L’Arte di Benedire
di Maddalena Valenti
Vengo da una famiglia in cui la preghiera è sempre stata al centro sia di momenti condivisi che una pratica costante attraverso cui i miei genitori ci hanno accompagnato, protetto e benedetto instancabilmente ogni giorno.
Pregare per me è quindi uno stato naturale fin da quando sono bambina, una porta di accesso a uno stato sovrannaturale in cui si crea un invisibile legame con il tutto.
Che sia nel silenzio o ad alta voce la frequenza di fiducia, di luce, di protezione si imprime dentro e fuori di te.
Masaru Emoto ha speso tutta la sua vita a esplorare e dimostrare la ricettività dell’acqua e come le frequenze determinino un cambio di forma tangibile dei suoi cristalli.
Quando si prega col corpo col pensiero e con le intenzioni il nostro stato interiore si apre a una saggezza intuitiva che ci guida, e a cui ci possiamo affidare sperimentando un profondo stato di leggerezza.
Perché ciò va di pari passo con il lasciar andare le preoccupazioni, uno stato mentale affollato. Iniziare a sgombrare la mente, affidarsi nel mentre nutriamo il nostro essere recettivo.
Nel nostro essere madri acquatiche, attraverso la preghiera, alziamo la vibrazione nostra e di tutta la famiglia.
Avendo avuto un imprinting in questo senso molto forte e chiaro, nel crescere mi ha sempre colpito molto vedere madri in preda alla preoccupazione o addirittura al totale sconforto nel rivolgere pensieri e parole ai propri figli.
Come madri acquatiche possiamo e dobbiamo risvegliare questo nostro Potere: pregare per le nostre figlie, i nostri figli e per tutti i figli.
Quando ci apriamo a chiedere nella fede, sempre siamo ascoltate e sempre riceviamo.
Il problema molto spesso è che non chiediamo perché non sappiamo cosa chiedere oppure perché non sappiamo farlo.
La preghiera ovviamente non nasce come una forma di richiesta quanto piuttosto come volontà e desiderio irrefrenabile di fusione con la Sorgente.
Quando, a poco a poco, si sperimenta questa fusione portiamo chiarezza sulle nostre reali necessità e, chiedere, credere, ricevere, diventano un unico atto.
In questo senso i mantra sono delle chiavi per aprire la mente, un vero e proprio balsamo per la coscienza, la loro stessa etimologia sanscrita man- tra, rimanda ad ambiti di significato quali un modo di pensare che offre protezione, e allo stesso tempo un’attitudine del pensare che si fa tramite, per accedere a uno stato differente di coscienza.
Possiamo fare tanto con la preghiera e la meditazione: pregare è riversare benedizioni sulla terra, meditare è svuotarsi per essere ricettive e ricolme del respiro sacro del cosmo.
Ogni volta che benediciamo i nostri figli stiamo invocando e richiamando un’incredibile forza da mettere al loro servizio. Benedirli è richiamare luce, amore e protezione nelle loro vite.
Coltivare quotidianamente questa pratica, che più che essere una pratica in realtà è un vero e proprio modo di vivere, ti permette di sperimentare e ampliare la coscienza di essere un canale tra terra e cielo.
Il nostro essere madri è totale e incondizionato; eppure, ha sempre dei limiti fisici e tangibili oltre cui non possiamo andare e oltre cui non possiamo essere.
Essere madre che prega ci permette di trascendere la nostra stessa fisicità e di affidare le proprie figlie e i propri figli alla Grande Madre e al Grande Padre: a questa coscienza cosmica che tutto pervade, che tutto avvolge, che tutto nutre e protegge.
Riattivare il proprio potere di benedire è riconoscersi e autorizzarsi ad incarnare completamente la sacralità del respiro cosmico. Riconoscere di essere noi stesse la manifestazione di questo respiro!
Sia come figlia che adesso come madre sperimento tutta la bellezza della ritualità che la preghiera offre.
Pregare è dare spazio alla propria creatività, al canto del proprio cuore affinché si esprima come meglio sente.
Con i miei figli al mattino cantiamo e danziamo una meravigliosa canzone che racchiude il senso profondo di ciò che il Maestro Tich Nath Han ha trasmesso instancabilmente in tutta la sua semplicità.
Ci mettiamo in cerchio, ed è un momento per accogliere, giocando e in modo festoso, il nuovo giorno che si sveglia:
Inspirando espirando
Inspirando espirando
Sono fresca come un fiore
Che al mattino si aprirà
Sono salda come un monte
Che non teme avversità
Libertà
Inspirando espirando
Inspirando espirando
Sono specchio come l’acqua che riflette la realtà
Ora so che nel mio cuore c’è l’immensità
Libertà libertà libertà.
Articolo di Maddalena Valenti – Madre, antropologa, naturopata e doula olistica. Insegnante di yoga. Guida e custode dedita a diffondere percorsi, individuali e di gruppo, di Consapevolezza, Radicamento e Guarigione. https://donnaindigena.it/percorso-menarca – Autrice del libro “Il sentiero rosso – Il risveglio dell’alchimia uterina”
Fonte: https://www.naturagiusta.it/benessere/larte-di-benedire/
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