L’Infinito, la Chiave dell’Universo Fisico e Spirituale
Prof. Vittorio Marchi
Lo scisma tra scienza e religione, scienza e scienza, religione e religione e l’eterno conflitto tra spirito (sacro) e materia (profano) stanno alimentando oggi tutti i più nefasti fondamentalismi.
C’è una “pista incisa” come in un floppy disk, presente nell’essenza di ogni individuo. Si tratta di una linea della memoria, fuori del tempo e dello spazio, dove risiede la COSCIENZA DELL’INFINITO. Ma i “fondamentalisti” di tutto il mondo, le loro guide ed i loro “maestri” La ignorano, agitando “bandiere false” che hanno reso l’umanità cieca sulla reale natura dell’esistenza.
I microbiologi, La ricercano nel DNA, un acronimo che sta per “Divine Natural Awarness” e che significa la “Divina Conoscenza Naturale”, potenzialmente presente in tutti, ma non la trovano. Eserciti di biologi, bioinformatici, biochimici ed altri che lavorano da oltre 20 anni al progetto “Genoma” (specie all’Università di Berkeley ed in altri prestigiosi istituti di ricerca) non riescono ad individuarLa alla fine del loro lavoro. Perplessi e disarmati non escludono che ci deve essere “qualcosa oltre”, in questo linguaggio in cui “Dio creò la Vita”.
Gli astrofisici dal canto loro ne inseguono anch’essi le tracce da oltre 20 anni cercando di individuarLa in un “Campo” che essi ritengono estremamente grande, ma inaccessibile. E vogliono capire cosa sia questa energia oscura, questa materia oscura, questo info-regno della materia organica e intelligente, così eternamente sfuggente (dominio della forza debole).
I fisici invece La ricercano in un “Campo” estremamente piccolo, qual è quello delle particelle e dei quanti, nel cuore della materia visibile ed invisibile, ove però non riescono ancora a penetrare. In molti incomincia a farsi strada il sospetto che i due poli dell’ologramma “Micro-Macro” nascondano una indissolubile, risonante, sincronica totalità cosmica cosciente, seppure non ancora senziente, in cui l’Intero è insito in ogni sua parte e viceversa.
È una via, così come è stata indicata dal grande fisico David Bohm della University of London e dal grande neurofisiologo Karl Pribram dell’Università di Stanford, ma non è ancora una meta. Personalmente quindi, in maniera adatta alle caratteristiche della mentalità occidentale, c’era la necessità di impostare la ricerca in modo da polarizzare l’attenzione della gente sul concetto di “interconnessione” del Tutto Esistente come unico mezzo per rientrare con COSCIENZA nel reale progetto vitale dell’Universo, cioè nell’armonia del processo divino originario, da cui derivare una nuova Scienza dell’Unicità Infinita del Cosmo, (la Scienza dell’UNO), in grado di descrivere sia l’Infinito che la Coscienza, per cercare di rientrare nei canoni giusti di uno sviluppo di un mondo che altrimenti non funziona.
Ad una donna che nel Vangelo di Tommaso chiedeva a Gesù chi egli fosse, “Io sono Colui che proviene dall’Indiviso”, così rispose il Maestro, anticipando di 20 secoli il formidabile concetto di non-località, in cui il particolare è insito nel Totale e viceversa, fiore all’occhiello della fisica moderna (fisica quantistica).
Sono passati dunque 2000 anni da quel profondo messaggio. Come fisico ho inteso riproporlo nei miei studi per riesumazione dalla tomba del tempo in cui giaceva sepolto, spaziando dalle scienze più avanzate (come la meccanica quantistica e le neuroscienze), alla filosofia, alla storia, alla religione, allo psichismo, all’ecologia, all’esoterismo, alla parapsicologia, alla parafisica, argomenti attraverso i quali ho dovuto passare per mostrare che, contrariamente alle mistificazioni che ci sono state imposte dai vari “monoteismi” (e mono-tematismi) culturali e religiosi di ogni epoca, nati da preconcetti conoscitivi, esiste un solo “ismo” nella realtà ed è l’ “Universalismo”, ove Tutto è una UNITA’ organica ed interconnessa di sistema e nessuna cosa esiste separata da questa Unità.
Certo, come disse Einstein: “È più facile rompere un atomo che abbattere un pregiudizio”. Ma ciò non è una buona ragione perché non ci si debba provare. Non ci sono alternative. Dobbiamo cessare di continuare a sentirci attaccati ciascuno alle proprie forme di espressione egoiche e separatiste, indispensabili per l’affermazione dell’ “Io”, ma non per l’attuazione del “Noi”, come unità indissolubile di sistema. Al punto in cui siamo giunti, col rischio di sopravvivenza della nostra specie, come specie umana, siamo in pericolo (basta vedere i disastri ecologici che siamo stati in grado di provocare in natura, il collasso ambientale o “eco-eccidio” che ne è scaturito in pochissimo tempo) e non possiamo più far finta di niente.
Mentre siamo sopraffatti dal mito della tecnologia, la nostra coscienza è rimasta intrappolata in un mondo fatato e, dal punto di vista spirituale, siamo rimasti dei cavernicoli. Questo gap tecnologia-spirito ci sta distruggendo e ci sta portando alla rovina. Una tecnologia avanzata, senza il supporto di un pensiero avanzato, non crea benefici, ma disastri!
Prof. Vittorio Marchi – Assisi-Meeting: “L’oriente incontra l’Occidente per una nuova civiltà di Pace”
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