Passaggio di Proprietà
di Lorenzo Merlo
Un modo per significare il momento attuale è osservare cosa ha comportato la svolta imposta dalla volontà di digitalizzazione.
Buttata l’unità di misura umanista che ha segnato l’epoca analogica, ovvero la storia moderna fino ad oggi, lo spirito dell’uomo è mortificato. Senza più orizzonti trascendenti, resta con un pugno di mosche a soffrire di un nichilismo esistenziale che lo rende facilmente dominabile se inconsapevole, oppure emarginato se consapevole di non essere più padrone di sé stesso.
Senza più neppure la forza di aggregazione – che era stata un tratto tipico dell’epoca analogica – vive in enclavi individuali affacciato alla finestra del proprio monitor. L’eros necessario alla sovversione è stato sedato dall’opulenza di tutto: merci, beni, concetti, immagini, informazione, spostamenti. Non ne resta più per la sovversione, idea che vagheggia come una medusa nella corrente.
L’epoca analogica é stata l’epoca a misura d’uomo. Qualunque avvenimento – tentando di far stare dentro tutto – dal progresso tecnologico al degrado politico aveva come unità di misura l’essere umano, il suo pensiero, la sua immaginazione, le sue aspirazioni. Protagora e il suo mondo sono stati brutalmente assassinati. L’uomo non è più misura di tutte le cose. Per quanto l’industria e il capitale avessero i mezzi per orientare quei pensieri, quell’immaginazione e quelle aspirazioni, la loro azione era necessariamente limitata: il mezzo analogico lo imponeva.
Ogni avvenimento, inclusi quelli meravigliosi e impensati dai più, aveva una firma certa che grondava umore umano. I sensi di tutti lo riconoscevano. Ognuno poteva sentirsi tanto rappresentato, quanto corpo unico con quell’idea, quell’impresa, quell’uomo.
Il mondo poteva anche essere lontano e sconosciuto ma era vissuto come disponibile. Ci si rapportava ad esso esattamente come avviene per ogni cosa che consideriamo nostra. I padroni avevano più di noi, ma non avevano noi, il nostro cuore, il nostro corpo, la nostra bieca dedizione. C’era una relazione con l’altro e il lontano che aveva il medesimo tenore di quella con il prossimo e il sodale.
In tutto ciò, l’identità profonda dell’individuo – sebbene già toccata per i lavoratori dell’industrializzazione della produzione e del terziario – godeva di una traccia profonda in cui risiedere, muoversi e percorrere la vita. L’intera comunità era costituita per ognuno che la componeva e la osservava come un’aggregazione di interlocutori che il grande barcone dell’umanità tutti conteneva.
L’avvento del digitale, dopo gli entusiasmi nel suo breve rodaggio, per quanto riguarda le strutture relazionali, ha avuto l’effetto paragonabile ad una bomba atomica simile a quella che ha raso al suolo Hiroshima.
La rete di relazioni analogiche, precedenti all’esplosione, dunque di verità, d’ordine, di concezione e immaginazione è stata rasa al suolo. Tutti i poli di riferimento sono venuti a mancare. Gli alvei delle tradizioni comunitarie sono stati riempiti di scorie, oppure di offerte, vendute come occasioni da cogliere, pubblicizzate come progresso.
In epoca digitale, gli ordini analogici si sono baumaniamente liquefatti. Le identità individuali, sociali, eccetera, si sono sciolte sottraendo così la terra storica e biografica da sotto i piedi di ognuno e di ogni comunità. L’allontanamento spirituale dagli ordini della natura si è fatto più che abissale, imponderabile, ingovernabile, inaccessibile. L’alienazione è in agguato diffuso e profuso, la stella polare di sé stessi si è spenta. La cui vera, inconfutabile essenza è una corrispondenza di sé stessi con norme, leggi e ordini, non più col sentire e il creare.
Vaghiamo così nel buio infernale pronti a lotte fratricide, fortuite e provocate. La natura, spiritualmente intesa, non è sostituibile. Chi ci prova non può che ammaliare gli uomini con effimeri incantesimi. Una patologia silente i cui sintomi di rivelano nella ricerca di soddisfazione nel cibo, negli stupefacenti, nel sesso e negli acquisti compulsivi. Sintomi di una carenza di profondità. Un’esperienza necessaria quando dentro di sé non si trova altro che un usa e getta di qualunque tipo, pur di credere d’essere nel giusto.
Per quanto irraggiungibili, i comandanti e padroni dell’epoca analogica mantenevano una dimensione umana. Ora i potentati, strutture private più forti degli stati, in grado di determinarne, di comprarne, l’orientamento politico non hanno più un volto. La dimensione digitale lo permette. Oltre alla proprietà delle sovranità statali e nazionali già perdute, sottrae anche quelle individuali.
La potenza di fuoco mediatico dà agio al corso digitale delle cose di avanzare come una fanfara per il centro del paese, tra filari di sorridenti ubbidienti plaudenti.
La moltitudine, ignara del falso progresso, è coriacea e resistente. Le voci di allarme le rimbalzano contro come fanciullesche palline di cerbottana. I veri paladini di quei potentati – sul cui tecnografo sono tracciate le architetture del futuro del mondo – sono proprio quelle inconsapevoli moltitudini. La cui inerzia ha la forza di una colata lavica che tutto travolge, che nulla può fermare. Quello che hanno saputo dimostrare credendo nella scienza, indossando maschere, lavandosi le mani, lasciandosi inoculare, condannando Putin sono dimostrazioni del nero potere digitale.
Sostenuta dalle moltitudini, la repressione, applicata a tutte le espressioni non allineate, conclude il triste excursus del passaggio di proprietà che ha sottratto agli uomini anche la sovranità individuale. In cambio di un diritto al lavoro soggetto a ricatto o di un passaggio di ubbidiente carriera.
Articolo di Lorenzo Merlo
Fonte: fisicaquantistica.it
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.

Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
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