Pagina corrente: Apparenze contro relatività (pag. 1)

 Articolo-intervista apparso sul GIORNALE DEL POPOLO il 16 giugno 1955

APPARENZE CONTRO RELATIVITA’

Todeschini mette a confronto la sua teoria con quella di Einstein

Apparenze contro relativitàCome è possibile che lo spazio-tempo vuoto, cioè il nulla, possa curvarsi e possa inoltre offrire resistenza alle forze centrifughe che i corpi in movimento sviluppano su traiettorie curve?
Come aveva promesso, il prof. Todeschini, ha oggi concesso la seconda intervista, a seguito di quella pubblicata sul nostro quotidiano il 22 maggio.
-L’argomento da lei trattato – gli dice un corrispondente – è di così viva attualità ed interesse che il pubblico lo segue con passione. Infatti abbiamo ricevuto molte richieste di continuare l’intervista, di chiarire bene la posizione scientifica di Einstein nei confronti della sua.
Todeschini, indicando varie lettere sparse sul suo tavolo, risponde:
-Come vedete, anch’io ho ricevute le testimonianze che c’è chi desidera mantenersi al corrente del progresso scientifico.

Uno dei presenti riprende: -Se ho ben compreso, l’esperimento di Michelson e gli altri cosiddetti esperimenti cruciali, dimostrano che lo spazio cosmico si comporta come un fluido invisibile le cui correnti trascinano non solo i corpi celesti, ma altresì le onde della luce. In base ai risultati di questi esperimenti cruciali, lei, quindi, sostiene uno spazio fluido-dinamico a tre dimensioni, e con i movimenti di questa sostanza unica e primigenia, spiega tutti i fenomeni fisici. Viceversa Einstein, in contrasto con quegli esperimenti cruciali, sostiene uno spazio-tempo a quattro dimensioni, immobile, ma dotato di curvature e torsioni speciali che sono quelle che determinano i fenomeni. Ma a prescindere dalla validità di quella o questa base di partenza, quale diversità passa tra la sua teoria e quella di Einstein?

la teoria delle apparenze-Per chiarirla bene – riprende Todeschini – occorre rifarsi alla questione capitale della fisica, che si può riassumere in questa domanda: -Qual è la causa che produce il movimento della materia? Sembra facile rispondere, perché è evidente che un corpo può muoversi urtandolo con un altro corpo solido, od investendolo con una corrente liquida o gassosa. Ma contro questa certezza sperimentale, sta il fatto che vi sono dei corpi che sembrano muoversi senza essere urtati da altri, come ad esempio un pennino quando viene attratto dalla calamita, un grave che cade verso terra, i pianeti che si muovono intorno al Sole, le stelle che corrono in tutte le direzioni, gli elettroni che rivoluiscono intorno al nucleo atomico. Ora per spiegare i movimenti di questi corpi, o si ammette che siano trascinati da correnti di una sostanza fluida invisibile (etere), oppure si ammette che siano attratti da altri corpi circostanti vicini o lontani, mediante misteriose forze di gravità od elettromagnetiche, le quali si propagano ancor più misteriosamente nel vuoto.
Di qui la nascita di due ipotesi contrarie per spiegare i fenomeni: quella di considerare le masse materiali dell’Universo immerse in uno spazio cosmico pieno di etere e quella di considerare invece tali masse immerse in uno spazio cosmico assolutamente vuoto. Ma nessuna delle due ipotesi si è mostrata sinora valida a spiegare la totalità dei fenomeni e perciò tenendo conto delle obiezioni mosse ad entrambe nel corso dei secoli, sono giunto a scoprire che se si sostituisce all’etere imponderabile sinora considerato dalla fisica, uno spazio che, oltre ad avere una triplice dimensione, sia sostanziato anche di densità costante e mobile come un fluido o gassoso, con i movimenti di tale spazio inerziale, non solo si possono spiegare qualitativamente e quantitativamente tutti i fenomeni, ma si possono anche conciliare le due opposte tesi.

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Articoli nella sezione: Marco Todeschini

Marco Todeschini

Marco Todeschini scienziato eclettico e geniale, nacque a Valsecca in provincia di Bergamo nel 1899. A quindici anni, incominciò a dedicarsi a studi ed esperimenti che durarono per oltre trent’anni. Nel 1921 si laureò a Torino in ingegneria ed in seguito si specializzò in diversi rami della fisica e della neurofisiologia. Divenne docente universitario e scrisse numerosi trattati che ben presto si diffusero in Italia e all’estero, riscuotendo anche il riconoscimento di famosi esponenti della cultura scientifica del tempo. Tra gli altri Enrico Fermi, Q. Majorana e l’ingegnere G. Marconi, con i quali collaborò ed altri insigni fisici stranieri come A.W. Heisenberg, C. Chain e N. Bohr.
Ma a parte la stima di quei pochi che riconobbero in lui il genio, … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 1)

 Articolo-intervista apparso sul GIORNALE DEL POPOLO il 16 giugno 1955
APPARENZE CONTRO RELATIVITA’
Todeschini mette a confronto la sua teoria con quella di Einstein
Come è possibile che lo spazio-tempo vuoto, cioè il nulla, possa curvarsi e possa inoltre offrire resistenza alle forze centrifughe che i corpi in movimento sviluppano su traiettorie curve?
Come aveva promesso, il prof. Todeschini, ha oggi concesso la seconda intervista, a seguito di quella pubblicata sul nostro quotidiano il 22 maggio.
-L’argomento da lei trattato – gli dice un corrispondente – è di così viva attualità ed interesse che il pubblico lo segue con passione. Infatti abbiamo ricevuto molte richieste di continuare l’intervista, di chiarire bene la posizione scientifica di Einstein nei confronti della sua.
Todeschini, indicando varie lettere sparse sul … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 2)

Infatti se noi vediamo roteare in alto dei granelli di polvere, possiamo pensare che siano mossi da un turbine di aria, oppure che a ciascuno di essi siano applicate delle forze; quindi dal movimento del pulviscolo, noi siamo autorizzati a dedurre con pari logicità scientifica, o l’esistenza di un vortice di aria, o quella delle equivalenti forze. Così il movimento dei pianeti intorno al Sole può essere concepito come causato da un vortice di spazio fluido e denso invisibile, oppure dalle equivalenti forze gravitiche aventi sede in uno spazio vuoto ed immobile.
Da ciò consegue che: “Ogni variazione di velocità di un corpo abbandonato a se stesso, può essere considerata o come prodotta da correnti di spazio fluido e denso che … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 3)

 Unificazione dei campi
Uno dei presenti dice:
-E’ vero che lei ha unificato il campo elettromagnetico e quello gravitico con sole 5 equazioni, precedendo di anni Einstein? Come si deve intendere la sua unificazione?
-E’ vero. Voi sapete che la materia si manifesta aggregata in sistemi che vanno dall’atomo alle stelle. Tali sistemi sono tutti costituiti da una massa sferica centrale rotante su sé stessa, attorno alla quale rotorivoluiscono, a varie distanze, altre masse sferiche planetarie. La struttura dei sistemi atomici ed astronomici è quindi simile e l’intuito suggerisce che le forze che tengono avvinte le loro masse dovrebbero essere della stessa natura; mentre invece si è postulato sinora che gli elettroni siano vincolati al nucleo da forze elettriche colombiane ed i pianeti … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 4)

Così resta svelato che la forza elettrica tra nucleo centrale ed elettroni periferici, si identifica ed è un’apparenza della forza spazio-dinamica. Lo stesso meccanismo regge i sistemi astronomici. Il Sole infatti essendo costituito di campi rotanti atomici ed essendo una sfera che ruota su sé stessa, trascina in movimento per attrito gli strati sferici di spazio fluido concentrici con velocità decrescenti sino alla superficie di sponda che costituisce il limite estremo ove l’azione motrice del Sole si estingue. Gli strati mobili sferici concentrici, compresi tra il Sole e la superficie di sponda, costituiscono il campo fluido-dinamico centro-mosso del sistema.
I pianeti, essendo sfere ruotanti su sé stesse ed immerse nella corrente di spazio fluido circolante attorno al Sole, sono sicuramente soggetti … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 5)

Perchè si muovono i pianeti?
Anche i corpi nel cadere a Terra percorrono delle spirali, se si tiene conto del movimento di rotazione del nostro pianeta. Infatti mentre il corpo cade verso Terra, questa ruota su sé stessa, ed il punto di caduta si sarà spostato in un altro punto dove il grave tocca il suolo. Stante che il corpo si mantiene sempre sulla verticale al primo punto che si sposta nella seconda posizione, bisogna convenire che tenuto conto del movimento di rotazione del nostro pianeta, il corpo nel cadere non percorre una retta, bensì una curva, che dai calcoli risulta appunto una spirale universo.
Ho così potuto dimostrare che: “Gli elettroni che rivoluiscono intorno al nucleo, i corpi che cadono verso … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 6)

Domanda: -Ma oltre all’unificazione del meccanismo e delle leggi che dominano la materia dall’atomo alle stelle, lei ci ha parlato anche di unificazione delle varie forme di energia ondulatoria. Vuole chiarirci questo concetto?
L’ingegnere riprende: -Se ruotando una sfera su sé stessa, sempre in un verso, si produce nello spazio fluido un campo rotante centro-mosso, per la stessa ragione se essa invece ha un movimento rotante alternato, ora in un senso, ora nell’opposto, provoca per attrito nello spazio circostante un campo rotante alternato. Nascono così le oscillazioni trasversali dello spazio che in relazione alla loro diversa frequenza, quando vengono a colpire i nostri organi di senso, suscitano nella psiche sensazioni di forze alterne, elettricità, calore, luce, sapore, odore, ecc., a seconda … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 7)

Le basi della psicobiofisica
-E’ stato detto – domanda un giornalista – che la sua teoria è molto più vasta e completa di quella di Einstein, perché contempla in più i fenomeni biologici e psichici da quello scienziato non considerati. Vuol dirci come ha collegato la fisica alla biologia?
-Nella mia “Teoria delle apparenze” – riprende lo scienziato – ho dimostrato che il meccanismo e l’essenza intima dei seguenti fenomeni: materia, peso ,massa, gravità, inerzia, elettricità, magnetismo, suono, calore, luce, odore, sapore, azioni chimiche, astronomiche ed interazioni tra onde e corpuscoli, sono apparenze tutte di un’unica realtà fisica oggettiva: il movimento dello spazio.
Vengono così unificate le varie scienze esatte in una sola, madre di tutte: la “Spaziodinamica” che assurge perciò all’importanza di … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 8)

Contrariamente a quanto si è ritenuto sinora i fenomeni psichici (spirituali) sono quindi sperimentalmente più accertabili che quelli fisici. Ma con ciò la concezione di Galilei, tuttora seguita dalla scienza, di voler considerare solo i fenomeni fisici oggettivi, escludendo il soggetto osservatore, risulta inadeguata a descrivere la realtà e perciò deve essere ampliata ino a comprendere i fenomeni spirituali che in tale soggetto nascono, altrimenti si rischia di attribuire ai fenomeni fisici (movimenti di spazio), qualità che non hanno (sensazioni), proiettando queste ultime nel mondo oggettivo, mentre invece sono realtà psichiche esclusivamente soggettive.
Infatti i movimenti di materia che urtano contro il nostro corpo e ci denunciano i fenomeni fisici, non solo vengono alterati nella loro intensità e frequenza dai nostri … leggi tutto

Apparenze contro relatività (pag. 9)

Le conferme della mia teoria si colgono quindi negli effetti rilevanti dei movimenti spaziali oggettivi, cioè nel movimento degli elettroni intorno al nucleo, nei movimenti di tutti i corpi celesti ed in tutti gli altri fenomeni fisici provocati dal muoversi nello spazio, e si colgono anche, negli effetti rilevanti provocati dai moti spaziali che si infrangono contro l’osservatore, cioè nella realtà delle corrispondenti sensazioni suscitate in noi. Così il peso, le forze, la luce, l’elettricità, il suono, il calore, il sapore, l’odore, ecc., sono tutte conferme della mia teoria che non richiedono speciali e delicati esperimenti per essere rivelati.
La teoria di Einstein invece, non è intessuta sulla relatività di Galilei, ma anzi al contrario, si basa e considera solamente gli … leggi tutto

IL CODICE DELL'ANIMA
di James Hillman

Il Codice dell'Anima

di James Hillman

"Il Codice dell'Anima" è il bestseller di James Hillman, professore di fama mondiale e fondatore della Psicologia Archetipica, per comprendere il potere dell'anima e scoprire le nostre vere passioni nella vita.

Per decifrare il codice dell'anima e capire il carattere, la vocazione, il destino, nel suo best seller Hillman si ispira al mito platonico di Er: l'anima di ciascuno di noi sceglie un "compagno segreto" (daimon lo chiamavano i greci, genius i latini, angelo custode i cristiani). Sarà lui a guidarci nel cammino terreno.

Mentre filosofi e psicologi da Platone a Jung hanno studiato e dibattuto l'essenza fondamentale della nostra individualità, la nostra cultura moderna rifiuta di accettare che un'anima unica guidi ciascuno di noi dalla nascita, modellando il corso della nostra vita. 

In questo straordinario bestseller, James Hillman presenta una brillante visione di noi stessi e un approccio entusiasmante del mistero al centro di ogni vita che chiede: "Cosa devo fare, essere e avere nel mio cuore? E perché?"

Attingendo alle biografie di figure come Ella Fitzgerald e Mohandas K. Gandhi, Hillman sostiene che il carattere è il destino, che c'è di più in ogni individuo di quanto possa essere spiegato dalla genetica e dall'ambiente. 

Il risultato è una roadmap ragionata e potente per comprendere la nostra vera natura e scoprire una vasta gamma di scelte - dal modo in cui alleviamo i nostri figli ai nostri percorsi di carriera ai nostri impegni sociali e personali per raggiungere l'eccellenza nel nostro tempo. 

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Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli? Se esiste, è il daimon, il "demone" che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone.

Se esiste, è ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata", "carattere".

Se esiste, è la chiave per leggere "il codice dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo.

Dopo anni di indagini sulla psiche, che hanno fatto di lui l'autore di saggi memorabili come "Il mito dell'analisi" e "La Forza del Carattere", James Hillman ha voluto darci con questo libro le prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del daimon.

E ha scelto una via inusuale ed efficacissima, quella cioè di impiegare come esempi non oscuri casi clinici ma il destino di personaggi che ogni lettore conosce: da Judy Garland a John Lennon e Tina Turner, da Truman Capote a Quentin Tarantino e Woody Allen, da Hannah Arendt a Richard Nixon e Henry Kissinger, da Hitler ai serial killer.

Attraverso questa profusione di storie eloquenti e paradigmatiche Hillman è riuscito a farci capire che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il daimon. E soprattutto a farci sentire di nuovo la presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento, la nostra vita dipende.

"Il codice dell'anima" è apparso per la prima volta nel 1996.

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