La memoria va alla mia prima esperienza di “Remote Viewing”. Era il 1979 e mi trovavo ancora a Princeton. Ebbene, la vissi ma negai a me stesso di averla vissuta. Tornai al lavoro come se nulla fosse accaduto e ci vollero due esperienze consecutive, una di pre-morte ed una di guarigione, per scuotermi al punto giusto – per risvegliarmi – sino al punto di dover ammettere che la scienza che avevo sempre insegnato come un dogma non era tutto, né la fine di tutto.