Soggetto, non Oggetto! Esperienza/testimonianza di una ascensione evolutiva
di Daria Pambianchi
“Ho avuto la gioia di vedere la collina inondata di sole, sgombra del velo della nebbia: perché dovrei impedirmi di descriverla?”
Strana illuminazione, la mia: assurda, grottesca, incredibile, fantastica, non cercata, non capita subito; un semplice vocabolo, all’inizio vuoto, inerte, che a poco a poco ha cominciato a riempirsi, a movimentarsi fino ad esplodere dentro di me, con pre-potenza!
Illuminazione all’occidentale! Il mio corpo guidato da una intelligenza cellulare che voleva mantenere sveglia, in lui, la consapevolezza della sua importanza, ha lottato per non essere messo da parte; si è aggrappato alla divinità di ogni singolo osso, di ogni muscolo, di ogni nervo, di ogni centimetro di pelle, per poter continuare ad esistere, per poter salvaguardare quegli stimoli fisico/sensoriali che avrebbero reso più eccitante il soggiorno terrestre dell’anima.
Illuminazione nel dolore! Ho visto crollare gran parte di quelle verità che mi avevano forgiata e mi sono ritrovata nuda, terreno brullo, disboscato: ho vissuto per un po’ nel NON-ESSERE, poi quella parte di noi che resta intimamente radicata nell’ESSERE e nell’ORIGINE, mi ha presa per mano e mi ha guidata nella ricerca di altri alberi da piantare; mi ha spalancato le porte del vivaio cosmico affinché scegliessi personalmente e consapevolmente, questa volta; mi ha detto che non era tanto importante il tipo di pianta quanto la cura che ne avrei avuto, e mi ha consigliato di usare il concime dell’Amore, di spargerlo generosamente, con larghi gesti della mano.
Illuminazione nella morte! Ho dato la morte al Dio che mi era stato inculcato, al Dio incanutito; ne ho stracciato la foto che ancora conservavo sul cuore perché era talmente ingiallita che non la riconoscevo più. Ma si è creato un vuoto che chiedeva di essere riempito, prima di trasformarsi in un buco nero; allora il Creatore, lo stesso dell’infanzia, mi ha allungato la mano, mi ha attirato a Sé, e si è fatto conoscere in una forma più matura, quando ha capito che la mia anima bambina era cresciuta e non era più disposta a credere alle favole. Mi ha inspirata e mi ha fatto precipitare in uno dei suoi vortici creativi; ha risvegliato, nelle mie cellule, frammenti dell’antica Conoscenza, poi mi ha espirata ed è rimasto gioiosamente in attesa: avrei scelto di trasmetterli, di rendere conosciuto lo sconosciuto?
Quando ha percepito l’accettazione, in ogni parte del mio essere, mi ha affiancato degli ottimi maestri, invisibili ma presenti, affinché mi rivelassero la natura intimamente energetica della creazione e mi spronassero ad andare oltre l’apparenza: da padre attento ed osservatore, conosceva bene il desiderio della mia anima, sapeva quanto aspirasse ad arrivare ai messaggi più veri dell’Essere, quelli che urlano silenziosamente dal profondo, perché non viene concessa loro la facoltà di parola, quelli che per paura, per vergogna, per ignoranza, vengono tappati, soffocati nella mente, nella gola, nel cuore, nella pancia.
Molte lezioni sono state tenute lungo le… strade! Le vie più deserte erano sempre troppo affollate per me; l’energia dei pensieri e delle parole di quanti erano transitati, continuava a movimentarle; l’energia delle liti, delle imprecazioni, dei giudizi, delle ansie, delle preoccupazioni, continuava ad agire, indisturbata, a trasmettere, ad influenzare, a condizionare! Per otto anni, dal 1997 al 2005, ho vissuto un contatto molto, a volte troppo ravvicinato, con le qualità dell’energia terrena ed ho capito che, in realtà, la maggior parte dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, dei nostri condizionamenti, delle nostre scelte, dei nostri gusti, li raccogliamo, li respiriamo proprio per strada!
Siamo OGGETTI e non ce ne accorgiamo; durante la nostra esistenza non facciamo che ricalcare, assimilare l’energia di tracce fisiche, emozionali, mentali, spirituali precedentemente disegnate, permettiamo loro di muoverci, di incanalarci, di immetterci in un percorso che ci illudiamo sia “nostro, originale ed incondizionato!” Un duro colpo per il nostro ego! USATI DALL’ENERGIA!
Finché ciò che ingeriamo continua ad essere facilmente digeribile, a solleticare il nostro palato, finché l’energia che ci circonda è quella di cui abbiamo bisogno, allora diventiamo, naturalmente, gli artefici di una realtà equilibrata e soddisfacente, intorno a noi, dentro di noi; quando entriamo in uno stato di mal-essere, quando incominciamo ad ingaggiare una lotta contro la Vita, contro il corpo che ad essa ci tiene legati, (lo avveleniamo con cattive abitudini alimentari, con eccesso di alcool, di fumo), allora significa che stiamo arrivando alla SATURAZIONE!
Nella maggior parte dei casi ci limitiamo ad offrire un alloggio all’infelice condizione, a vita; alziamo gli occhi al cielo e, con un gesto di fatalismo rassegnato, esclamiamo: “Questo è quanto mi è toccato!” Un esoterista direbbe: “Questo è il mio karma!” Ed invece siamo semplicemente arrivati alla SATURAZIONE, cioè le energie in mezzo alle quali ci muoviamo (le amicizie, gli interessi, le abitudini, la routine), stanno perdendo ogni proprietà nutritiva, per noi, perché non hanno più lezioni da impartirci; stanno esaurendo il compito che era stato loro assegnato e, consapevoli di ciò, con un grandissimo ma spesso disconosciuto atto d’amore, ci stanno chiedendo di staccarci da loro, di andare in cerca di un cibo energetico diverso che possa risvegliare in noi l’appetito per la Vita.
Se/quando scegliamo di ascoltarle, di ascoltarci, facciamo scattare l’inversione vitale dei ruoli, quella che da OGGETTI ci immette nuovamente nel nostro essere SOGGETTI: ci richiamiamo allora in servizio e ritiriamo le dimissioni che avevamo presentato a noi stessi, alla vita, alla gioia, alla Conoscenza! Lavoriamo con la massima socratica “conosci te stesso” e scopriamo che siamo sì un effetto di cause verificatesi in questa vita e nelle vite passate, ma che siamo, prima di tutto, parte di una creazione che racchiude in sé un potenziale che aspetta di essere risvegliato, di essere conosciuto, di essere accettato, di essere utilizzato.
L’inversione dei ruoli ci offre la possibilità di operare, nel nostro essere, delle evoluzioni minori e con quelle pagare, o addirittura saldare, i cosiddetti “debiti karmici”, i blocchi emozionali, i condizionamenti mentali, i limiti, che spesso ci accompagnano per più esistenze e che si sciolgono soltanto quando vengono riconosciuti ed integrati nella sfera della consapevolezza. Le definisco “evoluzioni minori” non in base ad un criterio discriminante, ma soltanto per distinguerle dall’EVOLUZIONE MAGGIORE, da un evento che sta già interessando la terra ed i suoi abitanti, stra-ordinario, affascinante, incredibile, e che va accettato senza troppi interrogativi, senza la superbia di pretendere delle risposte che, forse, devono ancora entrare nella fase della formulazione.
Ci viene chiesto di rimetterci in cammino, lungo un binario nuovo, e la sola certezza è che non si tratterà di un binario morto; alcuni di noi lo stanno già percorrendo, da tempo, o meglio ci stanno lavorando, da tempo; stanno mettendo giù le rotaie, le traverse, stanno fissando pezzo dopo pezzo, stanno creando condizioni di viaggio più serene e sicure per quanti seguiranno. Grazie a questo binario, il nostro pianeta uscirà dalla zona di oscurità ed entrerà in quella fascia di luce che circonda le Pleiadi e che viene identificata come cintura fotonica, anello manasico; si tratta di un’energia che opera nella terza e quarta dimensione, che cambia, che trasforma e crea grandi aperture nei portali dimensionali del tempo. Le nostre cellule ne hanno fatto la conoscenza circa 25.000 anni fa, l’hanno sperimentata durante la distruzione di Lemuria e ne conservano ancora il ricordo naturalmente misto a paura.
Sarà un passaggio graduale, dalle modalità e conseguenza molto incerte ma, secondo me, non ricalcherà nessuna delle previsioni catastrofiche, allarmanti, che troviamo riportate nella letteratura esoterica e che forse sono proprio il frutto di quella memoria cui accennavo prima. Ci sono infatti molte entità angeliche, molti Maestri ascesi che stanno lavorando sulla terra, attraverso persone che hanno messo a disposizione il proprio corpo fisico; stanno inviando la loro energia sul pianeta e, attraverso di essa, stanno offrendo la grande opportunità di cambiare le profezie: non dimenticate che, spesso, una previsione entra nella creazione verbale non per essere creduta e quindi sostenuta, ma per essere trasformata da coloro che conoscono il potere dell’Energia.
Indubbiamente non sarà un passaggio semplice, per il genere umano; il corpo fisico ed i suoi corpi sottili saranno sottoposti (in realtà sta già avvenendo, a livello sottile) ad una sorta di bombardamento atomico (la bomba, in questo caso, è rappresentata da pacchetti di energia con frequenza elevata); non ci saranno vittime, ma si avranno ripercussioni di carattere emozionale, mentale, un incremento di stati depressivi, confusionali e psicogeni. Ci sarà allora chi li collegherà a tare familiari, chi allo stress, chi alla società, chi all’uso smodato della tecnologia, chi a chi, a che cosa; pochi purtroppo arriveranno a capire che il vero “responsabile” dovrà essere ricercato all’interno della nostra stessa natura energetica, chiamata a fronteggiare la sua stessa evoluzione senza averne ancora conseguita la conoscenza e la consapevolezza che da essa deriva.
Il gradino che dobbiamo salire ora, lungo la scala dell’evoluzione, è occupato dal processo dell’Ascensione, intesa come vibrazione consapevole della materia verso un altro stato di spazio dimensionale. L’energia cristica ha cominciato ad operare sulla terra circa duemilaseicento anni fa, ma è rimasta a livello spirituale fino a che non si è incarnata nel corpo di Gesù, sulle rive del Giordano, incarnandosi così anche nel corpo dell’umanità. E nelle cellule del corpo del genere umano, attraverso la sua esperienza terrena, Gesù Cristo ha impresso il codice di una ascensione non più soltanto mistica, all’orientale, ma anche fisica: ha compiuto il salto evolutivo aprendoci la via verso una nuova dimensione energetica, da raggiunge con quel corpo che ci caratterizza e che dovrà, NECESSARIAMENTE, sottoporsi a graduali ma inevitabili mutazioni.
E forse ci ha mostrato anche come arrivarci; forse quella croce conficcata su un monte il cui nome “Golgota” significa “cranio”, racchiudeva anche un altro messaggio; forse voleva indicarci che la strada da percorrere doveva passare NECESSARIAMENTE attraverso la crocifissione del nostro cranio, attraverso l’uccisione della nostra mente inferiore.
Articolo di Daria Pambianchi
tratto da “Ho scelto di essere un ponte con braccia e gambe – esperienza di una ascensione evolutiva” di Daria Pambianchi
Commenti
Soggetto, non Oggetto! Esperienza/testimonianza di una ascensione evolutiva — Nessun commento