Omeopatia in Oncologia, Risultati Incoraggianti Ostacolati dalla Scienza Ufficiale
Dott. Sergio Segantini
Uno studio dimostra che la Medicina Omeopatica potrebbe offrire benefici reali ai pazienti oncologici.
Uno studio clinico del Prof Michael Frass, già ordinario di Anestesiologia al Policlinico universitario di Vienna, è stato pubblicato nel 2020 sulla rivista “The Oncologist”.
Lo studio riguarda l’andamento clinico di pazienti colpiti da carcinomi polmonari a piccole cellule al 4° stadio (metastatico) e sottoposti a trattamento omeopatico, analizzati in doppio cieco contro placebo.
Dallo studio emerse che la sopravvivenza e la qualità della vita nei soggetti trattati erano significativamente migliori rispetto ai soggetti non trattati.
Questo, per la scienza ufficiale, che si batte per annientare e soffocare sul nascere ogni risultato apprezzabile guadagnato dalla medicina omeopatica, era insopportabile.
Molti “scienziati” tra cui spiccano quelli italiani, hanno chiesto una ritrattazione dello studio per questioni di validità metodologiche.
Il Prof Frass fu sottoposto a una campagna diffamatoria con i soliti sistemi mediatici. La sua professione di ricercatore fu seriamente minacciata. La contesa su un piano legale è durata quasi quattro anni per arrivare a una auspicata e completa riabilitazione scientifica. Il Professore ha mantenuto la sua posizione convinto della validità e della importanza della sua ricerca.
Questo metodo di sabotaggio usato non solo nei suoi confronti, si rivela sempre efficace per screditare l’avversario. Non importa se poi emerge la verità, occorre mettere in atto il boicottaggio come è accaduto nel più famoso studio australiano.
Lo Studio
Lo studio randomizzato, in doppio cieco a tre bracci, multicentrico, ha coinvolto 150 pazienti con carcinoma polmonare in stadio avanzato.
I pazienti sono stati divisi in tre gruppi: il primo ha ricevuto il trattamento omeopatico individualizzato (non ben specificato), il secondo è stato trattato con placebo e un gruppo di controllo senza trattamento omeopatico (solo quello convenzionale).
Il primo obiettivo ha riguardato la qualità della vita attraverso un questionario somministrato alla nona e alla diciottesima settimana dall’inizio dello studio (Questionnaire EORTC QLQ-C30 Data).
Il primo gruppo mostrava un miglioramento significativo dei parametri di qualità della vita rispetto agli altri gruppi.
Ancora più rilevante il risultato riguardante il tempo medio di sopravvivenza. Nel primo gruppo è stato di 477 giorni, nel secondo con placebo di 352, mentre nel terzo di 273.
Dopo due anni quasi il 50% del gruppo omeopatico era sopravvissuto, nel gruppo placebo l’indice si apposta intorno al 23%, contro il 12-13% del gruppo non trattato.
Interessante anche il dato del gruppo placebo sulla sopravvivenza: l’effetto placebo non smette mai di stupirci ma viene malauguratamente associato all’effetto omeopatico che invece come abbiamo visto anche in questo studio, è ben altra cosa.
La riabilitazione dello studio del Prof. Michael Frass rappresenta una vittoria non solo per l’Omeopatia, ma per la scienza intera.
Lo studio dimostra che la Medicina Omeopatica potrebbe offrire benefici reali ai pazienti con cancro ai polmoni, aprendo nuove prospettive di cura anche in altri ambiti dell’oncologia.
Sdogana, con tutti i limiti del caso, la posizione di ambiguità in cui viene tenuta la medicina omeopatica, confinata, anche nei PDTA oncologici, in una dimensione inadeguata.
Articolo del Dott. Sergio Segantini
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