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Déjà vu… una sbirciatina negli universi paralleli — 17 commenti

  1. Mi sembra più semplice. Si tratterebbe di uno stato frequenziale già vissuto in passato in questo contesto tridimensionale, memorizzato e fatto risaltare nel momento in cui questa frequenza si è ripetuta. Ben diversi sono i casi in cui si deve ricorrere alla teoria delle stringhe per offrire una spiegazione soddisfacente di certi eventi, altrimenti inspiegabili.

  2. I vari universi paralleli potrebbero NON avere lo stesso momento temporale in fase….quindi dove nel nostro universo sta scorrendo l’inizio del 2014, in un altro potrebbero essere nel 2017.
    Se le due frequenze entrano in fase, potremmo dare una sbirciata ad un universo parallelo , ma NEL futuro.
    Ecco spiegato il déjà vu……

  3. Ho letto attentamente quanto scritto , e lo trovo molto interessante . Mi è capito troppo spesso di vivere una realtà che in quel momento non riconosco non è quella di sempre ed è appena accaduto anche ora. Cordiali saluti .

  4. Ma sbirceresti il futuro di un altra realtà. Non è detto che sia il futuro del tuo universo.

  5. Esiste un’interpretazione del multiverso (da Everett 1957) che coinvolge la natura del tempo. Secondo questa ipotesi, esistono universi paralleli che contengono le possibili, infinite disposizioni della materia. Questi universi però sono statici. Ovvero, il tempo è solo un modo di porli in sequenza. In questo quadro, il “deja vu” può diventare un punto di contatto tra universi paralleli. Se però hai la sensazione di averlo già visto (quel posto), non è la sbirciatina in un universo altrui. Potrebbe voler dire: in questo posto ci ritornerò, in futuro! Anche se il trascorrere del tempo è per noi solo un’illusione. Vi rendete conto? Siamo ai confini con la chiaroveggenza. Ma devo ammettere che non ho ancora capito bene la questione del multiverso ….

  6. ho vissuto diversi tipi di deja vu e non li considero assolutamente derivanti da problemi cerebrali come si legge in alcuni articoli. Ho vissuto sogni da cui mi sono risvegliata e ricordati benissimo accaduti un anno dopo. Mi capitava spesso durante l’adolescenza , ora meno ma capita ugualmente. Ricordo ogni particolare, non sono cose che faccio quotidianamente. Universi paralleli? Non saprei in effetti nel mio caso c’è una forte connessione con le scelte che prendo durante la mia vita, quindi io parlerei piuttosto di una finestra sul futuro.

  7. Ora mi sbilancio di più. Premetto che sono ateo, materialista, e non credo nelle cosiddette arti occulte. Ma ormai non ho più dubbi, perché mi è successo diverse volte. Il deja vu mi preannuncia regolarmente che quel luogo avrà per me IN FUTURO (anche distante decenni) un grosso impatto emotivo.

  8. Ho letto il commento di “Mauro 3” e mi trovo d’accordo. Secondo me si tratta proprio della capacità cerebrale di conoscere il futuro, però non troppo sviluppata e che perciò si riduce in brevi “deja vu”.
    Posso raccontare un fatto eclatante: avevo iniziato il triennio di linguistica e fatto conoscenza di nuove persone. La notte sogno di trovarmi con 3 di loro all’incrocio di un paese, con palazzine di mattoncini rossi, noi stavamo attraversando la strada. Tre di loro stavano dicendosi qualcosa, sapevo che si trattava di un segreto di una di loro e sapevo dentro di me anche quale, a fianco a me c’era una quarta presenza.
    Mi sveglio ricordandomi precisamente tutto e penso di dirglielo.
    Precisamente un anno dopo, quell’estate con quelle persone siamo andate in Inghilterra, al nostro gruppetto si sono aggiunte altre 3 persone (tra cui la 4a presenza!!!!!!). CI siamo ritrovate precisamente a quell’incrocio, loro parlavano sottovoce non volendo farmi conoscere “un segreto”… peccato già conoscessi tutto un anno prima!!!!!! … però ho fatto finta di niente!
    Posso raccontarne un’altra, ma ne avrei da raccontare molte altri di questi episodi, che ripeto, mi sono capitati soprattutto durante il periodo dell’adolescenza, mentre ora molto raramente.
    Un’altra volta ho fatto un’uscita con gli scout, c’è una tappa chiamata hike che prevede l’uscita solo in due persone per una notte facendo un determinato percorso. In quell’occasione dormii con una persona che si era aperta e mi aveva confidato alcuni suoi pensieri, nel dormiveglia ricordo di aver sognato i suoi pensieri, davanti ad una luce, mi diceva una frase mentre in realtà pensava un’altra cosa e io sapevo cos’era perchè stavo sognando.
    La sera dopo, di fronte al fuoco, quando eravamo tutti riuniti, quella persona mi si è avvicinata dicendomi precisamente quella frase… io però ho risposto al suo pensiero… è rimasto scioccato!
    Non continuo……!!! Troppi e troppo precisi per essere solo problemi “pschici” come qualcuno preferisce definirli per non ragionarci sopra … non mi pare neppure che si possa parlare di universi paralleli … tanto per stare nel vago e mantenersi dalla parte della ragione, in fondo chi lo scopre!!!

  9. Stimolato dal commento di Loredana, entro nei dettagli anch’io. Abito a Milano da quando avevo sei anni. I primi tempi mio padre mi portava in giro con sè in qualche occasione. Una volta (avevo 7-8 anni) siamo passati in tram in via R. Lì, guardando la facciata di un palazzo, ho avuto un forte deja vu, ma ero certo di non esserci mai stato. Non POTEVO esserci stato. Quasi Vent’anni dopo ho conosciuto una ragazza che abitava in quel portone, nel cui appartamento ho dormito alcune notti e che è stata per me una tempesta emotiva. Sono certo di avere avuto quel deja vu, non me lo sono inventato dopo. E potrei raccontarne altri simili. Purtroppo, se questa è una facoltà, non mi serve a gran che, perché il deja vu mi indica solo il luogo, ma non mi dice nè cosa accadrà, né quando.

  10. Beh… come facoltà non serve a molto neppure a me, sinceramente, però mi fa riflettere. Infatti da quando mi sono capitate queste esperienze non ho mai creduto che quando moriremo sarà tutto finito e già questo mi è di conforto.
    Inoltre, siccome il viaggio in Inghilterra per me fu molto stimolante, anche io credo che ci sia un nesso tra situazioni emotivamente forti e questa capacità.

  11. Anch’io ho sperimentato più volte il fenomeno dei deja vu. Mentre si verificavano delle situazioni avevo come l’impressione di averle già vissute e che le attuali si stessero ripetendo solo con lievi differenze, per cui sapevo che cosa sarebbe accaduto ( più o meno precisamente ) di lì a poco. Alcune volte, infatti, ero io stesso a modificare le cose rispetto a come me le ricordavo ( ricordo che si manifestava, in una sorta di flash, nell’istante stesso in cui la situazione accadeva ), alterando alcuni discorsi da me pronunciati o compiendo altre azioni. Il fenomeno però, sfortunatamente, si limitava e si limita tuttora a piccoli accadimenti, per cui non alteravo e non altero eventi significativi per la mia esistenza o per quella altrui.
    Ho letto in alcuni articoli che ciò è dovuto a disturbi psichici o a periodi di intenso stress, associati anche ad irregolarità nel sonno, ed io non possono negare che in alcuni casi ( ma non nella totalità ) fossi particolarmente stressato e bisognoso di una lunga dormita, tuttavia questa spiegazione non mi convince e non mi soddisfa, proprio per quei casi in cui ero un pochino più lucido ( e anche perché una motivazione solamente psichica mi sembra riduttiva ). Dunque anch’io ho iniziato a formulare l’ipotesi di universi paralleli, ma per ora rimane solamente un’ipotesi, un’ipotesi molto affascinante.

  12. l’ipotesi dei mondi paralleli è affascinante…. ma non so cosa pensare…. mentre anche io ho notato che nel deja vu è possibile interagire e modificare la situazione, perciò escludo la spiegazione semplicistica del disturbo neurologico.
    C’è però, nel mio caso, una connessione tra periodi di stress e l’aumento di questa “capacità”.

  13. Per quanto mi riguada non mi è assolutamente possibile interagire col deja vu e non dipende dallo stress. Sono luoghi che mi danno sensazioni precise, e basta. Passando in un luogo, c’è qualcosa che penetra la mia percezione, comunicandomi qualcosa di estremamente familiare, come se fosse legato all’infanzia. Avendo una formazione scientifica, sono in attesa di verificare ulteriormente l’attendibiltà di questa mia teoria (deja vu = luogo che mi darà forti emozioni in futuro) con alcuni punti che mi hanno già dato dei deja vu, ma nei quali non mi è ancora successo nulla. Vi farò sapere, se vi interessa.

  14. Per Mauro3, dato che a me ultimamente non capitano più, sono personalmente interessata alle esperienze altrui. Grazie se mi darai altre informazioni.

  15. Ora ci sono molti fisici che ritengono che il tempo non esista, ma sia una nostra illusione, un modo per leggere la realtà, che però è diversa da come la pensiamo. Già Einstein aveva capito gli orologi vanno a velocità diverse a seconda di dove sono e del loro eventuale moto. Wheeler e DeWitt negli anni ’60 hanno messo a punto equazioni di gravità quantica, che non riportano alcuna grandezza legata al tempo. Un alieno distante anni luce, che si muove rispetto a noi in direzioni diverse, vivrebbe momenti coincidenti col nostro passato o col nostro futuro, a seconda della direzione presa. In sostanza, il passato, il presente e il futuro sono realtà co-esistenti. Se è così, allora diventa più facile inquadrare il deja vu come momento in cui le persone percepiscono l’assenza del tempo come siamo abituati a pensarlo. Quindi, accettare che Loredana sogni eventi che le capiteranno (apparentemente) nel futuro, oppure che io percepisca un luogo come legato ad una forte esperienza emotiva (che apparentemente non ho ancora fatto), diventa più facile. Il futuro è reale, coesiste con noi, c’è già. I deja vu o i sogni premonitori potrebbero essere cortocircuiti che bypassano il nostro tradizionale modo di concepire il tempo come sviluppo lineare di fatti:
    https://www.youtube.com/watch?v=T11oXSPgYec

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