia, abbiamo sentito affermare bugie da capi di stato e di governo, da politici e giornalisti, mai seguite da dimissioni né smentite, tanto meno mea culpa; abbiamo visto affermare posizioni come fossero verità definitive, ci hanno fatto credere fosse per il nostro bene e tutto si è rivelato una strategica azione politica per alzare il controllo necessario al nuovo assetto socio-economico che ne azionava le mosse.
Abbiamo visto ricatti nascosti sotto trasparenti foglie di fico tinte di verde, olezzanti di merda. Abbiamo visto la gioia in volto ai Figliol-codanti, che sarebbero potuti tornare a sciare e in discoteca, che credevano di scambiare un buco tossico per l’immunità. Abbiamo visto la frattura sociale alimentata dalla cosmologia del regime. Abbiamo visto ridicolizzate le manifestazioni nazionali e internazionali, come non contassero, come non esistessero, come fossero quattro gatti. Abbiamo visto ignorare i cambi di politica protopandemica di un crescente numero di paesi. Abbiamo assistito al miglior mondo che gente e agende meschine potessero realizzare.
Abbiamo assistito ai peggiori tradimenti, felici di vedere Fiorello a Sanremo e di applaudire ai suoi insulti ai sofferenti. Tutto ciò in mezzo al tradimento dei 5Stelle, alla sideralizzazione del Pd, alla falsa fermezza delle destre, alla farsa dell’elezione presidenziale e a quella dell’Italia che riprende dopo essere stata veramente condannata. E nessuno ha detto nulla.
Meglio, anche se ultimamente qualcuno sta dicendo qualcosa, per lungo tempo nessuno ha detto nulla. Nessuno ha reagito. Tutti hanno seguitato ad accreditare la classe politica, i sindacati e le istituzioni, nonostante i fatti discriminatori così sostanzialmente identici a ciò che la storia dei totalitarismi ci ha mostrato fino a poco fa.
Nessuno della maggioranza, infatti, nonostante la quantità di società andate a gambe all’aria, di lavoratori e di studenti impediti ad accedere alle sedi di lavoro e di studio, di bambini sottratti dal gioco, di medici non solo non ascoltati nonostante i loro successi di cura, ma anche sospesi dai loro ordini, di disoccupati condannati da probiviri governativi che offrono lavoro solo ai sottomessi, di malati rifiutati se privi della vergognosa tessera, ovvero di ciò che non serve a nulla, ha ritenuto di indignarsi, di cessare di dare il proprio accredito a chi ci ha offerto il peggior esempio della cosiddetta democrazia.
E miglior campione di educazione sociale in vista delle prossime vessazioni per l’ambiente, per il clima, per l’energia, per i poveri, per la guerra. Nessuno ha reagito, se non contro chi gli faceva presente che un nuovo modello socio-politico-economico si era attestato nella spaccatura sociale, e l’hanno chiamato complottista e gli hanno augurato la morte.
Se l’operato dei giornalisti è fuori dalle classiche del demerito, quello dei medici gli è pari. Quello dei politici e della magistratura non è neppure più esorcizzabile. Il barcone che tutti insieme governavano nelle bonacce della paura, si è subito riempito di piccoli uomini le cui doti di coraggio e determinazione si sarebbero subito palesate per gettare a mare gli ipotetici untori, solo perché si ponevano interrogativi elementari su quanto stava accadendo.
Non è un’illazione. Chiunque, in questi anni, si sia mosso senza maschera, ha potuto vedere spettacolari salti di marciapiede e udire alle spalle insulti ed improperi a lui destinati dal popolo solerte alla vanitosa ubbidienza. Da pochi giorni abbiamo visto cadere il governativo obbligo di maschera, ma non abbiamo visto perdere la condizione di zerbini alla buona percentuale che ancora, forse con orgoglio, lo protrae come pusillanimi proboviri capoclasse.
Ma ci vorrebbe qualcuno che avesse preso nota strada facendo o qualcun altro che avesse voglia di spulciare l’archivio dei giorni per moltiplicare gli argomenti annotati in queste poche righe, che vogliono essere soltanto evocative di uno stato di incantesimo diffuso.
Alla stessa maniera è accaduto che i paesaggi si siano popolati di ciminiere, la strada di scatole meccaniche, il pensiero di pretese e vanità. Di volta in volta, nessuno ha detto nulla. E chi diceva era screditato, criminalizzato, colpevolizzato, ciarlatanizzato. E chi non lo è stato era solo un cantante, un cantautore o un teatrante: Celentano, Faber e Gaber. E se proprio rompeva, poeta, scrittore o regista che fosse, per ragion di stato si poteva anche fare ciò che essa richiede.
Quello di ora, come per tutti gli altri che in nome del progresso materiale hanno ammazzato più di Pasolini, è stato un processo di realtà che nulla aveva a che vedere con la conoscenza. Non quella dei saperi analitici, tanto utili quanto stupidi se concepiti come i soli degni di epistemologia, ma quella che fa riferimento alla natura, senza lucro né colore.
Rispetto a quanto accaduto in passato, il tempo di ora ha beneficiato di mezzi di comunicazione a terminale digitale. La quantità di attenzione che questa implica ha comportato assuefazione e, quindi, dipendenza. Significa che la tecnologia domina il nostro fare. Oppure che il fare naturale che terrebbe legati alla terra e alle sue verità è, per la maggioranza, divenuto lontano vaneggiamento new age. Nuovamente da screditare, criminalizzare, colpevolizzare e, se necessario, eliminare. Niente più.
Se ci vuole una rara virginea visionarietà per tracciare un progetto capace di interrompere il declino spirituale abbozzato in queste considerazioni, osservare cosa comporta proseguire secondo le logiche dell’attuale politica, è cosa più accessibile a molti. Se ne potrebbero scrivere volumi. Probabilmente se ne sono scritti. E se ne scriveranno. Basterebbe una loro pagina, una loro briciola per evocare l’impressionante esigenza di fermare la folle corsa. Ma sarebbe un’evocazione raccolta da pochi, da quelli che alla maggioranza piace chiamare apoti. Se ne può scrivere, allora, anche qualche riga, almeno come pianto e invocazione.
Privati di identità sociale e individuale, come la politica globalista richiede, non solo siamo perduti, non solo siamo volatilmente disponibili a quella della maggioranza, dell’occasione e della moda, ma diveniamo definitivamente incapaci di evolvere, di divenire individui compiuti, il cui destino è nel sentire la dignità che ci viene data e quella che necessariamente daremo, nel riconoscere la natura come madre e maestra, come fonte e dimora, come essere e non più come oggetto. O nessuna storia potrà essere diversa da quella di un incantesimo. Il cui principio è di essere mossi da entità a noi aliene.
Forse vivo o vengo da un altro mondo. Davanti a queste considerazioni, il meglio che mi sono sentito dire è di essere disadattato, che non mi occupo di realtà, che devo dimostrare ciò che esprimo, che devo studiare. Erano le voci della maggioranza, quelle lontane dal mondo. Dentro l’incantesimo.
Articolo di Lorenzo Merlo
Riferimenti:
(1) https://www.inchiostronero.it/giornata-della-memoria-ma-ricordiamoci-anche-di-questi/
(2) https://www.centroitalicum.com/mattarella-bis-la-pantomima-e-terminata/
Fonte: fisicaquantistica.it
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.

Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
“Cupio dissolvi” dicevano gli antichi in simili circostanze. Ma noi abbiamo dimenticato la lingua dei padri così come abbiamo dimenticato le tradizioni,il rispetto dell’essere umano,la difesa della nostra dignità in cambio di una siringa o di qualche anno in più da vivere. O forse l’inferno è questo, forse siamo già morti e non ce ne siamo accorti