Messaggio di Alejandro Jodorowsky
di Sonia Serravalli
Questo messaggio di Jodorowsky meritava un articolo. Anche perché proprio in questi giorni pensavo a come, senza rendercene conto, tutto il genere umano sia tossicodipendente dalla sofferenza – in qualunque sua forma. Dolore, rabbia, paura, dispiacere, insicurezza, ansia, preoccupazione, apatia, disagio, solitudine, malinconia…
Non ce ne siamo quasi mai resi conto, ma è un fatto che dedichiamo gran parte del nostro tempo quotidiano a rimuginare su ciò che ci ferisce o che manca o che ci dà fastidio. Ed è anche un fatto che ciò non sia affatto scontato o normale, come invece siamo abituati a considerarlo.
Lo scritto che segue, di Jodorowsky, parla un linguaggio a cui molti di noi sono già abituati da anni. Per altri invece saranno concetti nuovi o un po’ troppo “esoterici”: vi invito, comunque sia, a rivoltare il messaggio in base al vostro credo, a tradurlo nel vostro linguaggio e a cogliere ciò che, leggendolo, sentite nel profondo. A fare vostro ciò che vi riecheggia familiare, in base alla vostra esperienza nel mondo fino ad oggi. Non importa prenderlo alla lettera, per chi non lo sentirà o non crederà possibile tutto questo. Importa il contenuto profondo: lo puoi leggere in termini fisici, o metafisici, o simbolici…