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déjà vu

Per riconoscere qualcosa come familiare c’è bisogno, quindi, di un corretto collegamento tra i luoghi del cervello in cui sono immagazzinate le diverse componenti del ricordo (memoria tampone). C’è però un elemento chiave nel fenomeno del déjà vu e del sistema di riconoscimento in generale, ed è il tempo. Ogni volta che ricordiamo, facciamo un viaggio nel tempo, dice il neuropsicologo Siegel. In termini tecnici, si parla di collocazione spazio-temporale. Quando noi ricordiamo qualcosa, collochiamo il ricordo in coordinate temporali (stamattina, ieri, un mese fa, dieci anni fa…) e spaziali (è avvenuto a Londra, a Milano, all’aperto, a casa di amici…).

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