L’Essenza dello Spirito Persiano
di Lelio Antonio Deganutti
Manṣūr al-Hallāj, poeta, asceta e pensatore fu condannato a morte per aver nominato Dio. In lui l’essenza dello spirito persiano.
Nella lunga e tortuosa storia del pensiero mistico islamico, pochi nomi brillano con la stessa luce di Manṣūr al-Hallāj. Nato nella Persia del IX secolo, Hallāj non fu solo un poeta, un asceta o un pensatore sufi: fu una fiamma viva, un’anima divorata dall’amore per il Divino. La sua vita e la sua morte racchiudono in sé l’archetipo del martire persiano, pronto a perdere tutto pur di testimoniare una verità interiore più grande della legge, del dogma o della paura.
Fu impiccato e squartato pubblicamente nel 922 a Baghdad, condannato per eresia. Il suo crimine? Avere pronunciato, in uno stato di estasi mistica, la frase: “Anā al-Ḥaqq” (“Io sono la Verità”), identificandosi così con Dio stesso…