Penso, dunque Sono
di Mariabianca Carelli
Penso, dunque Sono. In questa visione è evidente l’importanza del Pensiero, da cui tutto ha origine.
Psicologi occidentali, saggi orientali, pensatori di ogni tradizione culturale, e sempre più spesso, anche medici e terapisti, affermano – con termini e modalità differenti a seconda delle culture e dei campi del sapere – che l’uomo e il suo percorso sulla Terra sono determinati dalla qualità del pensiero.
Siamo dunque il nostro pensiero? È esperienza di tutti che il pensiero, se pur così impercettibile, labile e sfuggente, è l’elemento più potente delle nostre vite; se impariamo a comprenderne le caratteristiche e le potenzialità potremo farne un alleato per favorire il nostro ben-essere e l’armonia nel mondo.
Il dominio della mente determina la coscienza con cui si svolgono le azioni e la loro efficacia nel mondo; il pensiero appare pertanto collegato, a nostro parere, a qualità e attitudini che riguardano qualsiasi atto svolto con consapevolezza, buona disposizione d’animo e fermezza di proposito (stabilità).
Se vorremo ottenere risultati appaganti, in qualsiasi tipo di esperienza, i primi requisiti che dovremo ricercare sono pertanto quelli che si riferiscono alla presenza, alla vigilanza e all’attenzione, cioè all’essere in quel luogo e in quel momento pienamente, con la totalità di noi stessi.
Da questa considerazione deriva l’esigenza di sviluppare la capacità della concentrazione, cioè di orientare il pensiero in una sola direzione, senza permettere alcuna distrazione all’automatismo e all’inerzia della mente. I saggi orientali affermano che la mente dell’uomo comune somiglia ad una scimmia impazzita che salta da un ramo all’altro dell’albero; affinché il pensiero diventi armonico, potente e capace di creare è necessario che essa diventi tranquilla come un lago in cui possano specchiarsi i monti.
Possiamo immaginare la riflessione come un faro che volge i suoi fasci di luce su un dato punto; allo stesso modo le nostre azioni hanno incisività ed efficacia, e riescono a sprigionare “luce”, se rivolgiamo ad ogni compito del nostro quotidiano, anche banale, tutte le nostre facoltà coscienti.
Questo tipo di attenzione, necessario per ogni opera utile e creativa, può essere sviluppato con l’esercizio costante – la disciplina – fino a diventare un’abitudine ovvia e necessaria. Si potrà sperimentare, così, la sensazione di dominare i propri pensieri, invece che esserne dominati e di indirizzare, secondo la propria volontà, capacità ed energie tali, da poter raggiungere obiettivi prima ritenuti troppo distanti o elevati.
L’osservazione è scarsamente curata da molti; eppure anch’essa è alla base di tante realizzazioni. L’artista, lo scrittore, il creativo attingono dall’osservazione della realtà elementi di verità e di bellezza che sfuggono a molti; l’interesse e la cura dei particolari che mettiamo nei nostri rapporti con gli altri arricchisce la nostra esperienza.
Dall’attenzione focalizzata e dall’osservazione si ricavano una percezione di maggiore potere sulla proprie vicende personali, un’accresciuta autostima e un più profondo “senso” della Vita. Ci si assume una più estesa e sentita responsabilità dei propri pensieri, poiché si comprende più chiaramente che da essi originano le azioni. L’essere responsabili non viene ora tanto sentito nell’accezione comune e profana di “portare un peso”, ma è inteso sempre più spesso nell’originario senso etimologico di “essere abili alla risposta” nei confronti di noi stessi e del gruppo umano di cui sentiamo e vogliamo far parte.
Con la nostra immaginazione – che non è vano fantasticare ma è la capacità di vedere nella mente il futuro da realizzare – “faremo le prove” con la mente di ciò che vogliamo ottenere, sentendoci più preparati per il momento in cui le nostre visioni si attueranno. Si consolida una visione più fiduciosa dell’avvenire, che appare invitante perché ricco di promesse realizzabili e di obiettivi raggiungibili attraverso la padronanza dei propri sempre più idonei strumenti mentali. Ma, soprattutto, ne nasce un’espansione di coscienza che rende tutto intorno a noi più significativo e degno di essere attraversato, poiché si rivelano lo spessore interno ed il messaggio di ogni vicenda; il loro nuovo significato e il loro più alto valore possono ora entrare a far parte – e a buon diritto poiché assimilati ed interiorizzati – del “sedimento” della nostra esperienza di vita.
Potremo giungere, così, attraverso la costante pratica dell’attenzione, dell’osservazione, della vigilanza, della concentrazione, della meditazione – e soprattutto dell’immaginazione creativa – all’intuizione; coglieremo prontamente con l’intelletto, senza bisogno di ragionamenti e prove, vedremo, sapremo e faremo con immediatezza e contemporaneità, poiché il nostro percorso apparirà inequivocabilmente chiaro davanti a noi.
Tratto da: “Sul Sentiero III – L’aspirante e l’alchimia interiore” di Mariabianca Carelli
Ringraziamo l’autrice per averci inviato questi meravigliosi scritti. (Ne seguiranno altri…)
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