“Energia Prenatale”, cosa la compone e come incide nella Vita?
di Giovanni Amerighi
Il corpo fisico, la mente e dunque i modelli di pensiero, il conscio e l’inconscio sono tutte espressioni della propria energia e dell’utilizzo che ne facciamo.
Quando avviene il concepimento, tutte le energie presenti, ovvero quelle dei genitori, dell’ambiente e della situazione energetica generale presente in quel dato momento, compongono quella che viene definita l’energia prenatale, che interviene nel momento in cui lo spermatozoo (yang) feconda l’ovulo (Yin), dando la vita ad un nuovo essere (Tao).
Questo insieme di energie confluiscono e influiscono nella generazione della nuova vita. L’energia prenatale è, dunque, quell’energia che ci porteremo dietro per tutta la durata della nostra vita e rappresenta il “serbatoio energetico” della vita stessa. Finito il serbatoio, sopraggiunge la morte.
Ma come incide l’Energia Prenatale nella nostra Vita?
Il termine prenatale indica tutto ciò che avviene dal momento del concepimento fino alla nascita. Durante i nove mesi della gravidanza, il feto si sviluppa, traendo nutrimento dalle energie che lo circondano.
Un tempo si pensava che la figura della madre fosse l’unica che interagisse con il feto, in quanto lo portava nel grembo isolandolo dal mondo esterno. Tutto questo è vero, se si parla da un punto di vista fisico, ma da un punto di vista energetico, le cose prendono un’altra piega.
Sappiamo, infatti, che il campo energetico umano misura circa 8 metri di raggio e questo significa che chiunque graviti ad una distanza inferiore dalla madre, entra in contatto anche con l’energia del feto. È ovvio che l’influenza che può avere su di esso un estraneo è estremamente minima, ma se si pensa al padre ad esempio, il discorso cambia.
Il padre e di conseguenza il suo campo energetico sarà, infatti, in continuo contatto con l’energia del feto e interagirà per tutto il tempo con l’energia della madre. Un rapporto sereno fra i genitori, le attenzioni dell’uomo nei confronti della madre e della pancia e dunque eventuali carezze, parole dolci o altro ancora, stimolano ovviamente uno sviluppo energetico positivo del feto. Tutte queste attenzioni, accettate e apprezzate dalla madre, trasmettendole senso di sicurezza e serenità, saranno poi percepite anche dal bambino nella pancia.
È dunque ovvio che migliori saranno le condizioni in cui avviene lo sviluppo, migliori saranno le circostanze che introdurranno il bambino alla vita dopo la nascita. Una madre che vive la gravidanza con serenità, con equilibrio e positività, porrà l’energia del bambino nelle migliori condizioni possibili. Si può dire che l’utero, sia la “culla energetica” sulla quale il feto poggia la sua esistenza.
Essersi sviluppato in un ambiente positivo e sicuro porterà il bambino a vivere il trauma della nascita in maniera più “soft”, e a poter contare su un buon potenziale energetico, che da adesso in poi sarà il suo tesoro inestimabile.
Concludendo, possiamo dire che una buona energia prenatale predisporrà una buona base di partenza per lo sviluppo di tutte quelle strutture che costruiranno il campo energetico dell’essere umano dopo la nascita.
Articolo di Giovanni Amerighi
Fonte: https://anatomiaenergetica.it/energia-prenatale/2015/11/07/
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