Il Diavolo: analisi antropologica e storica dell’essere più temuto
di Enza Angela Massaro
Recentemente mi sono dedicata alla ricerca di alcuni termini antropologici e ho trovato interessante il libro di Alfonso M. Di Nola intitolato “Il Diavolo. La sindrome demoniaca sovrasta l’umanità”, pubblicato nel 1980 e ancora molto attuale per il suo carattere socio-storiografico e culturale.
Nell’accezione comune il diavolo è così definito: “Lo spirito del male, che si configura e si precisa come nemico di Dio e degli uomini, sul piano teologico e morale (lasciarsi tentare dal d.), spesso individuato, nella fantasia poetica e popolare, col modulo iconografico che rappresenta gli spiriti infernali (aspetto repellente, in cui confluiscono caratteri umani e bestiali)”.
Seguendo l’impostazione di Di Nola, avremo una definizione molto più universale e filosofica: “i diavoli sono, sotto il profilo della loro reale consistenza, un nulla, ovvero un’immagine proiettata in raffigurazioni visibili e corpose della conflittualità tra uomo e realtà storica”. Alla base di questo concetto c’è una lotta perenne tra il bene e il male, che parte dalla creazione universale e pone al centro l’uomo, nato da un Dio benefico che lotta e combatte il principio malefico rappresentato appunto dal diavolo…