Senza il pensiero, la libertà si appiattisce sul livello dei “riflessi condizionati”. Accennavamo prima ai meccanismi della pubblicità, alle mode e all’omologazione che ne consegue in tutti i settori, da quello dell’abbigliamento a quello, ben più delicato, delle opinioni etiche, politiche o religiose. Oggi è molto difficile sfuggire a questa forma di condizionamento e di dominio invisibile. Ed esso è tanto più pericoloso, in quanto censura non le risposte, ma le stesse domande.