Disturbo della condotta e sviluppo neurologico
Bambini e adolescenti (ma non solo) possono mettere in atto comportamenti antisociali e sperimentare aggressività verso le persone con cui entrano in contatto, mettendo in atto veri e propri comportamenti di bullismo.
Tale disturbo della condotta è una problematica sempre attuale nelle scuole e alla base della sua insorgenza ci sono elementi di tipo biologico, ambientale, sociale e psicologico. Che connessione c’è, però, tra il comportamento antisociale e lo sviluppo neurologico del soggetto?
Disturbo della condotta
Il disturbo della condotta è un disturbo di natura comportamentale, che porta il soggetto a sperimentare una forte tendenza all’aggressività nei confronti delle persone con cui entra in contatto. L’aggressività esperita dal soggetto può essere di tipo verbale, quindi rivolta ad attaccare le caratteristiche psicologiche degli altri soggetti e a intimorire coloro con cui entra in contatto, o di tipo fisico, quindi arrecando danni fisici non solo ad altri esseri umani, ma anche ad animali o cose, per il piacere di prevalere sull’altro e di arrecare un danno tangibile.
In alcuni casi, il soggetto con disturbo della condotta, potrebbe mettere in atto anche atti vandalici come, ad esempio, furti in negozi o abitazioni o rapina a mano armata. Caratteristiche principali, sono la mancanza di senso di colpa o rimorso per gli atti compiuti e assenza di consapevolezza morale. Il soggetto che sperimenta il disturbo della condotta non accetterà le autorità e le percepirà come minacciose e inadeguate, mettendo in atto comportamenti aggressivi e antisociali. La causa del disturbo è da ricondurre a numerosi fattori tra cui quelli biologici, ambientali, sociali e psicologici. Molto importante è la relazione con i genitori e gli stili di attaccamento. Ad esempio, una storia familiare atipica con episodi di violenza o abuso di sostanze, contribuiscono allo sviluppo del disturbo della condotta.
Disturbo in infanzia e adolescenza
Il disturbo della condotta viene comunemente diagnosticato in infanzia e in adolescenza, ma può insorgere anche in età adulta. Il comportamento antisociale trova la massima espressione nei contesti scolastici e familiari, con gravi ripercussioni sulle relazioni che il soggetto instaura e, quindi, sulla sua salute psicologica e sociale. In particolare, il disturbo della condotta viene associato al bullismo nelle scuole.
Il bullismo, infatti, è un comportamento antisociale messo in atto dai bambini o dai ragazzi nei confronti dei loro coetanei. I comportamenti sono caratterizzati proprio da aggressività sia fisica che psicologica, attuati soprattutto nei confronti dei soggetti considerati più deboli. Il bullo esprime i comportamenti antisociali per un periodo di tempo duraturo, a discapito sempre degli stessi soggetti e, spesso, non mostra risentimento o preoccupazione per i gesti compiuti, mostrando di non provare empatia per la vittima o sensi di colpa per la violenza agita. L’autorità degli insegnanti e dell’istituzione scolastica, spesso, non genera alcun tipo di pressione nel soggetto, che ne rifiuta il potere, ribellandosi attraverso i gesti aggressivi.
Sviluppo neurologico
Il disturbo della condotta può avere gravi ripercussioni, sia per chi lo sperimenta sia per chi è vittima dei comportamenti aggressivi. Le cause di tale disturbo sono da ricondurre a varie sfere, ma che connessione c’è tra lo sviluppo neurologico e il manifestarsi del disturbo della condotta?
Un gruppo di ricercatori di Cambridge, ha scansionato attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI), il cervello di 58 soggetti tra i 16 e i 21 anni affetti da disturbo della condotta, per stabilire quale sia la connessione. Le 58 scansioni cerebrali sono state, in seguito, confrontate con quelle di 25 soggetti sani della stessa età. Dal confronto sono emerse differenze nello spessore della corteccia cerebrale o nello strato esterno del tessuto neurale, cambiamenti che possono derivare da uno sviluppo anormale nei primi anni di vita.
Le problematiche che i soggetti sperimentano durante l’infanzia, potrebbero influenzare lo sviluppo della corteccia e portare allo sviluppo del disturbo della condotta. I ricercatori hanno, però, distinto tra due principali sottotipi di tale disturbo: il disturbo a esordio infantile (CO-CD) e il disturbo a esordio adolescenziale (AO-CD). Il disturbo a esordio infantile è associato a un disordine nello sviluppo neurologico, mentre quello a esordio adolescenziale è definito una forma di ribellione antisociale, in cui si tende a imitare i comportamenti dei coetanei con cui si entra in contatto.
I ricercatori si sono concentrati sulle due forme di disturbo per comprendere se, in realtà, entrambe siano collegate ad alterazioni nella struttura e nel funzionamento cerebrale. I risultati, infatti, hanno sottolineato la presenza di alterazioni nello sviluppo neurologico per entrambi i disturbi. In particolare, le alterazioni cerebrali nel disturbo a esordio infantile sono più diffuse di quanto si pensasse, coinvolgendo diverse reti neurali e non limitandosi a specifiche regioni corticali.
Le anomalie riscontrate richiamano alle variazioni rilevate in disturbi dello sviluppo neurologico come l’autismo, portando i ricercatori ad ipotizzare anomalie a livello globale nella maturazione cerebrale. Nel caso del disturbo a esordio adolescenziale, le aree corticale interessate sono diverse. I risultati hanno aperto la strada per ricerche future, che possano esaminare a fondo quali siano le alterazioni cerebrali degli specifici disturbi nelle particolari aree di interesse e far luce sulle possibili terapie, da mettere in atto per migliorare la qualità di vita dei soggetti.
Il dottor Luca Passamonti, neurologo di Cambridge, a tal proposito, ha detto: “Studi come questo sono importanti nel fornire nuovi pezzi del puzzle per comprendere meglio il disturbo della condotta e mettere in evidenza che ci possono essere diversi percorsi dello sviluppo neurologico in relazione al comportamento antisociale. La sfida per il futuro sarà quella di studiare lo sviluppo del cervello in senso longitudinale, per indagare i fattori di rischio biologici e ambientali che influenzano lo sviluppo del cervello e per capire come le differenze cerebrali strutturali si riferiscono a varie tipologie di elaborazione delle informazioni che vediamo nei bambini con disturbo della condotta”.
Fonte: https://ilpositivismo.com/condotta-sviluppo-neurologico/
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