Perché moriamo se le nostre cellule sono immortali?
Articolo di Andrea Conti
“Non esiste la morte naturale. Tutti i casi così definiti sono soltanto il punto finale di una progressiva acidificazione dell’organismo”. Così si esprime il Dr. George W. Crile, direttore della Clinica Crile in Cleveland, uno dei più famosi chirurgi del mondo.
In passato è stato dimostrato che una cellula potrebbe vivere per un tempo indeterminato in perfetta salute. Un famoso fisiologo francese, Alexis Carrel (Premio Nobel nel 1912), al Rockefeller Institute for Medical Research, mantenne in vita il cuore di un pollo per circa 30 anni in una soluzione salina (che conteneva minerali nelle stesse proporzioni di quelle del sangue del pollo) che egli rinnovava tutti i giorni. Carrel giunse alla conclusione che il tempo di vita di una cellula è indefinito, fintanto che essa viene nutrita e ripulita dalle sue escrezioni.
Se le evacuazioni delle cellule venivano costantemente rimosse, le cellule crescevano e prosperavano. Condizioni non igieniche procuravano invece una minore vitalità, quindi deterioramento e morte delle stesse…