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Vita dopo la morte seondo Jung

Carl Gustav Jung nel 1944, pubblicò “Psicologia e alchimia”; in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma, visse un’esperienza di pre-morte, un’esperienza extra-corporea e una visione di un luogo luminoso, che descrisse nel suo testo autobiografico: “Ricordi, sogni e riflessioni”: «Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente… Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma, nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di…

Carl Gustav Jung nel 1944, pubblicò “Psicologia e alchimia”; in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma, visse un’esperienza di pre-morte, un’esperienza extra-corporea e una visione di un luogo luminoso, che descrisse nel suo testo autobiografico: “Ricordi, sogni e riflessioni”: «Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente… Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma, nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo».

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