Non reagire… per evolvere
di Salvatore Brizzi
L’uomo comune vive prigioniero delle proprie reazioni meccaniche: si deprime, si arrabbia, si rammarica, si eccita, si infastidisce e così via.
“Sono sicuro che in questo giorno noi siamo padroni del nostro destino, che il compito che ci è stato affidato non è superiore alle nostre capacità, che le sofferenze e le insidie che comporta non trascendono i nostri mezzi. Se avremo fede nella nostra causa e un’indomita volontà di vittoria, la vittoria non ci sarà negata”. Winston Churchill
“Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso”. Lev Tolstoj
L’uomo è costantemente preda delle sue reazioni meccaniche. Si deprime o si arrabbia per una delusione sentimentale, entra in ansia per un problema finanziario, si rammarica perché ha avuto un’infanzia difficile con genitori che lo hanno traumatizzato, prova desiderio sessuale se la vicina di casa indossa pantaloni aderenti. Inoltre, si arrovella su questioni di poco conto: l’impiegato allo sportello lo ha trattato sgarbatamente, il collega di lavoro si comporta da saccente, l’automobilista dietro di lui guida in maniera aggressiva…