Pagina corrente: Cosa creiamo quando proviamo rabbia, risentimento e odio?

Quando una persona si sente offesa da qualcuno o viene umiliata, crea dentro la propria mente un file/memoria che contiene l’offesa subita ed anche le possibili ritorsioni da attuare per avere soddisfazione. La vendetta, la cattiveria, l’odio, la voglia di fare del male, di prevaricare o di uccidere sono tutte emozioni che appartengono e coinvolgono la nostra mente inferiore/animale.

Quando perciò una persona è arrabbiata con qualcuno o esprime cattiveria, genera con la propria mente inferiore/animale e con volontà distruttrice, un file/mentale composto da energia negativa, che viene poi proiettato all’esterno, mentre un file identico, rimane registrato nei suoi neuroni. L’energia negativa assume quindi le sembianze di un’entità disincarnata che arrivando addosso alla vittima, verrà accettata dal suo cervello, il quale riconoscerà all’interno di quel file/mentale alcune immagini che la riguardano. Il cervello quindi ricercherà nei propri ricordi una malattia, un incidente o un evento negativo simile a quello contenuto nel file/mentale. Se lo trova, archivia le nuove immagini appena arrivate, insieme a questi eventi già registrati.

Le nuove immagini create dall’entità disincarnata, potenzieranno quindi i ricordi di episodi già accaduti alla persona/vittima, facendole rivivere gli stessi dolori, le stesse emozioni, paure, sofferenze, che continueranno a produrre negatività almeno fino a quando l’entità si sarà completamente ricaricata e appagata. Se invece il cervello non troverà nessun episodio con un contenuto similare, queste emozioni verranno inserite e archiviate nella mente, concretizzandosi in un probabile evento futuro, tanto più prossimo quanto più intensa fu la rabbia con cui l’entità disincarnata fu concepita. Tale entità una volta installatasi entro l’aura emozionale del destinatario, si nutrirà di tutti i momenti in cui costui produrrà emozioni di rabbia, di odio, risentimento ecc.

Queste emozioni infatti, avendo un contenuto energetico simile a quello dell’entità, hanno il potere di potenziarla, rendendola ancora più forte e carica. L’ignaro destinatario, non sapendo niente di questo processo che si svolge in lui, non si accorge nemmeno dell’aumento e dell’accumulo di magnetismo nella propria aura. Non si rende conto di essere divenuto una calamita che dà forza al proprio carnefice, il quale a sua volta farà in modo che la vittima abbia un incidente, una malattia o quanto meno, disagi e  malessere.

Se tuttavia il destinatario di tutto ciò vive la propria vita con rettitudine e in modo etico, potrà uscire da questa situazione senza un graffio, subendo soltanto eventuali perdite economiche e limitati disagi. Le realtà positive create durante le sue giornate, l’avranno  quindi protetto da un futuro negativo che era stato creato apposta per lui, da qualcuno che aveva covato un forte risentimento nei suoi confronti.
Estratto a cura di www.fisicaquantistica.it dal libro di Fiorella Rustici, "Morire senza paura – Come aiutare una persona che sta per lasciarci e noi stessi" a cura della Hermes edizioni.
Si ringrazia Fiorella Rustici, autrice del libro, per averci concesso la cortesia di pubblicare questo estratto.
I diritti relativi alla sezione "Morire Senza Paura" sono riservati, la riproduzione è vietata.
Fiorella Rustici è libera ricercatrice nel campo dei meccanismi mentali in relazione alla coscienza. Vive a Milano e lavora presso l’Associazione Culturale Coscienza e Salute, di cui è presidente.
Copyright: diritti riservati, riproduzione vietata.

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Articoli nella sezione: Morire senza paura

Morire senza paura

Come aiutare una persona che sta per lasciarci e noi stessi.
di Fiorella Rustici
Un libro ricco di conoscenza sulla Dimensione della Morte, che descrive quello che accade alla persona prima, durante e dopo la morte del corpo, e cosa succede all’anima – o forma astrale – e a tutti gli strati energetici ad essa collegati, quando vengono frammentati. La forma astrale è composta da parti differenti che comprendono ciò che abbiamo ereditato dagli antenati, quello che ci portiamo dietro dalle nostre vite passate e ciò che costruiamo giorno per giorno grazie agli attimi di consapevolezza della vita presente. Dopo la morte, la parte di anima più positiva ed spiritualmente evoluta entra nel Tunnel di Luce dove incontra gli Esseri che la … leggi tutto

Come affrontare consapevolmente la morte

Lavorare sulla propria coscienza rappresenta l’unica via che noi uomini possiamo percorrere, per arrivare alla parte divina che è in ciascuno di noi. La coscienza ogni tanto riesce a far capolino tra tutti i marasmi derivanti dalla bramosia di possedere beni materiali e di provare sempre nuove emozioni, ma poi viene sopraffatta dalla mente, in una folle corsa verso il decadimento spirituale.
Possedere beni materiali e provare emozioni costituiscono molto  spesso gli aspetti essenziali su cui si basa la vita di molte persone. Questi due elementi diventano sempre più gli ingredienti unici della tanto agognata, quanto illusoria felicità.
Esistono tuttavia anche persone che, a seconda del proprio grado di coscienza e di responsabilità, cercano di approfondire argomenti come la morte, la spiritualità, … leggi tutto

Il meccanismo mentale delle illusioni e delle fantasie

Il bambino tende facilmente a crearsi realtà e situazioni fittizie rispetto al mondo reale, ma vere dentro la sua testa. Egli trova rifugio in queste fantasie, all’interno delle quali nessuno può attaccarlo, e scambia queste illusioni di sicurezza per invulnerabile realtà. Crescendo, può succedere che l’individuo continui ad utilizzare questo stesso espediente, questa medesima modalità di fuga, per allontanarsi da quelle situazioni nelle quali si sente minacciato.
In famiglia, al lavoro, con la fidanzata, con i figli, con gli amici ecc., possono ricrearsi delle condizioni che l’individuo identifica come potenzialmente minacciose della propria sicurezza e della propria stabilità, e tendere quindi a volersi rifugiare in realtà di tipo virtuale. Il bambino che ha iniziato ad usare questo meccanismo in maniera naturale, … leggi tutto

Non distinguere il reale dall’immaginario

Può accadere che una persona pur manifestando a parole delle buone intenzioni, poi nella pratica si comporti diversamente da quanto dichiarato, e per questo venga considerata poco seria, presuntuosa, superficiale e non affidabile. Tale persona non riuscendo a distinguere nettamente il reale dall’immaginario non è nemmeno cosciente dei propri limiti e degli errori che commette nel valutare le situazioni. Di conseguenza non farà niente per cercare di migliorarsi, perchè nella sua testa si sente già perfetta e pensa che siano piuttosto gli altri a sbagliare, ad essere immaturi e a non capire nulla.
La meccanica mentale delle illusioni e fantasie è caratterizzata proprio dal fatto che la persona si autosuggestiona a tal punto, da credere veramente alle cose positive che ha … leggi tutto

Vediamo solo ciò che vogliamo o crediamo di poter vedere

Secondo la “fisica quantistica” noi vediamo solamente ciò che crediamo sia possibile vedere, rispondendo cioè a degli schemi che sono dentro di noi a causa del condizionamento esterno. Quindi siamo costantemente limitati da quanto il nostro cervello ci fa vedere.
Gli indiani d’America diversi secoli fa non riuscirono a vedere le navi di “Colombo”, semplicemente perché non erano a conoscenza della loro esistenza e non sapevano cosa fossero; non riuscivano a vederle perchè erano diverse da qualunque cosa avessero mai visto prima. Lo sciamano stesso non vide le navi, ma vide l’oceano increspato, e incuriosito si chiese quale fosse la causa di quel fenomeno. Stette sulla riva per molti giorni a guardare l’orizzonte e dopo un po’ riuscì a vedere le … leggi tutto

I corpi sottili

Le cellule del cervello, sono tarate per farci percepire e vedere solamente un certo tipo di realtà, che rientra all’interno di una certa gamma di vibrazioni. Si tratta però solo di una realtà apparente o virtuale propria del nostro livello fisico. O per meglio dire, si tratta solo di quella parte di realtà che noi uomini possiamo percepire fisicamente.
I “corpi sottili” o corpi di energia di cui noi tutti siamo dotati, possiedono una struttura che permette loro di percepire realtà diverse o ulteriori, rispetto a quelle strettamente fisiche. Queste percezioni, osservate dal punto di vista fisico, sono extra sensoriali, ossia non hanno a che vedere con i normali cinque sensi, ma con altri sensi di tipo sottile propri dei “corpi … leggi tutto

Come assistere un ammalato

Chi vuole o deve assistere un malato – che non è ancora allo stato terminale e al quale rimane del tempo da vivere, che dunque potrebbe essere  utilizzato in modo proficuo – dovrebbe in primo luogo aiutarlo a rafforzare la propria coscienza e la propria consapevolezza, per quanto riguarda i tre piani fondamentali dell’esistenza: quello pratico/fisico, quello mentale/morale e quello spirituale.
Assistere la coscienza affinché si rafforzi è essenziale in quanto sarà lei, quando sarà uscita dal corpo fisico deceduto, ad avere il compito di affrontare la dimensione della morte. E’ perciò molto importante non lasciarsi coinvolgere troppo dagli stati d’animo del malato. Occorre anzi porre una sorta di barriera, tra noi e lui,  sotto il profilo emozionale ed energetico.
E’ importante … leggi tutto

Non nascondiamo la verità ai moribondi

I parenti di un ammalato grave spesso pensano che costui essendo debole, fragile ed insicuro, non possa sopportare di conoscere la verità riguardo al proprio stato di salute. Inoltre essi temono anche che possa reagire con gesti estremi. Queste giustificazioni tuttavia hanno il solo scopo di permettere ai parenti di mettersi a posto la coscienza, ma in questo modo fanno un torto all’ammalato. Essi pensano che in questo maniera quando il parente non ci sarà più, non proveranno sensi di colpa nei suoi confronti.
Spesso succede allora che l’ammalato capisca da sé la gravità del proprio stato e il pericolo che corre, ma non abbia comunque il coraggio di dirlo ai parenti, preferendo continuare a fingere di non sapere, e continuando … leggi tutto

L’importanza dello sviluppo della coscienza nel malato

La persona che assiste ed aiuta un ammalato deve essere disposta ad ascoltarlo e, se questi è un parente, un amico o una persona vicina, è importante ricordare insieme a lui gli avvenimenti che hanno riguardato entrambi, e il reciproco rapporto. Quindi se è il caso, per aiutarlo ed aiutare anche voi stessi, sarà necessario, se pensate di avere delle colpe nei suoi confronti, assumervele e chiedergli scusa. Non è mai una buona mossa tenersi dentro dei sensi di colpa, perchè vi mangeranno energia.
Ricordiamoci inoltre che una persona malata sta perdendo la propria energia vitale ed è normale che ne prenda un po’ da voi. Le due aure infatti quando sono vicine, si connettono cercando di riportarsi in equilibrio. E … leggi tutto

Aiutare l’ammalato a scaricarsi la coscienza

Se desiderate aiutare un ammalato, cercate di farvi dire da lui quali azioni fra quelle che ricorda di aver compiuto, lo fanno, in coscienza, sentire male, e quali sono le persone che ritiene di aver maggiormente danneggiato. Dopo che avrà recuperato energia e dignità, potremo allora aiutarlo a scaricarsi la coscienza. Una domanda tipo: “c’è qualcosa nella tua coscienza che ti pesa e di cui vorresti liberarti?” potrebbe essere un buon modo per iniziare il discorso. Fate poi in modo di contattare le persone da lui menzionate e che si possano parlare a tu per tu.
Se il malato non può camminare e non ce la fa a telefonare, fatevi piuttosto dettare delle lettere. Se la persona verso cui si sente … leggi tutto

Cosa creiamo quando proviamo rabbia, risentimento e odio?

Quando una persona si sente offesa da qualcuno o viene umiliata, crea dentro la propria mente un file/memoria che contiene l’offesa subita ed anche le possibili ritorsioni da attuare per avere soddisfazione. La vendetta, la cattiveria, l’odio, la voglia di fare del male, di prevaricare o di uccidere sono tutte emozioni che appartengono e coinvolgono la nostra mente inferiore/animale.
Quando perciò una persona è arrabbiata con qualcuno o esprime cattiveria, genera con la propria mente inferiore/animale e con volontà distruttrice, un file/mentale composto da energia negativa, che viene poi proiettato all’esterno, mentre un file identico, rimane registrato nei suoi neuroni. L’energia negativa assume quindi le sembianze di un’entità disincarnata che arrivando addosso alla vittima, verrà accettata dal suo cervello, il quale … leggi tutto

Le entità disincarnate tornano sempre al creatore

E’ importante sapere che le cosiddette entità disincarnate, portatrici di sventure e morte, possono essere create anche dall’invidia e non solo dalle cattiverie, dall’odio, dal rancore o dalla rabbia. Le entità disincarnate, oltre a nutrirsi della loro vittima e delle persone a lei care e più vicine, assorbono anche le energie negative prodotte quotidianamente dalla persona che ha dato loro vita.
Quando una persona che ha creato entità disincarnate sta per morire, richiamerà a sé nel proprio spazio aurico quelle entità, perchè più si avvicina il momento del decesso e meno sarà in grado di nutrirle con la propria energia. Queste entità seguiranno allora la persona nella dimensione della morte.
Queste entità disincarnate staccandosi dai corpi verso cui erano state indirizzate e … leggi tutto

La legge del Karma o della causa-effetto

Se ascoltiamo lo sfogo di qualche amico o parente che parla di qualcuno con toni duri e parole spregevoli, e gli diamo ragione stiamo mettendo la nostra energia a disposizione dell’entità disincarnata creata dall’amico, mentre esprime rancore e rabbia. Perciò è importante in questri casi estraniarsi o tenersi a distanza da questi sentimenti negativi e da ciò che essi producono.
E’ importante far capire all’amico che ciò che dovrebbe fare è di chiarirsi con quella persona e che lo sfogarsi con voi non serve a nulla e non risolve la questione tra loro. Sicuramente adottando queste semplici tecniche di comportamento con gli altri, la vostra vita cambierà in meglio.
Stiamo inoltre molto attenti quando siamo arrabbiati o proviamo invidia, cattiveria e odio … leggi tutto

LE PAROLE SONO FINESTRE (OPPURE MURI)
Introduzione alla comunicazione nonviolenta
di Marshall Rosenberg

Le Parole sono Finestre (oppure Muri)

Introduzione alla comunicazione nonviolenta

di Marshall Rosenberg

Nel libro "Le parole sono finestre (oppure muri)", Marshall B. Rosenberg presenta il metodo della Comunicazione non violenta, l'abilità di comunicare i propri bisogni attraverso un tipo di comunicazione empatica che permette agli interlocutori di comprendere realmente le emozioni e richieste che si nascondono dietro ogni parola.

Attraverso l'identificazione di quattro aree distinte della comunicazione che sono osservazioni, sensazioni, bisogni e richieste, l'autore insegna come utilizzare l'empatia per comunicare e ascoltare con onestà attraverso queste quattro componenti.

Una comunicazione di qualità con se stessi e con gli altri è oggi una delle competenze più preziose. Marshall Rosenberg ci mette a disposizione uno strumento molto semplice nei suoi principi, ma estremamente potente per migliorare radicalmente e rendere veramente autentica la nostra relazione con gli altri.

Grazie a racconti, esempi, semplici dialoghi, questo libro ci insegna principalmente:

  • a manifestare una comprensione rispettosa per tutti i messaggi che riceviamo,
  • a collegarci alla ricchezza della vita agli schemi di pensiero che portano alla collera e alla depressione,
  • a dire ciò che desideriamo senza suscitare ostilità,
  • a comunicare utilizzando il potere curativo dell'empatia.

Molto più che un processo, è un percorso di libertà, di coerenza e di lucidità che qui ci é proposto.

Tanti suggerimenti utili per:

  • Chi vuole entrare in relazione con se stesso e con gli altri per comunicare in maniera più empatica.
  • Imparare a comunicare con onestà e chiarezza.
  • Apprendere come ascoltare con empatia.


Commenti sul libro "Le parole sono finestre"

"Quando le persone imparano a comunicare efficacemente con se stesse e con gli altri, le loro vite e le loro relazioni interpersonali possono venirne profondamente trasformate. Questo libro ci insegna sia ad esprimere i nostri bisogni con coerenza e senza sensi di colpa, sia ad ascoltare gli altri in modo che questi si rendano conto che le loro parole non sono state soltanto udite, ma comprese fino in fondo".
Dott. Thomas Gordon

"Il libro di Marshall Rosenberg "Le parole sono finestre" è un testo fondamentale per chi vuole migliorare le proprie capacità di comunicazione. Applicando i concetti contenuti nel libro, il lettore imparerà a comprendere gli altri e ad interagire con loro con cordialità, compassione e nonviolenza, e a promuovere maggiore empatia nel mondo"
Marianne Williamson, presidente di Global Renaissance Alliance.

"Questo straordinario linguaggio, la Comunicazione Nonviolenta, consente di cambiare le relazioni tra genitori e figli, tra insegnanti e studenti, e più in generale permette a ciascuno di noi di cambiare le modalità con cui ci relazioniamo con gli altri e persino con noi stessi. E' un linguaggio preciso, disciplinato e fortemente empatico. Quando impariamo la CNV non possiamo più ignorare il fatto che ogni relazione difficile puó potenzialmente essere trasformata - se solo ci prendiamo la briga di comunicare con abilità e con empatia".
Bernie Glassman, presidente e fondatore di Peacemaker Community

"Marshall Rosenberg ci ha dato gli strumenti più efficaci per migliorare la nostra salute e le nostre relazioni. La Comunicazione Nonviolenta ci unisce cuore a cuore, guarendoci. E' l'elemento mancante nelle nostre azioni quotidiane".
Deepak Chopra

"Credo che i principi e le tecniche contenuti in questo libro possano letteralmente cambiare il mondo, e, soprattutto, possano cambiare la qualità delle nostre relazioni, con il nostro coniuge, i nostri bambini, i nostri vicini, i nostri colleghi, e con chiunque altro ci capita di interagire. Non potrei raccomandare questo libro abbastanza".
Jack Canfield

"Le tecniche dinamiche di comunicazione proposte da Marshall Rosenberg trasformano potenziali conflitti in dialoghi pacifici. Imparerete alcuni semplici strumenti per calmare le discussioni e per creare relazioni basate sull'empatia reciproca, con i vostri familiari, amici ed altri conoscenti. Vi consiglio caldamente questo libro".
John Gray

"Lo straordinario messaggio di Marshall fornisce agli insegnanti una facile guida alla comunicazione pacifica e un nuovo modo di lavorare con i bambini e con i genitori".
Barbara Moffitt, Direttrice del National Center for Montessori Educators

"Raccomando la Comunicazione Nonviolenta a chiunque sia interessato a creare relazioni più profonde o ad esplorare la connessione tra violenza e linguaggio".
Kate Lin, The New Times

"Abbiamo vissuto molte e molte volte degli eventi traumatici, dei momenti di paura e di panico, incomprensione, frustrazione, delusioni ed ingiustizie di ogni sorta, senza speranza di trovare una via d'uscita. Quelli tra noi che hanno preso parte alla formazione offerta da Marshall Rosenberg hanno un forte desiderio di usare la Comunicazione Nonviolenta per terminare questo infinito conflitto in Ruanda in modo pacifico".
Theodore Nyilidandi, Dipartimento per gli Affari Esteri del Ruanda, Kigali, Ruanda

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