La fisica è più chiara se il tempo non esiste
Dal punto di vista della fisica, una volta che accettiamo che il tempo non è reale, molte idee che fino ad ora erano “strane”, diventano chiare. In meccanica quantistica, si parla di ΔE*Δt>h. Ciò significa che il prodotto della variazione di energia moltiplicata per l’indeterminatezza del tempo deve essere più grande di una costante, la costante di Planck, che è la dimensione del momento angolare di un elettrone in un atomo. Questa è la base del fenomeno della creazione di coppie di particelle. Una coppia di particelle può essere creata dal nulla in violazione del principio di conservazione dell’energia, purché entrambe le particelle scompaiano rapidamente: la varizione di energia, ΔE, moltiplicata per il tempo in cui esse esistono, Δt, deve essere inferiore a h.
Ma ha senso parlare di una indeterminatezza del tempo? Cosa significa Δt, se il tempo è reale e scorre continuamente? Possiamo capirlo nell’idea che il tempo equivalga semplicemente ad una sequenza di “istantanee” di stati passati: nessuno stato viene in effetti creato durante il tempo Δt.
Un elettrone si muove in uno stato più elevato nell’atomo. Che cosa accade durante la transizione ad uno stato inferiore? Gli unici dati che hanno significato nella sua storia sono i diversi stati “fotografati”, e non ci sono istantanee del tempo dell’elettrone durante la fase della transizione, mentre cambia di orbita. Questo chiarisce la mancanza di significato nella situazione dell’elettrone durante la transizione.
Questo può anche aiutare a chiarire la dilatazione del tempo nella relatività speciale: meno “fotografie” sono disponibili, per l’orologio in movimento, e più lento è il tempo.
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